Trollismo da marinai

Come va gente?

Prima di tutto, alcune foto. Anzi, alcune screenshot scattate sull’ultimo volo transatlantico che ho preso. Notate qualcosa di strano? Vediamo se indovinate…

Diamo un’occhiata a questa immagine…

Anche a questa…

Yes, you”Cannes”

Non sono il primo ad aver osservato il fenomeno in realtà. E in ogni caso, l’avevo già notato tempo fa in altri voli ma, beh… dovevo finalmente dire qualcosa in proposito, no?

Come potete vedere, sono abbastanza stufo. Io credo sia un colpo basso, ingiusto, gratuito, poco sportivo. Di che diamine sto parlando? Che cos’è questo “fenomeno” di cui mi sto tanto lamentando? Avete già indovinato?

Immagino che ci sarete già arrivati dato che in tutti i voli internazionali c’è un monitor che vi fornisce ogni sorta di intrattenimento digitale. Un esempio? La mappa del percorso aereo. Fantastico, no? Vi trovate tranquillamente seduti, sorseggiando un succo di mela (o qualcosa di più forte) e ricevete aggiornamenti in tempo reale sul volo. Velocità, altitudine, ETA (orario stimato di arrivo), ecc. Tutto questo attraverso una mappa digitale strana e meravigliosa. Strana? Sì, “strana”. Perché qualche volta la mappa si trasforma in una cartina che mostra navi sommerse. …Cosa?!

Dunque, negli screenshot mostrati precedentemente venivano indicati i punti esatti di alcune catastrofi marittime:

Thresher (1963)
Andrea Doria (1956)
Monitor (1862)
Imperatrice d’Irlanda (1914)
Hollandia (1743)
Egypt (1922)

Si tratta di “trollismo aeronautico”. Qualcuno della marina civile ha “trollato” le rotte aeree. Una provocazione troll bella e buona!

In realtà, il termine inglese trolling originariamente si riferiva a una tecnica di pesca. Ma non vi preoccupate, non ho fatto confusione. Non mi sto riferendo all’accezione di “pesca a strascico”.

Ad ogni modo mi chiedo se le navi da crociera siano interessate dallo stesso fenomeno e se si trovino al loro interno mappe con i principali schianti aerei del pianeta. Chissà…

Comunque sia, nonostante questo “atto di puro trollismo” sia macabro e poco etico (macabro è dir poco), alcuni dei nomi delle navi affondate, con tanto di data in cui sono sprofondate (in alcuni casi, centinaia di anni fa), mi hanno talmente incuriosito da spingermi a fare qualche ricerca. Ecco quello che ho trovato:

Thresher, 1963

Lo USS Thresher (SSN-593) era un sottomarino nucleare statunitense. Affondò il 10 aprile del 1963, mentre stava realizzando alcuni test d’immersione a grandi profondità, e portò con sé nel fondo dell’oceano tutti coloro che si trovavano a bordo (16 ufficiali, 96 membri dell’equipaggio e 17 ingegneri civili). Il relitto fu poi ritrovato, diviso in 6 parti, nel fondo del mare in un raggio di 300 metri, a circa 2 chilometri e mezzo di profondità. Non si conosce con esattezza la causa del disastro, ma si pensa sia imputabile a un guasto a un condotto e un conseguente allagamento.

Andrea Doria, 1956

L’Andrea Doria, conosciuta come l'”Italian Line”, era un un transatlantico italiano costruito a Genova negli anni cinquanta. Colò a picco il 26 luglio del 1956 dopo una collisione con la nave svedese Stockholm nei pressi di New York. Quello che seguì il naufragio fu una delle operazioni di salvataggio più riuscite della storia. La causa dello scontro pare sia imputabile alla confusione dei due equipaggiper via della nebbia  (sebbene entrambi avessero il radar). Un paio di manovre poco fortunate e le due navi si scontrarono. La Stockholm, quasi come per magia, riuscì a “mettere il suo naso” fuori dalla nave italiana, evitando la catastrofe. Per quanto riguarda l’Andrea Doria, i passeggeri furono fatti salire sulle scialuppe di salvataggio a babordo, ma coloro che si trovavano a tribordo non riuscirono a fare lo stesso dato che la nave era inclinata in quella direzione.

Il fatto interessante è che nella pagine di Wikipedia si afferma che l’equipaggio dimostrò una “condotta eccellente”. Tuttavia, altre fonti non sono della stessa opinione,  denunciando il “comportamento disonorevole dei marinai italiani”. Pare, infatti, che avessero occupato loro stessi le scialuppe di salvataggio senza portare con sé i passeggeri. Si salvarono il 60% dell’equipaggio e il 40% dei passeggeri.

Monitor, 1862

La Monitor fu una delle prime navi corazzate in ferro della storia e fu costruita nel 1862. Si trattava di una nave a fondo piatto che dall’esterno sembrava una boa in procinto difuoriuscire dall’aqua. Il 9 marzo 1862 partecipò alla battaglia di Hampton Roads, in Virginia, la più celebre battaglia navale della guerra di secessione americana, combattendo contro la flotta dei Confederati, costituita dalla CSS Virginia.

La battaglia fu seguita da tutto il mondo, fu un po’ come assistere alla lotta tra due titani che si davano colpi a vicenda sulla dura testa di metallo con una mazza ferrata. Dopo ore ed ore di combattimento, la Monitor finì le munizioni, il suo capitano perse un occhio e la nave dovette lasciare il campo di battaglia, ma c’è chi sostiene che fu quasi un pareggio.

La battaglia fu immortalata in un film del 1999, Ironclads.

La Monitor in realtà affondò l’anno successivo, dopo essere stata riparata. La nave era bassa e non adeguatamente isolata e si crede che il naufragio sia stato dovuto ad un carico eccessivo d’acqua che la nave iniziò a imbarcare da qualche parte e che la portò velocemente verso il fondo del mare. Il luogo in cui giace è stato eletto dagli USA National Sea Sanctuary nel 1975. Per via delle forti correnti e del tempo mutevole, il punto è stato denominato Graveyard of the Atlantic (il Cimitero dell’Atlantico).

L’imperatrice d’Irlanda, 1914

Era un transatlantico di lusso che effettuava viaggi regolari tra Inghilterra e Canada. Non molto tempo dopo l’affondamento del Titanic, uno speciale strumento per l’individuazione degli iceberg venne installato sulla nave. Fu inoltre dotata di 2.212 giubbotti di salvataggio e 36 scialuppe che potevano contenere 1.866 persone.

Il 29 maggio del 1914, a causa di una fitta nebbia (il nemico numero 1 di tutte le navi) l’imperatrice d’Irlanda si scontrò con la nave da carico norvegese Storstad lungo il fiume Saint-Laurent e in soli 14 minuti sprofondò nel fiume a 40 metri. Nonostante fosse ben equipaggiata per le emergenze, molte persone non fecero in tempo a salire sulle scialuppe, molti non fecero nemmeno in tempo a rendersi conto di quello che stava succedendo. La maggior parte di coloro che si trovava sulla Storstad riuscì a salvarsi. A bordo dell’Imperatrice c’erano 1.477 persone: 420 persone formavano l’equipaggio e 1.057 erano passeggeri. Solo 463 sopravvissero.

Curiosità: c’è una leggenda urbana che dice che il gatto di bordo, Emmy, passeggero fisso della nave per ben due anni, saltò fuori dalla nave prima che questa salpasse per il suo ultimo e fatidico viaggio – come se avesse presagito il pericolo. Un altro racconto narra di un certo Frank Tower, addetto al carbone presso il Titanic, che pare sia riuscito a salvarsi da entrambe le sciagure.

Nel 2012 è uscito un film/documentario canadese su questa tragedia.

Hollandia, 1743

L’Hollandia era una nave olandese della Dutch East India Company che pesava 700 tonnellate. La sua attività durò poco più di un anno. Il 13 luglio del 1743, mentre si stava dirigendo verso Batavia (l’attuale Jacarta), si scontrò contro degli scogli nei pressi di Annet, una delle Isole Scilly della Cornovaglia nel sudovest del Regno Unito. Il risultato fu 276 morti. Il relitto fu trovato nel 1971 da un avvocato londinese mentre stava facendo l’Indiana Jones alla ricerca di tesori sepolti.

Egypt, 1922

La Egypt era una nave inglese che andava e veniva regolarmente dall’India. Affondò il 20 maggio del 1922 nel canale della Manica dopo essersi scontrata, per via della nebbia, con la nave Senna. A bordo la nave trasportava un carico d’oro e d’argento dal valore di 200 milioni delle attuali sterline (quasi 240 milioni di euro). Un bottino come questo attirò naturalmente gli Indiana Jones di tutto il mondo, nonostante il punto esatto del naufragio fosse rimasto sconosciuto fino al 1930. Alla fine un italiano, Giovanni Quaglia, riuscì a scoprire dove si trovava il bottino usando avanzate (per l’epoca) mute da sub ed esplosivi acquatici per poter aprire le cassaforti della Egypt. Nel 1935 quasi tutto il carico di valore, che si trovava a 170 metri sotto il livello del mare, fu estratto. Aneddoti a parte, si salvarono 252 su 338 tra passeggeri e membri dell’equipaggio.

Extra: qui il database (disponibile in italiano) delle navi affondate.

Il monitor di fronte a me mi dà ora informazioni su altri luoghi interessanti:

  • Il canyon Hudson, (ora) un canyon sottomarino formatosi nell’era glaciale quando il livello del mare era basso.
  • Il Corner Seamounts, una catena di vulcani estinti sottomarini.

È stupefacente! Questi canyon e fiumi che ora giacciono sul fondo dell’oceano, una volta erano abitati da pesci d’acqua dolce ed erano esposti al sole. Gli uomini preistorici potevano attraversare lo stretto di Bering che univa Siberia e Alaska. Incredibile! Per chi vuole approfondire l’argomento, consiglio questa lettura.

Questo è tutto cari troll e passeggeri!

Ed ora il dessert: un rompicapo su treni e mosche, in due versioni:

Rompicapo v. 1:

Tra Mosca e San Pietroburgo ci sono 600 chilometri di ferrovia. Due passeggeri partono simultaneamente dalla stazione di San Pietroburgo e dalla stazione di Mosca; il punto di arrivo è la stazione dell’altra città. La velocità di ogni treno è di 50 km/h. Sul parabrezza del treno che parte da Mosca c’è una mosca che si spaventa e vola nella direzione di San Pietroburgo a 75 km/h. Quando vede l’altro treno, si spaventa di nuovo e si gira in direzione contraria pero alla stessa velocità. Continua a guizzare tra i treni fino a che questi si superano a vicenda, a metà via tra le due città. Quanti chilometri fa la mosca prima che i due treni s’incontrino?

Rompicapo v. 2:

La distanza tra Tokyo e Osaka è di 500 km (almeno in questo piccolo rompicapo). Simultaneamente dalla stazione di Tokyo e Shin-Osaka partono due treni Shinkansen che vanno in direzione opposta verso le due città. Sul parabrezza del treno che parte da Tokyo si trova una mosca, ma siccome il treno viaggia ad una velocità di 300 km/h, prima di dire ああ、いや l’insetto salta e vola in una direzione casuale a 75/km di velocità. Che distanza ha percorso la mosca quando s’incrociano i due treni Shinkansen, considerando che la velocità media totale è di 250 km/h  e che si fermano nelle stazioni di Yokohama, Nagoya and Kyoto?

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