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Tokyo – Seoul

Stavolta in Giappone niente Top 100, niente gite, niente passeggiate… niente tempo libero. Nient’altro che conferenze, meeting, interviste e altro shigoto assortito (仕事), ossia, lavoro.

Prima di giungere nella Terra del Sol Levante, speravo che il ritmo fosse meno frenetico del solito, con maggiore libertà per rilassate visioni di paesaggi storici e naturali, passeggiate serali meditative, fiori di ciliegio e così via. Giusto. Più si andava avanti, più sembrava mi sfuggisse la possibilità di vedere cose quali il Monte Fuji o Aogashima, e di precipitare nel “tutto shigoto, shigoto, shigoto“. Che va anche bene, ovviamente, ma… beh, guardate cos’è successo a Jack!

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L’unico frammento di micro turismo che mi è toccato è stata una marcia veloce lungo il mio percorso preferito fuori/intorno al Palazzo Imperiale di Tokio.


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Tokyo a 360 gradi

Per cominciare…

Stamattina presto mi sono goduto una vista davvero panoramica di Tokyo dall’alto di un hotel-grattacielo!

Normalmente riuscite ad ammirare solo una parte della città; tuttavia, stavolta il mio compagno di viaggio A. Sh. si trovava su un altro piano dall’altro lato dell’edificio. Fuori dalla mia finestra potevamo vedere i grattacieli finanziari e, in lontananza, il Monte Fuji all’orizzonte, mentre fuori dalla sua vedevamo il resto di Tokyo. Stare così in alto ha i suoi vantaggi, ovviamente. Soprattutto quando la direzione dell’hotel lascia in ogni stanza dei binocoli su piatti speciali. :).

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LE FERROVIE DEL GIAPPONE SECONDO UN GAIJIN

Dopo ulteriori incontri e discorsi no-stop, stavolta a Nagasaki, il nostro viaggio è proseguito su un treno ad alta velocità, nel buio più assoluto. Dove, non lo indovinerete mai, ecco un indizio:

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Ok, basta con i misteri. Siamo schizzati sull’isola di Kyushu, ossia nella città di Fukuoka (capoluogo della prefettura omonima), nello specifico il distretto di Hakata-ku. Curiosamente, i treni (compreso il nostro) che vanno nel distretto di Hakata sono denominati “treni per Hakata”, non “treni per Fukuoka”. Come se ci fossero “treni per Kings Cross” invece di “treni per Londra”. Insolito.

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GIAPPONE, TOCCATA E FUGA

Per un attimo ho pensato di essere troppo vecchio per queste cose. Ma solo per un attimo. 🙂

Ho appena concluso un rapidissimo viaggio d’affari in Giappone. Tre isole (Honshu, Kyushu e Okinawa) e quattro città: alcune molto conosciute, altre meno. Rispetto al solito, non era previsto alcun giro turistico: solo meeting, discorsi e interviste. Tuttavia, mi conoscete: c’è sempre qualcosa su cui scrivere e verso cui puntare l’obiettivo della fotocamera!

Il mercato giapponese è complesso, difficile, esigente, cauto, tosto. Gli affari vanno sempre bene e il numero di clienti e partner cresce, ma molto lentamente. Così lentamente che devo andarci di persona con una certa regolarità, due o tre volte l’anno, molto più spesso che in altri paesi. Non che me ne stia lamentando. I lettori abituali ricorderanno che ho un debole per tutto quello che riguarda il Giappone.

La tabella di marcia ha sempre tempi stretti in Giappone, ma stavolta erano esageratamente stretti. Una maratona no-stop di meeting, interviste, presentazioni e trattative. Quasi uno sforzo fisico. Naturalmente la sera, tornando in hotel, non desideravo altro che un bel letto caldo. Ma… se il letto fosse duro e non così caldo? Anche quello mi tocca!

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Forse il viaggio si è rivelato particolarmente difficile perché seguiva una agenda lavorativa altrettanto tosta a Pechino. Ma quando mi sono svegliato quella mattina, non c’erano dubbi: ero in una delle città più interessanti e insolite del pianeta, e una delle mie preferite. Cielo limpido e il Monte Fuji come sfondo (sulla cui cima sono già salito due volte!). Inequivocabilmente… Tokio!

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COLLERA E F1 GIAPPONE

Porto avanti molti affari in Giappone.

Normalmente le procedure aeroportuali per passare dalla poltrona dell’aereo all’uscita, valigia in mano, sono veloci ed efficienti. Ma a volte, sembra che le cose non vadano tanto lisce: siamo atterrati recentemente a Osaka e la fila per il controllo passaporti è durata due ore! Guardate la folla di viaggiatori contrariati. Questo è semplicemente inaccettabile! Voglio dire, Giappone, DAI. È davvero così complicato mettere più personale? Pronto?

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Quattro biglietti per Aogashima (parte II): Hachijo-jima

Riassunto del episodio 1:

Volo alle 7:00 di mattina da Tokyo (Haneda) a Hachijo-jima, connessione (volo in elicottero) per Aogashima dove abbiamo trascorso una giornata splendida, scalando, girando per tutta l’isola e scattando foto a destra e a manca. Bellissimo!

La mattina successiva avevo un leggero senso di déjà-vu: mi sveglio all’improponibile orario delle 7:30 ma questa volta in vero stile “boy scout”, accompagnato dal suono di un annuncio dall’altoparlante dell’hotel: peem paam poom puum ohayo gozaimasu (che significa “buon giorno” in Giapponese), seguito da altre frasi di cui ho afferrato solo “arigato” e “kudasai“. Giù dal letto! Mi alzo, faccio colazione e mi dirigo verso eliporto.

Vi ricordo che c’è solo un volo al giorno e il tempo è buono. Se il tempo non è buono, non ci sono elicotteri. Il volo Hachijo-jima – Aogashima è partito alle 9:15 ed è atterrato alle 9:40 (in base alle nostre osservazioni). Dopo l’atterraggio, il tipico viavai: scendono i passeggeri e ne salgono altri, abitanti di Aogashima e turisti; e poi l’elicottero riparte.

Però, il volo di ritorno ci ha lasciato su Hachijo-jima alle 11:30 di mattina. Il nostro volo verso Tokyo (Haneda) era alle 5:20 di pomeriggio, perciò avevamo 6 ore che potevamo usare come volevamo. Come le abbiamo spese? “Affittiamo un auto e andiamo alle terme naturali?” Questo è quello che molti di noi hanno proposto, ma… sbagliato! Ho dato un’occhiata alla mappa e ho visto che c’era un sentiero che conduceva fino alla vetta del vulcano. Perciò abbiamo deciso di scalare il Hachijo-Fuji (sembra che tutte le montagne sacre in Giappone si chiamono “Fuji”). Questo era il piano.

Fonte

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Quattro biglietti per Aogashima

Un giorno, navigando su Internet, mi sono imbattuto in una storia molto curiosa su di un luogo molto particolare in Giappone: un posto meravigliosa ed interessante, ma non di facile accesso. Stiamo parlando dell’isola di Aogashima, a diverse centinaia di chilometri di distanza a sud di Tokyo, sul confine tra Filippine e oceano Pacifico. “Bisognerà andarci!”, mi sono detto. E infatti è stata proprio una buona idea! Sono stata sull’isola lo scorso sabato. Davvero curiosa! Ve lo raccomando!

Ora diamoci uno sguardo più da vicino!

È un’isola di origine vulcanica creatasi a partire da un’antica caldera che è implosa e da cui poi, poche centinaia di anni fa, è sorto il cono di un nuovo vulcano, proprio lì nel mezzo.

La potete osservare in queste foto panoramiche

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Giappone, il luogo perfetto per recuperare le forze

I lunghi viaggi stancano tantissimo; chi percorre lunghe distanze normalmente ricorre all’aqua per rilassarsi, rinfrescarsi e ritornare un po’ in sé. Di solito, ci si fa una doccia o un bel bagno; oppure, una sauna o un tuffo in una piscina gelata.

Ma solo in Giappone si possono vivere i benefici effetti rilassanti di un ryokan che unisce il piacere di un bagno caldo con una gastronomia deliziosa. Perfetto per ricaricare completamente le pile! Questo è proprio quello che, di recente, è successo a me presso lo stabilimento Izukogen Hanafubuki Ryokan, nella penisola di Izu (伊豆), non troppo distante dal Monte Fuji.

Nel caso in cui qualcuno di voi non sapesse cos’è un ryokan, si tratta di un tradizionale albergo giapponese, di solito non molto grande, con futon adagiati a terra, cibo giapponese delizioso e vasche calde in cui bagnarsi.

Se non siete giapponesi, comunque, bisogna che facciate attenzione. Prima di tutto è fondamentale capire la cultura giapponese dato che è facile commettere qualche passo falso che possa offendere qualcuno o creare malintesi culturali, nella migliore delle ipotesi, o uno scandalo internazionale, nel peggiore dei casi 🙂 La cosa migliore è visitare un ryokan con degli amici o dei colleghi giapponesi ed evitare così equivoci. Accompagnati dai locali, sarete al sicuro e proverete quello che provano i giapponesi: alcuni giorni di relax per nutrire l’anima e rivitalizzare lo spirito.

Ma non è solo il cibo e l’acqua a rinvigorire il corpo e l’anima: l’hotel è pieno di boccioli di ciliegi ancora in fiore, piccoli casette pittoresche, accoglienti sentieri e una gran varietà di flora e fauna. Uno spettacolo sublime.

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