Post del mese: aprile 2016

Vi presentiamo KICS, la protezione per le industrie

Hurrà!

Abbiamo lanciato uno dei nostri nuovi prodotti per grandi aziende KICS (Kaspersky Industrial CyberSecurity), la cyber-cura contro i cyber-mali che protegge le fabbriche, le centrali energetiche, gli ospedali, gli aeroporti, gli hotel, i magazzini, il vostro ristorante preferito e tantissimi altri tipi di aziende che usano i sistemi di controllo industriali ICS. Oppure, detto in un altro modo, dato che è raro per le aziende non utilizzare ICS, abbiamo lanciato una cyber-soluzione per milioni di piccole e grandi aziende di beni e servizi sparse in tutto il mondo.

Quindi cosa ci offre KICS esattamente? A che scopo è stato pensato? Per poter rispondere, torniamo un attimo indietro…

Prima del 2000 un cyberattacco ad una rete industriale era pura fantascienza, ma il 14 agosto del 2003 nel nord-est degli stati uniti e nel sud-est del Canada, la fantascienza è diventata realtà.

Oops

A causa di alcuni bug che hanno interessato alcune installazioni elettriche, 50 milioni di nord-americani sono rimasti senza elettricità, alcuni per molte ore, altri per giorni. Sono state avanzate varie teorie che spiegherebbero la grande catastrofe, tra cui alberi maltenuti, un fulmine, scoiattoli “dannosi” e… un effetto collaterale causato da un cyberattacco che avrebbe usato il worm per computer Slammer (Blaster).
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Il semi-tour pre-pasquale alla Knesset

Altra settimana, altra rotta; stavolta Mosca – LondraGerusalemme – Mosca. Come al solito, conferenze, discorsi, incontri con i partner e i clienti. Lavoro, lavoro e ancora lavoro… ma con un po’ di turismo: una visita alla Knesset.

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La Knesset, gente, è il parlamento d’Israele, e probabilmente uno dei più attivi, eterogenei e pieni di scandali del pianeta. 120 membri dalle più svariate posizioni politiche, religioni e livelli di tolleranza e liberalità. Per qualcuno, il reality show politico più sfacciato del mondo: un esaltante miscuglio, proprio come la società israeliana nel suo complesso, ma questa è un’altra storia, ampiamente trattata su Internet. Tuttavia proverò a riportare alcune storie e avvenimenti che sono successi qui, come mi sono stati raccontati da persone testimoni dei fatti. Ma dopo vi dirò di più.

Ahimè, mentre eravamo lì non abbiamo beccato alcuna azione dal vivo di una vera seduta perché ci trovavamo in città in un giorno festivo. Infatti non siamo riusciti neanche a vedere dentro la Camera, poiché tutti si stavano preparando per l’imminente festività della Pasqua. In sostanza era tutto chiuso per pulizia e lucidatura affinché tutto splendesse per l’importante commemorazione ebraica. Perfino il bar dell’hotel ha chiuso alle 9:00 di sera!

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Londra – Tel Aviv con la British Airways: poco soddisfatto

Eccoci qui di nuovo…

Suona la sveglia: “Dove sono?”. Hotel, doccia, valigia, taxi, aeroporto, check-in, raggi X, colazione (se così si può chiamare, panino e succo di frutta). Poi gate e… posto lato finestrino. Questa è stata la prima nota dolente della giornata. Mi trovavo proprio sopra l’ala, tra l’altro una di quelle sporche e molto grandi (era un Boeing 777). Avevo già l’impressione che sarebbe stata una di quelle giornate in cui tutto va storto…

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Non si vede nulla dal finestrino? Non mi rimane che schiacciare un pisolino. Era un volo di quelli che partono presto, tipo alle 8:00 di mattina, ma prendere sonno con il ZZZ dell’aereo e dell’ala non sarebbe stato facile…

Sono riuscito ad addormentarmi proprio quando il pilota mi ha svegliato. Stava annunciando che per problemi tecnici non riuscivamo a decollare. Booo, comunque “meglio prevenire che curare!”. Ci hanno quindi rispediti al gate, tutti in massa, e poi indietro fino all’aeroporto fino a quando non hanno risolto il problema.

Siamo rimasti seduti lì per 2 ore mentre risolvevano il problema, rimuovevano la parte dell’aereo difettosa e la rimpiazzavano con una nuova. Almeno avevano la parte di scorta – ho pensato tra me e me.

Poi ci hanno rispediti in massa verso il Boeing, accompagnati da alcuni assistenti di volo della British dallo strano accento.

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Un’altra mezza maratona di Londra

Salve gente!

Continuiamo la nostra camminata sulle rive del Tamigi. L’altra volta si trattava della prima parte della passeggiata della giornata (prendendo la funivia e arrivando al Cutty Sark); ecco la seconda parte.

Dopo il Cutty Sark, ci siamo ritrovati nuovamente all’entrata del tunnel pedonale sotto il Tamigi, che io e A.B. abbiamo attraversato l’altra settimana. Stavolta no.

Questa volta non abbiamo girato a destra e siamo scesi attraverso il tunnel, ma abbiamo proseguito dritto, lungo l’argine del fiume. Ci siamo detti “perché no?”: il sentiero era piacevole e agevole, c’erano tante cose da vedere e c’era il sole: quel giorno, perfino le nuvole meritavano di essere fotografate. Bene, oggi niente tunnel.

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A Greenwich y de nuevo por el Támesis

¿Qué hay de nuevo, amigos?

He estado en Londres durante toda la semana por asuntos de negocios: dos conferencias, entrevistas, comidas de negocios (como de costumbre). Y como también es costumbre, me las arreglé para visitar un poco el entorno. Tuve la suerte de haber terminado todo el trabajo del día antes en la hora de la comida, dejándome el resto del día libre para actividades recreativas. Así que esa mañana me puse mis vaqueros “inteligentes” de confianza, metí mis zapatillas en una bolsa para cambiarme los zapatos de la oficina y nos fuimos, después del respectivo desayuno inglés, claro J.

Mi trabajo de esta mañana consistía en hacer una presentación en la Cloud Expo Europe. Esta se llevó a cabo en el enorme ExCel, en Londres, que poco después descubrí que no está muy lejos del Támesis, mi río favorito :). Así que, después de la conferencia, mi compañero de viaje A. Sh. y yo nos dirigimos hacia este…

Desde la sala de exhibición son solo 5 minutos hasta el teleférico de Emirates que cruza el Támesis,  el mismo que A.B. y yo vimos y que no tuvimos tiempo de visitar la vez anterior. Me alegra tanto que esta semana sí hayamos tenido tiempo para un breve paseo, es increíble. Lo recomiendo mucho, si es que está soleado, como nos tocó a nosotros.

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Cosa dicono le petunie mentre cadono?

Oh no, non un’altra volta!”

Ebbene sì, lo so perché c’è scritto nella Guida galattica per autostoppisti. Cito:

<<Curiosamente, l’unica cosa che pensò il vaso di petunie cadendo fu: “Oh no, non un’altra volta!”. Molte persone hanno riflettuto che se noi sapessimo esattamente perché il vaso di petunie pensò così, sapremmo molte più cose sulla natura dell’universo di quante non ne sappiamo attualmente>>.

Oggi sul presto mi sono ricordato di questo piccolo paragrafo. Mi trovavo di nuovo sull’aereo e, guardando il paesaggio sottostante fuori dal finestrino del lato sinistro ho pensato “Oh no, non un’altra volta!”. Ho dato un’occhiata alla rotta dell’aereo segnalata sullo schermo di fronte a me: nel volo Mosca-Londra stavamo sorvolando Amsterdam. Proprio qualche giorno fa ho percorso la stessa identica rotta, anche se in senso contrario!

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“Mmmm, mi sento un po’ come le petunie solo nel viaggio di ritorno”, ho pensato.  Non so se si tratta di autocritica o se mi sto sopravvalutando. Fisici e botanici hanno differenti punti di vista sull’argomento, non sto qui a commentare. Almeno so che l’atterraggio a Heathrow non deluderà le mie aspettative e riuscirò a vedere Londra dal finestrino in tutta la sua bellezza!

Laggiù è dove la settimana scorsa io e il mio compagno di viaggio A.B abbiamo corso la mezza maratona lungo il Tamigi.

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L’ Aia è vaga, ma che spiaggia!

Da Utrecht siamo tornati a ovest, stavolta in auto, verso L’Aia. Era il momento di essere giudicato, non in tribunale, ma da discorsi approfonditi: il mio, Protecting Bits and Atoms, il primo all’International ISCC One Conference, ma vi dirò di più tra poco.

Alla vigilia della conferenza mi sono dedicato a uno dei miei passatempi preferiti: andare a spasso nel luogo che visito per affari, che stavolta era la sede del governo e del parlamento dei Paesi Bassi (da non confondere con la capitale, Amsterdam).

Che posso dire? Impressione generale, in una parola: scialba. In tre parole: un po’ noiosa. Sebbene sia una città costiera con una spiaggia meravigliosa (vedere in basso), era un po’ troppo tranquilla. Ma, dopotutto, è bassa stagione. Cerano poche persone sia in città che lungo la costa. “Come a mezzanotte in Norvegia a nord del Circolo Polare Artico: il sole splende e non c’è nessuno”, ha detto bene il mio compagno di viaggio A.B. “Già, A.B. O come a mezzanotte in Islanda“, ho confermato.

Spezzerò una lancia a favore dell’Aia: la sua spiaggia è davvero splendida!

Arte moderna sul lungomare:

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La città dove la bici regna sovrana

A Londra siamo saltati su un aereo e abbiamo sorvolato il Mare del Nord, direzione: Amsterdam.

Non è che ci siamo rimasti a lungo, dal momento che siamo stati scaraventati prima a Utrecht e poi nel centro politico del paese, L’Aia, per affari.

In questo post: Utrecht, la città della bicicletta.

Qui le bici sono ovunque. No, davvero ovunque: questo posto ne è invaso.  E se andate a piedi, dovete stare attenti: un momento di distrazione e prima di rendervene conto, ci sarà dietro di voi il trillo di un campanello che vi suggerisce di… farvi da parte (educati, gli olandesi:). Penso che dovrebbero introdurre caschi con gli specchietti retrovisori, obbligatori per tutti i nuovi arrivati in città, ossia per tutti quelli che non sono nati qui e quindi non possiedono lo speciale sesto senso necessario per rilevare i pericoli a due ruote in arrivo.

#utrecht #holland #netherlands

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La mezza maratona di Londra

Normalmente, per i post sul blog mi attengo al seguente modus operandi: se non ci sono molte foto, allora deve compensare una buona quantità di testo; se le foto sono tante, lascio che parlino loro e ci vado più piano con il numero di parole.

Oggi, amici, sarò di poche parole. È questa la caratteristica della capitale del Regno Unito: c’è sempre tanto da vedere e da fotografare. Ci sono stato nel fine settimana con il mio compagno di viaggio A.B., anche lui un amante di Londra, e abbiamo corso un’autentica mezza maratona fotografica lungo tratti delle rive del Tamigi che non avevo mai visto prima, tutte le nicchie e le fessure lungo la strada.

La notte precedente alla nostra maratona fotografica abbiamo alloggiato nel mio hotel preferito della capitale: Ham Yard. Non la sistemazione più vicina al Tamigi, ma meglio così: il nostro riscaldamento prima di giungere al fiume è avvenuto nella Cattedrale di St. Paul, e ovviamente non potevamo non salire sulla sua famosa cupola.

london-uk-spring-stroll-1Dentro la cattedrale è vietato fare foto e video, ma la vista dalla sommità e anche tutto intorno è semplicemente stupenda, da sfondo del PC.

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BIRRA E FORMAGGIO A TEL AVIV

Tutti gli affari in Israele, conclusi. Adesso, un po’ di riposo e relax con una piacevole passeggiata primaverile nella soleggiata Tel Aviv.

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A mio modesto parere, da queste parti la primavera è il periodo migliore dell’anno. Qui l’estate è soffocante: troppo calda e tremendamente umida, mi tornano sempre in mente le parole di Bulgakov: “Erano passate più di tre ore da quando la processione aveva raggiunto la collina, e nonostante il sole sul Golgota avesse cominciato la sua discesa, la calura era ancora insopportabile.” Ok, si riferiva a Gerusalemme, però si trova a soli 50 chilometri di distanza. Ma divago…

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