Post del mese: agosto 2018

Come sconfiggere i Voldemort della rete

Le fiabe e le storie fantasy hanno da sempre contribuito a demolire il mito dell’invincibilità di loschi faccendieri e malfattori (quanto a noi, da più di vent’anni abbiamo fatto lo stesso, anche se nel cyberspazio). Ogni Voldemort si affida alla protezione del suo diario, del suo anello, del suo serpente, del suo… beh, penso sappiate tutto degli Horcrux. E il successo della vostra battaglia contro i malfattori, siano essi personaggi delle fiabe o virtuali, dipende da due fattori chiave: la costanza e l’intelligenza (vale a dire la tecnologia). Oggi vi racconterò in che modo la costanza e l’intelligenza, sommati alle reti neurali, all’apprendimento automaticoalla cloud security e alle conoscenze specifiche — parti integranti dei nostri prodotti — vi proteggeranno da potenziali cyberminacce future.

 

In realtà, ci siamo occupati di tecnologie di protezione contro cyberminacce future già in passato (più di una voltamolto più di una volta e anche per farci due risate). La ragione per cui siamo così fissati al riguardo la potete ben immaginare.

Il motivo è dovuto al fatto che tali tecnologie sono esattamente ciò che differenzia una protezione solida e robusta da  una finta intelligenza artificiale e da prodotti che utilizzano informazioni rubate per individuare i malware. Identificare la sequenza dei codici utilizzando una firma conosciuta, dopo che il malware si è già introdotto nel sistema e ha iniziato a giocare brutti scherzi all’utente, non serve a nessuno, equivale a pestare l’acqua in un mortaio.

Tuttavia, anticipare il modo di agire dei malfattori cybernetici, imparando a conoscere i punti deboli che loro gradiscono maggiormente e stendere delle reti invisibili in grado di effettuare una rilevazione veloce e automatica, è una cosa che solo pochi operatori del settore sanno fare, triste ma vero. Un numero molto esiguo, in effetti, in base ai risultati di test indipendenti. WannaCry, la più grande epidemia del decennio, ne è un tipico esempio: grazie alla tecnologia System Watcher, i nostri prodotti hanno protetto i nostri utenti contro tale attacco informatico in maniera proattiva.

Il punto chiave è il seguente: Non è possibile avere una protezione così estesa contro minacce informatiche future. Non esiste emulatore o sistema specifico di analisi di Big Data che sia in grado di coprire tutte le possibili minacce. Per fare ciò, le reti invisibili dovrebbero proteggere il più possibile ogni livello e ogni canale, conservando traccia di tutte le attività dell’oggetto nel sistema per evitare che possano creare problemi, mantenendo l’uso di risorse al minimo, zero “falsi positivi” e una compatibilità al 100% con le altre applicazioni per evitare la temuta schermata blu.

D’altronde, anche l’industria dei malware continua a perfezionarsi. I malfattori cybernetici hanno insegnato alle loro creature (e continuano a farlo) come celarsi in modo efficace nel sistema. In poche parole, in che modo mutare la loro struttura e il loro comportamento, come modificare le modalità di azione ed agire lentamente, senza fretta (minimizzando l’utilizzo delle risorse del computer, attivandosi in modo programmato senza dare nell’occhio una volta introdotti nel pc, etc.) e, inoltre, come immergersi letteralmente nel sistema nascondendo le loro tracce e utilizzare metodi “puliti” o quasi. Ma dove c’è un Lord Voldemort, ci sono sempre degli Horcrux  da distruggere per porre fine ai suoi propositi malvagi. La domanda è: dove trovarli?

Qualche anno fa, i nostri prodotti avevano rafforzato il loro arsenale di tecnologie proattive per la protezione contro le minacce informatiche avanzate adottando un’invenzione molto interessante (il brevetto RU2654151). Tale brevetto utilizza un modello comportamentale di oggetti addestrati all’ identificazione accurata di anomalie sospette all’ interno del sistema, la localizzazione della fonte e l’eliminazione anche del “più prudente” dei worm. Continua a leggere:Come sconfiggere i Voldemort della rete