Svizzera, bassa stagione e nebbia

“È un deserto circolare il mondo,
il cielo è chiuso e l’inferno è vuoto”

Octavio Paz, Elegía interrumpida

Durante il mio ultimo viaggio, mentre stavo attraversando la Svizzera, ho ricordato questi meravigliosi versi del noto (sebbene forse non troppo) poeta messicano Octavio Paz. Devo dire che non mi aspettavo che la bassa stagione fosse così bassa. Perché? La zona era praticamente deserta, e così anche gli hotel. Del resto, l’allegria estiva è un lontano ricordo e forse è ancora presto per iniziare a festeggiare il Natale e l’apertura delle stazioni sciistiche.

E come se non bastasse, tutto si faceva ancora più desolato quando scendeva la nebbia…

Svizzera_1Tutto pietrificato

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Dieci consigli per combattere i patent troll

Da tempo, soprattutto in seguito alle nostre recenti vittorie in tribunale, molte persone mi chiedono in che modo si possono combattere i patent troll. Ogni vostro desiderio è un ordine… ecco qui i nostri 10 migliori consigli per contrastare e sconfiggere queste sanguisughe.

Innanzitutto, meritano un applauso i ragazzi di Kaspersky Lab che hanno redatto questi consigli (e che combattono con tenacia i patent troll giorno dopo giorno). Nello specifico sono:

  • Nadya Kashchenko, Chief IP Counsel
  • Dmitry Polyakov, Head of IP Protection & Defense
  • Nikolay Borovikov, Head of IP Research & Analysis
  • Sergey Vasilyev, Senior IP Counsel

Grazie alle numerose battaglie che abbiamo condotto negli anni contro questi piranha in giro per il mondo, possiamo trarre una serie di conclusioni sui patent troll. È vero che ogni paese ha il proprio scenario economico e socio-politico e le proprie leggi sui brevetti, tuttavia possiamo identificare delle caratteristiche comuni per questo fenomeno. Premetto, però, che in questo post parlerò soprattutto della situazione negli Stati Uniti, dove i patent troll sono una vera e propria piaga che tarpa le ali alle compagnie più innovative.

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Inventori e invenzioni

Come confermano gli ultimi eventi, abbiamo spesso a che fare con i brevetti. Nella nostra casella di posta arrivano e-mail di ogni genere su tutta una serie di brevetti e invenzioni, alcune con notizie positive, altre con notizie negative, interessanti o che ci lasciano assolutamente indifferenti.

Tutto ciò mi ha fatto pensare…

… Ho deciso di fare una piccola ricerca su tutte le previsioni strane, pazzesche e assolutamente non azzeccate che hanno dato nel corso dei secoli alcuni “esperti” su nuove idee, invenzioni o idee di business.

Vi propongo un elenco delle 20 assurdità più incredibili che ho trovato sul Web; sicuramente alcune vi lasceranno a bocca aperta, altre vi faranno sorridere, e altre ancora vi faranno scoppiare in una fragorosa risata:

1. “È fisicamente impossibile che cadano pietre dal cielo” – Accademia parigina della scienza sui meteoriti, 1772;

2. “In futuro un computer potrà forse pesare solo 1,5 tonnellate”Popular Mechanics, 1949;

3. “Penso che nel mondo ci sia mercato forse per quattro o cinque computer”  – Thomas Watson, Presidente di IBM, 1943;

4. “Ho viaggiato in lungo e in largo e ho parlato con i migliori esperti, e sono certo che il data processing è una moda passeggera che sparirà da qui a un anno” – Editore, Business Books, Prentice Hall, 1957;

5. “Si ma… a cosa serve?” – Ingegnere IBM parlando del microchip, 1968;

6. “Che bisogno ha una persona di tenersi un computer in casa?” – Ken Olson, fondatore della Digital Equipment Corp., 1977;

7. “Il telefono ha troppi difetti per poter essere considerato un mezzo di comunicazione vero e proprio. Non è di alcuna utilità” – Nota interna di Western Union, 1876;

8. “Questa scatola musicale senza fili non ha alcun valore commerciale. Chi pagherebbe per ascoltare un messaggio inviato da uno sconosciuto?” – Soci di David Sarnoff che, negli anni ’20, era alla ricerca d’investimenti per progettare la radio;

9. “L’idea è interessante e ben sviluppata, ma per superare la sufficienza dovrebbe essere qualcosa di fattibile – Professore dell’Università di Yale in risposta al progetto di Fred Smith di avviare un sistema d’invio postale notturno (Smith ha poi fondato la Federal Express Corp.);

10. “Chi al mondo vorrebbe sentir parlare degli attori?” – H. M. Warner, Warner Brothers, 1927;

11. “Non li vogliamo. La loro musica non funziona e le band che usano chitarre sono fuori moda” – Un portavoce della Decca Records, riferendosi ai Beatles, 1962 (qui ho riso tantissimo);

12. “Qualsiasi macchina più pesante dell’aria non può volare” – William Thomson Lord Kelvin, scienziato inglese, 1899;

13. “Questo tal Professor Goddard con la sua “cattedra” al Clark College non è a conoscenza del rapporto tra azione e reazione e del bisogno di avere qualcosa di meglio che il vuoto contro per ottenere una reazione; quello che afferma è totalmente assurdo. Sembra che abbia delle lacune sulla materia che lui stesso insegna” – Critica del giornale The New Yor Times sul lavoro di Robert Goddard sui missili. Il 17 luglio 1969, il giornale ha poi ritrattato la sua dichiarazione;

14. “Trivellare per cercare petrolio? Cioè, spaccare la terra per trovare del petrolio? Lei è pazzo” – Risposta di alcuni lavoratori quando Edwin L. Drake voleva assumerli per una campagna di trivellazione nel 1859;

15. “Gli aerei sono dei bei giocattoli, ma di nessuna utilità militare” Ferdinand Foch, comandante dell’esercito francese, 1911;

16. “Tutto ciò che poteva essere inventato è già stato inventato” – Dichiarazione attribuita a Charles H. Duell, commissario dell’Ufficio Brevetti statunitensi, 1899;

17. “La teoria dei germi di Luis Pasteur è pura e ridicola finzione” – Pierre Pachet, professore di fisiologia di Tolosa, 1872;

18. “L’addome, il petto e il cervello non saranno mai toccati dalla chirurgia umana” – Sir John Eric Ericksen, chirurgo inglese nominato “Surgeon-Extraordinary” (chirurgo eccelso) dalla Regina Victoria, 1873;

19.“640 kb saranno sufficienti per tutti” – Frase attribuita a Bill Gates, 1981;

20. “100 milioni di dollari per la Microsoft sono troppi” – IBM, 1982;

Vi lascio con un piccolo rompicapo, sta diventando ormai una consuetudine:

Leghiamo una corda attorno all’Equatore; tagliamo poi la corda in un punto e aggiungiamo un altro pezzo di corda di un metro di lunghezza. Se questa corda potesse magicamente galleggiare nell’aria, a che distanza lo farebbe dalla Terra?

Dove c’è neve c’è casa

Alla fine, il mio giro attorno al mondo si è rivelato divertente, ma impegnativo:

Mosca – DublinoAbu DhabiCanberra & Sydney – SingaporeAustin (via NYC e Dulles) – Riyadh – Tokyo/Osaka/Tokyo – e ora: casa!

Il viaggio nel suo complesso è stato una molto intenso, con un agenda fitta di impegni e poco tempo da poter dedicare a visite più rilassanti. Ad essere onesto, mi ha spremuto come un limone. Sono davvero esausto, distrutto, esaurito, a pezzi, k.o. e chi più ne ha più ne metta. Mentre stavo camminando verso il gate nell’Aeroporto Internazionale Narita di Tokyo, c’è stato un momento in cui mi sono quasi addormentato sul tapis roulant 🙂

Appunti:

Al di là dei programmi e dei film offerti a bordo che potevo vedere nella tv di fronte a me, spesso optavo per osservare lo schermo dove veniva mostrato l’itinerario di volo. È un po’ come nel gioco del cricket. Non succede mai nulla, tutto succede a passo di lumaca…

Tokyo-MoscowCricket aereo

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Giappone: impressioni e stagioni

Malinconico tempo! Fascino degli occhi!”

Alexander Pushkin, Autunno, 1833

Ogni volta che vedo un variopinto paesaggio autunnale, mi viene in mente questo verso di Pushkin. Ed è quello che mi è capitato di recente nella terra del Sol Levante.

Ashinoko Lake

Fall in Osaka

Ormai ho perso il conto di quante volte sono stato in Giappone. Che siano state 15 o 20? Forse 20 o 25? Più o meno ci aggiriamo attorno a questa cifra. La prima volta è stato nel 2004 per la conferenza AVAR, e da allora i viaggi in questa splendida terra si sono fatti via via più frequenti, fino a tre volte l’anno. Non posso proprio lamentarmi, perché il Giappone è uno dei paesi che più mi piace al mondo, se non proprio il mio preferito. Strano ma fino ad ora ero stato in Giappone in estate, primavera e in inverno ma mai in autunno. E dire che le stagioni “migliori” per visitare questo paese sono proprio la primavera (per la fioritura dei ciliegi) e l’autunno (quando cadono le foglie degli alberi). Ebbene, finalmente sono riuscito a recarmi in Giappone a novembre, per potermi ubriacare dei meravigliosi colori (le sfumature di giallo verde e marrone sono incredibili) e per farmi sovrastare dalla bellezza dei passaggi. Continua a leggere:Giappone: impressioni e stagioni

Il giro del mondo.. in jetlag

Un paio di giorni fa, ho volato con la Cathay Pacific Limited dalla capitale dell’Arabia Saudita, Riyad, via Abu Dhabi e Hong Kong, in direzione Giappone. E pensare che ad Abu Dhabi ero stato solo 3 settimane fa per il Grand Prix di Formula 1!  Ma è proprio così! Per la seconda volta, in poco più di un mese, ho fatto il giro del mondo:  DublinoAbu DhabiCanberra (e Sydney) – SingaporeAustin – Riyadh – Abu-Dhabi. 1 circumnavigazione totale del globo terrestre + 2 attraversamenti dell’equatore.

Quali sono le cose che mi sono rimaste più impresse al termine di questa “maratona globale”?

Prima di tutto l’Arabia Saudita è un paese davvero secco – in tutti sensi. Se ti beccano con una bevanda alcolica potresti rischiare la fustigazione, più una multa, più la reclusione in carcere. Se sei venuto per lavoro, non ti aspettare un rinfresco o un aperitivo con alcolici. A noi non è stato offerto nulla che contenesse alcol; le bevante più “forti” erano il caffé e lo yogurt. Persino nel Ritz-Carlton.

Curiosamente – e indipendentemente dalla compagnia aerea – quando si vola nello spazio aereo che sovrasta l’Arabia Saudia vengono immediatamente banditi gli alcolici. Nemmeno un chicchetto! Volando con la Saudi Arabian Airlines, beh… ce lo potevamo aspettare. Ma volando con la Cathay, no. Abbiamo dovuto aspettare di entrare nello spazio UAE per un bicchiere di liquore.  Non è che fossi disperato per non poter bere nulla di alcolico, ovviamente (ehm, ehm – colpo di tosse fuori scena), ma un goccetto per riscaldare le corde vocali avrebbe fatto comodo.

A proposito di voli, vorrei menzionare un’altra idiosincrasia dei viaggi attorno al mondo.

Ce ne sono di due tipi: verso ovest (seguendo il sole) e verso est (in direzione contraria).

Volare verso ovest è più semplice e piacevole che verso est. Volando verso ovest, il dormire viene posticipato un po’ (o forse dovrei dire che non si dorme mai!) e in questo modo la mattina ti verrà naturale svegliarti molto tardi. Al contrario, viaggiando da Mosca a, diciamo, Boston, alle 21.00 orario locale, a Mosca (e anche per il tuo orologio biologico) saranno le 6.00 di mattina del giorno dopo. A questo punto non ti resta che andare a dormire alle 21.00 ora locale, sebbene sia un po’ presto (ma per te sono le 6.00 di mattina). L’unico problema in questo caso è che ti potresti trovare sveglio MOLTO presto la mattina successiva, circa alle 4.00 di mattina, ora locale di Boston. Quante volte mi è successo di andare negli States e mettermi in fila per la colazione alle 6.00 di mattina, dopo lunghe ore di attesa nell’atrio (dato che ero già sveglio da un pezzo!).

Volando verso est, è esattamente il contrario. Il jetlag è sempre molto più duro. Si sente una disperata necessità di dormire, continuamente, a qualsiasi ora, e talvolta è impossibile dormire senza l’aiuto di medicine. Ti ritrovi completamente come uno zombie. Per dominare la situazione, c’è solo una cosa da fare: mettersi sotto le coperte durante il giorno e dormire per circa 12 ore, anzi 14. Però, purtroppo, non è facile riuscirci: l’orologio biologico non te lo permette (colpa della melatonina), alcuni impegni e incontri già programmati per la giornata, o l’invito di qualche ospite simpatico… insomma, c’è sempre qualcosa che te lo impedisce.

Bene, questo è tutto per oggi. È ora di schiacciare un sonnellino. Buona notte e sogni d’oro!

Per coloro che non riescono a dormire, ecco un rompicapo:

Abbiamo 100 chili di cetrioli composti al 99% d’acqua. Parte dell’acqua evapora e ne rimane il 98%. Qual è il nuovo peso dei cetrioli, in chili?

 

I100 luoghi da visitare prima di morire

Ciao a tutti!

Come molti di voi sapranno, viaggio moltissimo. E per non incorrere in problemi fiscali, devo fare particolmente attenzione a non stare più di 183 giorni fuori dal paese!

E dato che molti mi considerano una sorta di Marco Polo moderno, al ritorno dai miei lunghi viaggi di lavoro, una delle prima domande che tendono a farmi è “Qual è l’ultimo posto dove sei stato?”

Per questo motivo ho deciso di redigere una lista dei posti più interessanti che ho avuto la fortuna di visitatare durante i miei viaggi in giro per il mondo.

Dopo aver completato la stesura di una prima lista abbozzata, diciamo che il risultato era un po’… insipido; mi pare che arrivasse a 53 o 73 luoghi, o un altro numero dispari – ora non ricordo esattamente. Così ho deciso di aggiungere altri luoghi, luoghi che non bisogna assolutamente lasciarsi sfuggire. In questo modo la lista ha raggiunto la cifra tonda di 100.

Ecco dunque la lista redatta personalmente da me: “The Top-100 Must-See Places in the World”, i 100 posti al mondo da non perdere. Spero che vi piaccia e vi auguro di poter visitare il maggior numero di luoghi possibile!

Eugene Kaspersky's top 100 must-see places in the worldBon voyage gente!

 

Java, croce e delizia degli utenti

Woo-hoo! Ancora una volta abbiamo messo i bastoni tra le ruote ai cybercriminali! Il nostro sistema di protezione ha protetto Microsoft Office da probabili attacchi davvero insidiosi.

Poco tempo fa è stata scoperta una nuova vulnerabilità piuttosto comune in questa applicazione: aprendo un documento, senza che l’utente se ne accorgesse, veniva iniettato un codice dannoso all’interno del computer. Si tratta di un attacco zero-day in piena regola che sfrutta una vulnerabilità in MS Office fino ad oggi sconosciuta (per la quale non sono state ancora rilasciate delle patch) e che la maggior parte degli antivirus sul mercato non riescono a individuare. Indovinate un po’? Il nostro antivirus è riuscito dove altri hanno fallito!

La nostra tecnologia di Prevenzione Automatica degli Exploit (AEP) ha individuato un comportamento anomalo e ha bloccato in maniera proattiva gli attacchi corrispondenti. Non sono stati necessari aggiornamenti, nessuna attesa, nessun problema. Acciuffato immediatamente!

Ricordiamo che gli attacchi zero-day ultimamente rappresentano una seria minaccia, e devono essere affrontati con la dovuta decisione.

Molti antivirus in realtà non servono quando si tratta di attacchi zero-day perché lavorano principalmente con signature e la cosiddetta “protezione dalle minacce future” è solo sulla carta: belle promesse ma niente di concreto. Per garantire una protezione concreta dalle minacce future sono necessarie menti intelligenti e risorse importanti, e non sempre questa combinazione è alla portata di tutti. Purtroppo (per loro) le tecnologie di cui ci avvaliamo per questo scopo non possono essere copiate così facilmente…

Magari il consiglio dei buddisti o della filosofia new-age di vivere alla giornata può aiutarci nella nostra vita quotidiana, ma nell’industria IT non si può improvvisare, anzi prevedere è la chiave del successo. Per garantire la sicurezza ai nostri utenti dobbiamo guardare sempre al futuro e ipotizzare quali potrebbero essere le azioni dei cybercriminali prima che esse si verifichino. Un po’ alla Minority Report, diciamo. Per questo l’idea di “proattività” rappresenta un punto fermo nella nostra politica aziendale fin dai primi anni ’90, e da allora hanno sviluppato tecnologie innovative come il calcolo euristico o l’emulatore. L’entusiasmo di pensare al futuro scorre nel vene di Kaspersky Lab!

Nel corso del tempo abbiamo rinnovato, raffinato e rafforzato le nostre tecnologie; così, circa due anni e mezzo fa tutti i sistemi di protezione che impediscono agli hacker di sfruttare vulnerabilità sconosciute e non, sono state riunite sotto la Prevenzione Automatica degli Exploit (AEP). E abbiamo fatto giusto in tempo, tra l’altro. Infatti, siamo riusciti a schivare attacchi mirati davvero insidiosi e diversificati, tra cui i famosi Red October, MiniDuke e Icefog.

Poi è arrivato l’interesse improvviso da parte dei cybercriminali nei confronti di Oracle Java; per fortuna, la tecnologia AEP era già pronta all’azione e ha fatto davvero un ottimo lavoro. Un’arma davvero efficace di AEP è stato il modulo Java2SW, specificamente disegnato per individuare gli attacchi condotti attraverso Java.

E proprio di questo modulo vi voglio parlare nel resto del post di oggi.

Nei nostri computer, i software tutti insieme somigliano a una sorta di copertina patchwork: tanti elementi messi assieme e molti buchi tra un elemento e l’altro. Si trovano sempre nuove vulnerabilità nei software (succede spesso, soprattutto se il programma è molto popolare) e le aziende devono garantire ai propri utenti il rilascio delle patch.

Ma… Nº1: Gli sviluppatori di software non rilasciano le patch non appena viene individuato il problema; a volte bisogna aspettare mesi!

Ma… Nº2: La maggior parte degli utenti si dimenticano d’installare le patch (o semplicemente non si preoccupano di farlo) e così continuano a lavorare con un software pieno di falle.

Tuttavia… Nº1: La grande maggioranza dei computer nel mondo hanno installato un software antivirus!

Cosa si può fare quindi? È molto semplice: dotarsi di Java2SW. Perché? Perché risolverà i vostri problemi con Java e potrete sfruttarne al meglio le sue potenzialità.

In generale l’architettura di Java, dal punto di vista della sicurezza, è abbastanza avanzata. Ogni programma viene eseguito in un ambiente isolato (JVM – Macchina Virtuale Java) e viene supervisionato da un Security Manager. Purtroppo, però, Java è diventata vittima della sua stessa popolarità: non importa quanto sia elevato il livello di protezione, prima o poi qualche vulnerabilità si trova, soprattutto se si tratta di un programma popolare. Per questo chi produce un software deve essere preparato a ogni evenienza: (i) sviluppare per tempo delle tecnologie proattive; (ii) avere dei tempi di reazione molto brevi e (iii) informare gli utenti dell’importanza di aggiornare sempre il programma e d’installare le patch.

Per quanto riguarda Java, Oracle non ha fatto un buon lavoro in tal senso. Per questo tantissimi utenti hanno disinstallato in massa Java dal proprio browser, anche se poi risultava complicato visitare alcuni siti Internet.

Le cifre parlano chiaro: nel 2010 sono state individuate in Java 52 vulnerabilità; 59 nel 2011, 60 nel 2012 e 180 nel 2013 (e l’anno non si è ancora concluso!). E anche gli attacchi a Java che sfruttano le sue vulnerabilità sono cresciuti in maniera esponenziale:

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GP d’America 2013

La Formula 1 ha invaso Austin, occupando l’intera area per due giorni interi. Al terzo giorno tutto è tornato alla normalità. Le strade del centro sono state chiuse al traffico, trasformando la zona in un’immensa isola pedonale a disposizione di migliaia di soldati fan della Formula 1 provenienti da tutto il mondo. Non solo sono state chiuse le strade, ma anche i ristoranti erano off-limits perché troppo pieni. Quelli che sono riusciti a sedersi per mangiare, hanno prenotato un tavolo settimane prima. Siamo passati per il bar Coyote Ugly e l’atmosfera era davvero selvaggia, un sacco di gente ballando, praticamente tutti ubriachi.

Purtroppo per la Ferrari in pista non si è respirata la stessa aria di festa che c’era in centro per la vita notturna. Nessun cambio tra le prime posizioni della classifica e sul podio non si è visto nessun pilota in rosso a spargere champagne sulla folla. Uffa!

Il cavallino rampante ripone tutte le sue speranze nella nuova-super-monoposto che sarà disponibile il prossimo anno; ci si aspetta che la vettura faccia faville, accompagnata dalla bravura dei migliori piloti al mondo. Dobbiamo aspettare fino all’anno prossimo quindi. Grrr!

Ecco alcune foto dell’evento:

Formula 1 US GP 2013

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