Come sconfiggere i Voldemort della rete

Le fiabe e le storie fantasy hanno da sempre contribuito a demolire il mito dell’invincibilità di loschi faccendieri e malfattori (quanto a noi, da più di vent’anni abbiamo fatto lo stesso, anche se nel cyberspazio). Ogni Voldemort si affida alla protezione del suo diario, del suo anello, del suo serpente, del suo… beh, penso sappiate tutto degli Horcrux. E il successo della vostra battaglia contro i malfattori, siano essi personaggi delle fiabe o virtuali, dipende da due fattori chiave: la costanza e l’intelligenza (vale a dire la tecnologia). Oggi vi racconterò in che modo la costanza e l’intelligenza, sommati alle reti neurali, all’apprendimento automaticoalla cloud security e alle conoscenze specifiche — parti integranti dei nostri prodotti — vi proteggeranno da potenziali cyberminacce future.

 

In realtà, ci siamo occupati di tecnologie di protezione contro cyberminacce future già in passato (più di una voltamolto più di una volta e anche per farci due risate). La ragione per cui siamo così fissati al riguardo la potete ben immaginare.

Il motivo è dovuto al fatto che tali tecnologie sono esattamente ciò che differenzia una protezione solida e robusta da  una finta intelligenza artificiale e da prodotti che utilizzano informazioni rubate per individuare i malware. Identificare la sequenza dei codici utilizzando una firma conosciuta, dopo che il malware si è già introdotto nel sistema e ha iniziato a giocare brutti scherzi all’utente, non serve a nessuno, equivale a pestare l’acqua in un mortaio.

Tuttavia, anticipare il modo di agire dei malfattori cybernetici, imparando a conoscere i punti deboli che loro gradiscono maggiormente e stendere delle reti invisibili in grado di effettuare una rilevazione veloce e automatica, è una cosa che solo pochi operatori del settore sanno fare, triste ma vero. Un numero molto esiguo, in effetti, in base ai risultati di test indipendenti. WannaCry, la più grande epidemia del decennio, ne è un tipico esempio: grazie alla tecnologia System Watcher, i nostri prodotti hanno protetto i nostri utenti contro tale attacco informatico in maniera proattiva.

Il punto chiave è il seguente: Non è possibile avere una protezione così estesa contro minacce informatiche future. Non esiste emulatore o sistema specifico di analisi di Big Data che sia in grado di coprire tutte le possibili minacce. Per fare ciò, le reti invisibili dovrebbero proteggere il più possibile ogni livello e ogni canale, conservando traccia di tutte le attività dell’oggetto nel sistema per evitare che possano creare problemi, mantenendo l’uso di risorse al minimo, zero “falsi positivi” e una compatibilità al 100% con le altre applicazioni per evitare la temuta schermata blu.

D’altronde, anche l’industria dei malware continua a perfezionarsi. I malfattori cybernetici hanno insegnato alle loro creature (e continuano a farlo) come celarsi in modo efficace nel sistema. In poche parole, in che modo mutare la loro struttura e il loro comportamento, come modificare le modalità di azione ed agire lentamente, senza fretta (minimizzando l’utilizzo delle risorse del computer, attivandosi in modo programmato senza dare nell’occhio una volta introdotti nel pc, etc.) e, inoltre, come immergersi letteralmente nel sistema nascondendo le loro tracce e utilizzare metodi “puliti” o quasi. Ma dove c’è un Lord Voldemort, ci sono sempre degli Horcrux  da distruggere per porre fine ai suoi propositi malvagi. La domanda è: dove trovarli?

Qualche anno fa, i nostri prodotti avevano rafforzato il loro arsenale di tecnologie proattive per la protezione contro le minacce informatiche avanzate adottando un’invenzione molto interessante (il brevetto RU2654151). Tale brevetto utilizza un modello comportamentale di oggetti addestrati all’ identificazione accurata di anomalie sospette all’ interno del sistema, la localizzazione della fonte e l’eliminazione anche del “più prudente” dei worm. Continua a leggere:Come sconfiggere i Voldemort della rete

Lettera aperta ai dirigenti di Twitter

“Quando fai tagliare la lingua a qualcuno, non dimostri che è un bugiardo, stai solo svelando al mondo che hai paura di quello che potrebbe dire”. 

Tyrion Lannister, Il Trono di Spade

Egregio signor Dorsey ed egregi dirigenti di Twitter,

Ho notato che ultimamente avete alcuni grattacapi per via dello stato di salute della vostra piattaforma e temete che possa essere utilizzata per diffondere false informazioni, creare dispute etc. Per me è fondamentale che Internet sia un luogo sicuro e amichevole, per cui è una preoccupazione che tocca anche me! Io pensavo, in ogni caso, che la mia azienda lavorasse al di fuori delle varie  “bagarre” a cui si assiste sui social network, ma evidentemente mi sbagliavo.

Se si tratta di un errore, basta semplicemente ammetterlo, così si spazzerebbe qualsiasi dubbio su un’eventuale politica di censura su Twitter.

Alle fine di gennaio scorso, Twitter ci ha informato inaspettatamente che i nostri account ufficiali non avrebbero potuto più promuovere i nuovi post che pubblichiamo sui diversi blog che portiamo avanti per informare gli utenti sulle minacce informatiche emergenti (compresi Securelist e Kaspersky Daily). In una breve lettera inviata da un dipendente di Twitter (senza una persona di riferimento a cui rivolgersi) veniamo informati che la nostra azienda “adotta un modello di business incompatibile con le norme di Twitter Ads”.

“RITENIAMO CHE KASPERSKY LAB ADOTTI UN MODELLO DI BUSINESS INCOMPATIBILE CON LE NORME DI TWITTER ADS”

Come? Ho letto questa frase non so quante volte e non riesco a capire in che modo tutto ciò possa avere a che fare con noi. Di una cosa sono sicuro: non abbiamo violato alcuna norma scritta o  non scritta e il nostro modello di business si rifà più o meno a quello che seguono i nostri competitor: offriamo ai nostri utenti prodotti e servizi e gli utenti pagano per usufruirne. Nella lettera non sono specificate le regole che sarebbero state violate o gli standard non rispettati (non si fa proprio accenno). Dal mio punto di vista, questo divieto va contro gli stessi principi di libertà di espressione dichiarati e adottati da Twitter. Tornerò di nuovo su questo punto ma voglio prima specificare una cosa: Continua a leggere:Lettera aperta ai dirigenti di Twitter

KL 2017: la prova del nove? I risultati preliminari delle nostre vendite

Ciao a tutti!

Quest’anno abbiamo interrotto la tradizione e non aspetteremo i risultati finali dell’audit ufficiale sulle nostre vendite; vi anticipiamo subito le cifre preliminari che riguardano l’anno che si è appena concluso.

Il dato più importante per il nostro business riguarda ovviamente i ricavi annuali che abbiamo ottenuto. Durante i 20 mesi del 2017 con i nostri prodotti, tecnologie e servizi abbiamo ottenuto un ricavo di 698 milioni di dollari (in accordo con l’International Financial Reporting Standards), 8% in più rispetto all’anno precedente.

Un risultato niente male, dobbiamo ammetterlo, che ci conferma che ci stiamo muovendo verso la giusta direzione e che stiamo crescendo. Inoltre, stiamo sviluppando tecnologie e soluzioni davvero promettenti che ci aiuteranno a crescere ancora di più nel futuro.

Tuttavia, il dato più interessante che, a mio parere, emerge dai risultati preliminari è il seguente: per la prima volta nella nostra storia, la vendita di soluzioni per aziende ha superato quella dei prodotti per utenti privati, con un aumento del 30% delle vendite nel segmento di prodotti corporate.

Altro dato che ci inorgoglisce: il buon tasso di crescita di questo settore non è dovuto alla vendita dei nostri tradizionali prodotti per endpoint, ma proviene in gran parte da soluzioni in espansione e proiettate verso il futuro come Anti-Targeted Attacks, Industrial Cybersecurity, Fraud Prevention e Hybrid Cloud Security. Un crescita totale di questi prodotti del 61% e si prevede una crescita del 41% nella vendita di servizi per la sicurezza informatica.

Dal punto di vista geografico, le vendite hanno superato gli obiettivi annuali nella maggior parte delle regioni; ad esempio, in Russia e nella Comunità degli Stati Indipendenti (CSI)  le vendite sono aumentate del 34% rispetto al 2016. Nei Paesi META (Medio Oriente, Turchia e Africa) le vendite sono schizzate a +31%, in America Latina +18% e in Asia Pacifica +11%. In Giappone abbiamo ottenuto una discreta crescita (+4%) mentre in Europa non abbiamo raggiunto appieno le nostre aspettative (-2%).

Come era da prevedere, l’unica regione che non ha dato i risultati sperati è stata quella dell’America del Nord, con una caduta delle vendite dell’8%. Non c’è da sorprendersi, dal momento che in questa regione siamo stati l’occhio del ciclone di tutta una serie di notizie che ci hanno coinvolto, da una campagna di disinformazione nei nostri confronti a una decisione incostituzionale da parte del Dipartimento di sicurezza interna statunitense. Tuttavia, nonostante la pressione politica, continuiamo a essere operativi sul mercato e abbiamo intenzione di ampliare il nostro business nella regione.

Voglio ringraziare tutti gli utenti, i partner, gli esperti di cybersicurezza e tutti coloro che ci hanno sostenuto (compresi la maggior parte di blogger e giornalisti); ovviamente, come non menzionare i lavoratori di Kaspersky Lab in tutto il mondo che continuano a svolgere un lavoro eccellente anche in tempi difficili come questi. Fedeltà dei nostri clienti, crescita incredibile del nostro business e un grande team: tutti indicatori del nostro successo a livello globale. Grazie a tutti!

Per maggiori informazioni sui risultati preliminari delle nostre vendite, cliccate qui.

KL vince il Gartner Platinum Award!

Ciao a tutti!

Come probabilmente avrete già notato, il flusso di notizie riguardanti la nostra piccola (ma tecnologicamente avanzata) compagnia IT è diventata una vera e propria cascata! Ma almeno nel fiume di notizie ce n’è qualcuna buona, non politicamente tendenziosa, che riguarda le nostre tecnologie e che si basa su delle fonti. Ecco, ora ve ne parlerò…

Nel mondo ci sono molte agenzie di ricerca grandi e rispettate, e Gartner è una di queste. È rinomata soprattutto per le valutazioni fornite dai suoi esperti e che riguardano software e attrezzature IT di svariati vendor, di come tali prodotti soddisfino le necessità degli utenti e risolvano loro alcuni problemi.

Qualche tempo fa Gartner ha deciso di aggiungere un’ulteriore dimensione alle sue già diverse sfaccettature, quella che riguarda l’opinione dei clienti. Ciò conferisce maggiore accuratezza e obiettività alle valutazioni, che sono così ancora più utili. Circa un anno fa Gartner ha annunciato un nuovo programma per la raccolta di opinioni degli utenti, chiamato Gartner Peer Insights, programma in cui gli utenti business potevano valutare in maniera volontaria e anonima i prodotti dei diversi sviluppatori (in questo modo avrebbero potuto dire proprio tutto quello di cui non erano contenti, senza alcun tipo di ripercussione). Tra i vari prodotti c’era la nostra soluzione “Endpoint Protection Platform”.

Gartner ha gestito molto seriamente questa nuova sezione. Grazie a Gartner Peer Insights si spera di “trasformare la compravendita dei software aziendali avvalendosi di informazioni affidabili, in particolare per il processo di acquisto. La piattaforma di opinioni di Gartner è disponibile per tutti gli acquirenti nel settore IT che vanno alla ricerca di consigli da parte di professionisti. Gartner Peer Insights comprende oltre 40 mila opinioni verificate, appartenenti a oltre 190 mercati. Per maggiori informazioni visitate il sito https://www.gartner.com/reviews“.

Ci è voluto un anno per raccogliere tutti i feedback e metterli sul sito; nel frattempo, l’intero settore (noi compresi naturalmente) aspettava impaziente i risultati. Per trovarsi sul gradino più alto del podio, il vendor doveva disporre di almeno un prodotto che gli analisti di ricerca considerassero importante per il mercato; inoltre, il vendor doveva vantare almeno 50 opinioni pubblicate durante il periodo indicato (12 mesi). Per essere sicuri che i premi rappresentassero davvero l’opinione generalizzata degli utenti di Peer Insights, le medaglie di oro, argento e bronzo erano soggette a tre criteri principali: 1) Fino al 75% dei prodotti indicati nelle opinioni poteva provenire da aree che non fossero il Nord America; 2) Fino al 75% delle opinioni poteva provenire da un solo settore e 3) Fino al 50% delle opinioni poteva provenire da aziende di non grandi dimensioni. Per “aziende di grandi dimensioni” si intendono le compagnie dai 50 milioni di dollari statunitensi in su. Se i vendor erano idonei per partecipare ma non soddisfacevano questi tre criteri, potevano comunque rientrare in una menzione d’onore.

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Più trasparenti dell’aria che respiriamo

Ciao a tutti!

Credo nella possibilità di trovare sempre, a volte anche con un po’ di sforzo, qualcosa di buono anche nelle situazioni più difficili.

La campagna negativa perpetrata di recente contro Kaspersky Lab dalla stampa statunitense non è stata affatto piacevole per noi ma ci siamo sforzati e abbiamo trovato comunque qualcosa di positivo in tutto ciò: ci ha consentito di elaborare alcune curiose osservazioni e deduzioni. Inoltre, ci ha permesso di dare una svolta verso alcune iniziative di business che tempo fa non avrebbero visto la luce; di una di queste ne parlerò proprio in questo post. Continua a leggere:Più trasparenti dell’aria che respiriamo

Orgogliosi di continuare a proteggere gli utenti, nonostante le false accuse dei media statunitensi

Ciao a tutti!

Dubito vi siate persi le ultime, implacabili notizie su Kaspersky Lab. La notizia più recente è che degli hacker russi (e la mano nascosta del Cremlino) avrebbero utilizzato in qualche modo i nostri prodotti per spiare gli utenti americani e rubare i loro segreti. Continua a leggere:Orgogliosi di continuare a proteggere gli utenti, nonostante le false accuse dei media statunitensi

Antivirus KL gratis. E il mondo sarà un posto più sicuro

Ciao a tutti!

Ho una grande notizia da darvi: annuncio ufficialmente il lancio a livello globale di Kaspersky Free e, come potrete dedurre facilmente dal titolo di questo post, è completamente gratuito! Wow!

Stiamo lavorando a questa release da un anno e mezzo ormai, con versioni pilota in alcune regioni, un anno e mezzo di ricerche, analisi, modifiche… Da tutto ciò abbiamo potuto dedurre che:

  1. L’antivirus gratuito non entra in concorrenza con le nostre versioni a pagamento, nelle quali si trovano molte funzionalità extra quali Parental Control, Protezione pagamenti online e Secure Connection (VPN), funzionalità che giustificano pienamente il pagamento di €48,99 della versione Premium (su 3 dispositivi);
  2. Molti utenti non possono spendere €48,99 per la protezione Premium e installano versioni gratuite tradizionali (che fanno acqua da tutte le parti) o si affidano solamente a Windows Defender (mamma mia…);
  3. L’aumento nel numero d’installazioni di Kaspersky Free avrà una ricaduta positiva sulla protezione di tutti gli utenti: i nostri mega-database avranno più informazioni su cui lavorare e si perfezionerà così l’apprendimento automatico.

Grazie a questi 3 fattori siamo giunti alla conclusione che la versione gratuita andava fatta, e in fretta: il mondo ha bisogno di una versione gratuita made in Kaspersky Lab!

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Ieri e oggi: sono già passati 20 anni! Sempre in crescita

Venti anni in questo settore… è molto o poco tempo? O meglio, che ne pensate di 25 anni di sviluppo continuo di nuovi prodotti e tecnologie (compresi i 5 anni precedenti alla nascita di KL)?

Per rispondere dobbiamo sapere quando è nata l’industria della cybersicurezza. Ebbene, i primi programmi antivirus sono comparsi solo qualche anno prima rispetto ai nostri 25 anni di attività.

Possiamo dire di essere tra quella manciata di sviluppatori ad aver creato la cybersicurezza! Siamo presenti in questo settore sin dagli albori (quando gli scanner di firme on demand andavano per la maggiore) e siamo qui ancora oggi nell’era dei big data e dell’apprendimento automatico. E siamo all’avanguarda da oltre vent’anni. Modestia a parte, è il nostro compleanno dopotutto! 😊

Non per vantarci ma pensate a tutte quelle malvagità informatiche che abbiamo sconfitto durante questi 20 anni!

Naturalmente non c’è solo un modo per interpretare la storia. E neanche la storia di Kaspersky Lab fa eccezione.

Da un lato, potremmo guardare le vecchie foto dei nostri momenti felici di questi 20 anni, ricordare gli errori ingenui commessi e i passi falsi con un po’ d’imbarazzo, oppure potremmo anche guardare allo specchio i nostri capelli ingrigiti e i segni del tempo sul volto con un’aria melanconica. Sì, potremmo…

Ma dall’altro lato, guardando le stesse vecchie foto di 20 anni fa, potremmo semplicemente sorridere e ammettere a noi stessi: “Niente male queste due decadi ma il bello deve ancora venire!” È tutta una questione di punti di vista: meglio concentrarsi sui problemi e le difficoltà o sui successi e i traguardi raggiunti? Ci dispiace, non diamo premi a chi indovina; sì, scegliamo il  secondo punto di vista, perché noi di KL pensiamo sempre positivo. Non si può fare altrimenti in questo settore! E speriamo, cari lettori, che questo nostro atteggiamento vi contagi.

In vista del nostro compleanno, abbiamo pensato a lungo a un modo forte e diretto per poter ispirare  le persone e al contempo essere fedeli agli eventi avvenuti in questi 20 anni (per non esagerare 😊) Ed ecco il risultato: facciamo una breve carrellata degli eventi più curiosi e divertenti che hanno coinvolto la nostra azienda nel corso degli anni, per capire com’era “ai vecchi tempi”, com’è oggi e come sarà in futuro.

Partiamo dal nostro ufficio.

Tornando agli inizi degli anni ’90, ci siamo trasferiti di ufficio 6 volte!

Ecco come appariva nel 1994  l’epicentro dello sviluppo di uno dei migliori antivirus del mondo. Quello spazio era l’intero ufficio! L’azienda ha preso il mio nome circa 3 anni dopo, ma era comunque il nostro ufficio. In realtà faceva parte dell’azienda KAMI, che negli anni ’90 produceva soluzioni hardware e software.

È stato proprio nel 1994 che abbiamo partecipato per la prima volta ai test dell’Università di Amburgo;, non ce l’aspettavamo, avevamo vinto per la nostra qualità della protezione. Nella foto qui di sopra la stanchezza aveva preso il sopravvento sulla felicità dopo aver appreso di questo grande traguardo.

Oggi abbiamo una sede principale nella nostra personale zona business, che si trova a metà strada tra il centro di Mosca e l’Aeroporto Internazionale Sheremetyevo.

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Il primo “Campionato mondiale sulla cybersicurezza”

Ho un vero debole per la disrupzione. Mi piace anche la gente sorprendente. Mi piace quando lasciamo la gente a bocca aperta, quando la gente non crede a qualcosa (ma ci prova comunque, gli piace e poi l’adora).

Ok, è tutto un po’ astratto. Fatemi essere un po’ più concreto…

Il nostro ultimo prodotto che vi lascerà a bocca aperta è…un simulatore di gioco per la cybersicurezza! Non ne avete mai sentito parlare? Sicuramente no, non è mai stato creato prima!

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Si chiama KIPS (Kaspersky Interactive Protection Simulation). Si tratta di un gioco di squadra che simula la strategia di cybersicurezza, che dura circa due ore ed è pensato per incoraggiare le competenze d’analisi e di iniziativa e per comprendere meglio le misure di cybersicurezza. Devo dire che non mi aspettavo che KL entrasse nel mercato dei giochi; ma perché no, se può servire a far recepire meglio il messaggio? E in pochissimo tempo siamo passati dal verde (mai provato prima) della startup di giochi al verde (ad esempio il verde aziendale di KL) del provider di giochi.

E questo giovedì (1dicembre) si terrà il primo campionato mondiale KIPS!

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Il panopticon dei brevetti di Darwin – parte 2

Il “panorama” dei brevetti dei diversi paesi può essere stranamente molto diverso, dal momento che le invenzioni di ogni paese hanno un “retrogusto” specifico.

Ad esempio, i brevetti americani sono spesso caratterizzati dalla loro praticità, con l’inclinazione ad essere a volte molto funzionali e con un’attenzione pedante ai dettagli. Potete verificare tutto questo nel mio post La Top-5 assolutamente soggettiva dei brevetti più [inserire il termine appropriato] di sempre :).

Gli inventori russi, invece, sono caratterizzati dalla loro ambizione (a volte anche fino al punto di avere un desiderio “cosmico” di provare a cambiare il mondo, i pianeti, l’universo; ma “cosmico” anche nel senso che le loro invenzioni possono essere “matte da legare”). Volete conferme? Ok, vi convincerò con un’altra Top 5 (questa volta però si tratta di brevetti russi)…

Iniziamo…

La Top-5 assolutamente soggettiva dei brevetti russi più [inserire il termine appropriato] di sempre!

N. 5: Santi Numi!

Brevetto russo numero 2013144180: “Un metodo per accertarsi della sopravvivenza dell’Homo Sapiens e della conservazione del patrimonio genetico degli organismi viventi sul pianeta Terra in caso di alluvioni nel mondo, di glaciazione globale o di altre catastrofi naturali improvvise“. Oh mamma mia!

Credete che il titolo del brevetto sia lungo? Aspettate di sentire questo: il riassunto nella prima pagina dell’applicazione è di una sola riga che contiene 1182 lettere! Capisco bene gli avvocati brevettisti russi che devono provare a capire quello di cui *)&%^(+#!@! sta parlando l’autore. Voglio dire, di questo brevetto (magari vi siete dimenticati quello di cui parlava la prima parte, quindi fermatevi e rileggetelo ancora, e ancora, e appuntatevelo per non perdere il filo). L’ho letto cinque volte e adesso posso esprimere l’essenza dell’invenzione in quattro parole: un’arca simile ad una matrioska :).

Il dispositivo deve essere riempito con microorganismi, semi, animali, tre Homo Sapiens e altre “risorse genetiche” e installate in cima alla montagna più alta del mondo in un luogo sicuro.

Ma cosa succederebbe se gli elementi fossero veramente di cattivo umore e se anche le montagne si allagassero? Beh, allora si getterebbe dall’arca un gommone gonfiabile per navigare sulla superficie dell’acqua fino a quando il livello dell’acqua diminuisca. Sembra che avessero pensato proprio a tutto.

PS. Citazione: “e dopo il consolidamento delle condizioni di vita sulla superficie della terra, i membri della squadra scenderebbero dalla montagna e inizierebbe una nuova era di rinnovo della vita sulla Terra“.

PS2: La Rospatent (l’Istituto Federale russo della Proprietà Intellettuale) non ha perso tempo a cestinare questa applicazione: si è reso conto del troll e l’ha rifiutata perchè non si trattava assolutamente di un’invenzione. Ero abbastanza sorpreso del fatto che non si fosse data come motivazione lo stato dell’arte in riferimento alla Bibbia. 😉

N. 4: devo smettere di fumare non solo tabacco.

“Se volevate smettere di fumare ma qualcosa vi ha sempre impedito di farlo… adesso niente vi può ostacolare! Questo brevetto RU2231371 in poche parole.

Sono sicuro del fatto che né io, né nessun altro al mondo (incluso gli autori!) sappia cosa diavolo sia questo brevetto, quindi, citerò semplicemente il testo in modo tale che possiate vedere con cosa abbiamo a che fare!

I contenuti di una boccetta di soluzione di cloruro di calcio dopo aver fumato l’ultima sigaretta sono versati in un contenitore con una soluzione acquosa di fumo di tabacco; dopo il quinto o il sesto giorno in cui si è smesso di fumare, il dottore conduce una sessione finale di auto riabilitazione e invece del contenitore ‘acqua della vita’ il paziente utilizza nella sessione finale un terzo contenitore, denominato ‘Parola’, con una boccetta di 10ml di soluzione di diossina all’1%. La formula di autosuggestione viene sostituita con la formula di una promessa: ‘Ho smesso di fumare’. Dopo la sessione finale, il paziente effettua un rituale di autocodifica, per il quale si utilizzano 50ml di soluzione acquosa di fumo di tabacco e cloruro di calcio, nella quale viene versata la soluzione di diossina dalla boccetta…

Sul serio?

Voglio dire, cosa si sono fumati? Dove è stata scritta questa cosa? In un bar di Amsterdam? In Colorado? O forse la totale incoerenza è un effetto collaterale del fatto che si è smesso di fumare utilizzando questo metodo? Beh, non importa: il brevetto è scaduto dal momento che la tassa statale non è stata pagata (“Amico, hai pagato la tassa?” “Tassa? Quale tassa, amico? Non voglio un tè, voglio un espresso”).

N. 3: macchina del concime!

Cosa non si può fare in un carro armato? Molte cose! È più facile pensare a quello che si può fare ed escludere il resto.

Quindi, cosa succederebbe se doveste utilizzare… il bagno? Voglio dire, dovete proprio andare e non potete aspettare? Beh, potete uscire dal carro armato qualche minuto, no?

Il brevetto RU2399858 vi offre un modo per “rimuovere gli scarti delle funzioni vitali da un carro armato attraverso un’installazione d’artiglieria“! Ed ecco la cosa più importante: senza la depressurizzazione del carro armato!

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