“Vivere vuol dire combattere contro i troll”*

La nostra euforia per la recente vittoria sui patent troll si è già attenuata. È stato davvero bello leggere buone notizie (come questa, questa, questa, questa e questa) e tutti i commenti incoraggianti degli utenti. Tuttavia, in realtà, la battaglia è appena cominciata, davanti a noi c’è ancora un sacco di lavoro da fare – un sacco, davvero! Facciamo dunque il punto della situazione.

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I patent troll possono essere sconfitti: non dobbiamo mollare mai!

Evviva! Urrà! Campane a festa e squilli di tromba! Siamo orgogliosi di annunciare questa grande notizia: abbiamo sferrato un duro colpo a un altro patent troll statunitense! Il nemico è stato sconfitto e, demoralizzato, si è dato alla fuga. Aveva proprio ragione Churchill quando diceva “Non ci arrenderemo mai!”. Il nostro troll ha gettato la spugna ed è scappato con la coda fra le gambe.

Stupore, felicità, gioia, adrenalina pura… una sensazione unica

In questo modo ha descritto la vittoria N.K, il nostro Chief Intellectual Property Counsel che si è occupato del caso. Per la prima volta è stato battuto uno dei pesi massimi dei troll, che ha “collegamenti” di un certo spessore.

Causa contro i patent troll

È proprio vero, stiamo provando un mix di stupore, felicità, gioia e adrenalina, non potrei essere più d’accordo. Il nostro caso, portato in tribunale ben 18 mesi fa, contro Lodsys (uno dei tentacoli di Intellectual Venture (“IV”) appartenente al più grande patent troll del mondo) aveva subìto un brusco arresto in quanto molte aziende hanno poi capitolato alle richieste di questi parassiti. Come al solito, abbiamo vinto ancora una volta da soli, 54 compagnie hanno deciso di venire a patti con gli estorsori, o altre hanno semplicemente abbandonato il campo di battaglia. In questo processo sono state coinvolte oltre 400 compagnie IT!

Adesso spieghiamo un po’ come è andata…

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K-LOVE & KISSES 2014 – Seconda parte: alfa, beta, zeta

Bentornati amici!

Cosa c’è di nuovo nel nostro KIS 2014, il nuovo prodotto Kaspersky Lab che ha la missione di salvare i nostri dati dai cybercriminali? L’ospite d’onore del post di oggi è la tecnologia ZETA Shield.

Potremmo definirla come una sorta di microscopio hi-tech per antivirus che individua ed elimina anche i malware più insidiosi che si nascondono nei meandri dei file complessi. Per dirlo in poche parole, questa tecnologia ci protegge da future minacce, anche le più sconosciute, quelle che ci colgono di sorpresa e che si trovano nei file più insospettabili.

Per capire meglio il funzionamento della tecnologia ZETA Shield, prendiamo ad esempio le matrioske, le tipiche bamboline russe.

Gli antivirus possono scomporre anche i malware più complessi, nascosti uno dentro l’altro come delle bambole russe. Tuttavia non è sempre semplice.

Come ben sapete, le matrioske sono delle bamboline nascoste una dentro l’altra. Si tratta di una buona analogia con il mondo dei virus e dei programmi infetti e ora vi spiego perché. Un malware fa di tutto per intrufolarsi nell’ambiente che vuole attaccare, e adotta anche dei trucchi per modificare le sue sembianze ed evitare di essere intercettato dai programmi antivirus. S’insinua nei file archiviati, nei contenitori crittografati, nei file multimediali, nei documenti, negli script ecc. E le possibilità sono infinite. Il compito di un programma antivirus  è quello di frugare nelle zone più recondite di questi oggetti ed estrarre eventuali malware.

Quindi è così che funziona e niente più? In realtà non è così semplice, c’è dell’altro.

I programmi antivirus da tempo riescono a scorporare anche i file più complessi. Fin dai primi anni ’90 le aziende si avvalgono delle nostre tecnologie antivirus soprattutto perché riescono ad aprire file compressi e archiviati. Tuttavia, decomprimere un file è solo una parte del lavoro.  C’è bisogno di uno strumento  abbastanza sofisticato che consenta anche di analizzare queste “matrioske”, capire cosa contengono, creare collegamenti tra eventi diversi e infine elaborare una diagnosi. E il tutto in maniera proattiva senza avvalersi di aggiornamenti e signature. È come il lavoro di un detective, che deve trovare potenziali armi binarie. Le componenti di queste armi, prese da sole, sono innocue, ma insieme danno come risultato un congegno mortale.

Ed è qui che interviene la tecnologia ZETA Shield.

Giusto in tempo, tra l’altro, dal momento che il numero di attacchi mirati e zero-day continua ad aumentare, così come la loro sofisticatezza. L’acronimo in inglese ZETA riflette proprio lo scopo per cui è stata creata questa tecnologia (ZETA = Zero-day Exploits & Targeted Attacks).

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La vendetta è un piatto servito freddo… ai troll

La vendetta è un piatto che va servito freddo – molto freddo. Ma presto o tardi, il piatto verrà servito. E a chi è destinato? A quei personaggi sgradevoli e meschini: i “patent troll” (società che brevettano tecnologie per poi denunciare le aziende e chiedere in cambio ingenti somme di denaro).

In questa sede, ho già parlato approfonditamente dei troll e delle misure necessarie per combatterli.

Lasciatemi dunque fare un breve riassunto circa quello che andrebbe fatto:

  • Limitare l’uso dei brevetti – istituire un periodo all’interno del quale è vietato inviare un reclamo.
  • Istituire una compensazione obbligatoria delle spese del processo all’imputato quando vince la causa  o quando viene ritirata l’accusa;
  • Bandire i “patent aggregators” che intraprendono azioni legali;
  • Maggiore chiarezza e accuratezza nelle descrizioni dei brevetti e un esame tecnico obbligatorio;
  • Infine (la cosa più importante), non brevettare idee, ma tecnologie che abbiano una ripercussione pratica concreta.

Qualche volta ho l’impressione che i legislatori statunitensi leggano il mio blog. Perché? Da quando ho iniziato a denunciare questi abusi, (finalmente) qualcosa si sta muovendo. Nello stato del Vermont è infatti entrata in vigore la prima legge anti-troll.

Sono molti i punti interessanti di questa legge; ma quello che mi piace di più è che ora l’azienda accusata, se riesce a provare che il troll non ha agito in buona fede, può richiedere all’ “azienda-troll” un rimborso di tutte le spese processuali.

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Magdeburgo: una cittadina AVant garde

C’è un detto russo che tradotto in italiano suona più o meno così: “Vivi un secolo e rimarrai sorpreso per un secolo”. Quello che si nasconde dietro questa frase, è che giusto quando credi di aver visto e vissuto tutto, scoprirai che in realtà non è affatto così. Ogni giorno, fino all’ultimo, è una grande sorpresa. Per me, questo detto si applica al viaggio che ho fatto a Magdeburgo, in Germania… un’esperienza sorprendente!

Magdeburgo è una cittadina provinciale, piccola e un po’ monotona (secondo me, vivo a Mosca gran parte dell’anno e sono abituato ad altre realtà :)). Magdeburgo è attraversata dal fiume Elba (la sua capacità, in questo punto, è piuttosto scarsa, ma offre una vista circostante molto bella). La cittadina ospita un castello (restaurato) dalle mura imponenti e una cattedrale gotica, ma oltre a questo, non c’è molto altro. A parte una cosa che rompe totalmente tutta la monotonia…

Nel centro della città si trova un complesso residenziale/commerciale conosciuto come la Grüne Zitadelle (la Cittadella Verde). Date un’occhiata ai colori, alle forme e ai disegni. Avete mai visto una cosa del genere?

È un progetto piuttosto bizzarro ed eccentrico realizzato dall’artista e architetto austriaco Friedensreich Hundertwasser, un Gaudi nel XX secolo. La Cittadella Verde è solo uno dei tanti edifici che l’artista, lungo tutta l’Europa centrale, ha trasformato in opere d’arte e ha contrassegnato con il suo stile assolutamente originale.

Questo architetto austriaco era davvero un anticonformista, e perciò non posso che non essere un suo fan. Lui credeva che le persone non dovevano vivere in case che assomigliavano a scatole, tutte uguali e tristi, ma riteneva che dovessero dipingere o in qualche modo cambiare i muri attorno ai quali vivevano. E questo significa anche le pareti interne. Friedensreich Hundertwasser ha anche trasformato diverse fabbriche abbandonate in opere d’arte avant gard.

Troppe parole. Ora qualche foto:

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Un leader che ha ridato speranza al mondo

Signore e signori,

Oggi è una giornata speciale perché si festeggia una delle persone più importanti al mondo. Ricorre, infatti, il 90esimo compleanno di Lee Kuan Yew, il fondatore e leader indiscusso di Singapore. Senza di lui, questa prospera città-stato asiatica sarebbe oggi molto diversa. Lee Kuan Yew ha trasformato una Singapore un tempo anonima, in una nazione florida e in una città da sogno. Un esempio per gli altri paesi del mondo.

Com’era Singapore prima?

Nel 1965, Singapore ottenne l’indipendenza; in realtà, non solo fu obbligata a diventare indipendente, ma venne gettata via come fosse spazzatura. Si trattava di un piccolo gruppo di isole economicamente sottosviluppate con un futuro assolutamente non roseo, sul quale nessuno ci avrebbe scommesso un soldo. Nel panorama internazionale, Singapore non veniva affatto considerata.

Cosa caratterizzava Singapore?

  • Un territorio desolato, una zona paludosa dove vi pascolavano mucche e maiali;
  • Nessuna risorsa naturale a disposizione, nemmeno acqua potabile (apparentemente la situazione è ancora questa).
  • Paesi vicini non propriamente amichevoli (per usare un eufemismo);
  • Una popolazione quasi analfabeta, forte influenza comunista (anche con aiuti dall’esterno);
  • Conflitti etnici interni; popolazione composta da cinesi, malesi e indù, con le rispettive diverse religioni.

E in più:

  • Crimine organizzato;
  • Niente esercito, niente forza di polizia leale;
  • Corruzione con la C maiuscola;
  • Oltre alla base militare inglese e porti marittimi, nessun altro tipo di attività economica.

Non è abbastanza?

Disagio, povertà e nessuna prospettiva. Questa era Singapore nel 1965.

Dopo venticinque anni di riforme (fino al 1990), Singapore si è trasformata in una città completamente diversa.

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K-LOVE & KISSES 2014 – Prima parte

Hip, hip, urrà! Evviva! L’ultima versione di KIS è finalmente arrivata, più o meno ovunque!

Rispettando la tradizione che ormai abbiamo da tempo, ovvero quella di lanciare un nuovo kit antivirus durante i mesi estivi, siamo orgogliosi di annunciare che KIS 2014 è ufficialmente disponibile nelle principali aree del mondo e nelle lingue più diffuse. Chi fosse interessato, può scaricare qui la nuova versione e anche le indicazioni per l’upgrade della versione.

Anche il mio post in cui descrivo tutte caratteristiche della nuova versione di un prodotto sta diventando una specie di tradizione. E non poteva mancare in questa occasione…

Innanzitutto, c’è da dire che KIS 2014 ha un sacco di funzionalità in più! E sono talmente tante che, per evitare di farvi addormentare durante la lettura di un articolo infinito, ho pensato di descriverle in vari post.

Bene, iniziamo allora… Post nº1:

I nuovi pack di KIS 2014 danno davvero il massimo per garantire la sicurezza dei dispositivi; parafrasando la mitica canzone dei Daft Punk, la nuova protezione è… harder, better, faster, stronger. KIS ha vissuto una vero e proprio rimodellamento dell’interfaccia, così come sono state migliorate alcune funzionalità già esistenti.

Nuove opzioni consentono di rendere sicure le transazioni online (abbiamo rafforzato la tecnologia Safe Money), ci sono nuove impostazioni nella sezione Parental Control, abbiamo integrato la protezione dai blocchi schermo, e abbiamo aggiunto nuovi acceleratori e ottimizzatori affinché la protezione fornita dal nostro prodotto non ostacoli le attività dell’utente, che sia cioè forte e allo stesso tempo invisibile.

Computer protetto

Tuttavia, l’aspetto migliore è che in tutte le versioni abbiamo concentrato i nostri sforzi  per ottenere la massima protezione dalle minacce future, aggiungendo nuove tecnologie specifiche e all’avanguardia (che non compaiono in nessun prodotto della concorrenza). Tranquilli, non abbiamo usato una macchina del tempo, né abbiamo catturato qualche cybercriminale costringendolo a confessare i suoi piani malefici. Il nostro essere sempre proiettati verso il futuro è il risultato di numerosi calcoli e di teorie per interpretare in che modo si sviluppa il cybercrimine, e poi applichiamo questi risultati alle nostre nuove tecnologie per garantire agli utenti il massimo della protezione.

Tra le misure di prevenzione contro le minacce future, mi piacerebbe evidenziare la potenziata Prevenzione Automatica degli exploit, e due speciali tecnologie inizialmente sviluppate per le aziende, ma ora disponibili anche per privati, ovvero Zeta Shield e Modalità applicazioni attendibili, oltre a un anti-blocker proattivo integrato.

Vi domanderete a questo punto: ma tutte queste nuove funzionalità, che sembrano così moderne e  interessanti, aiutano davvero a mantenere il nostro computer libero da virus giorno dopo giorno? Per farvi capire meglio, vi parlerò più approfonditamente di ciascuna caratteristica.

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Hotel QR… che tecnologici questi tedeschi!

Guten tag a tutti!

Mi trovo al momento in viaggio, in auto, attraverso l’Europa e siccome strada facendo, mi sono imbattuto in un sacco di cose bizzarre, mi sono sentito in “dovere” di condividerle con i miei lettori più accaniti e perspicaci. Siete pronti?

Stranezza n.1

Che tipo di auto si possono vedere sulla autobahn tra Francoforte e Hannover? Un sacco di auto moderne, certamente. Ma quali sono quelle che invece è meno probabile trovare? Facile, i vecchi modelli. E così forse potete capire il mio stupore nel vedere una ZAZ Serie 960 vintage, e targata Mosca! Incredibile! Quale sarà il passo successivo? Asini volanti? Comunque, tornando all’auto, se ne vedono varie qui di questo tipo: accellerano, scoppiettano, rantolano… I guidatori delle utilitarie erano così stupefatti che rallentavano. Ecco perché il traffico era così congestionato! Santo cielo!

Germania_1La risposta dell’URSS al Maggiolino della Volkswagen

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In Jacuzia il latte non si versa, si taglia con il coltello

Privyet a tutti !

La Jacuzia (ufficialmente Sacha-Jacuzia, la Repubblica Autonoma della Russia situata nella Siberia orientale) è la patria degli Jakuti, un popolo indigeno conosciuto localmente come sacha. Gli Jakuti sono un popolo molto orgoglioso delle dimensioni del proprio paese, a cui piace paragonarsi con le ben più piccole nazioni europee. La loro preferita pare sia la Francia: su Wikipedia (in Russo, almeno) si dice che la Sacha-Jacuzia è ” 5 volte più grande della Francia”. Chissà perché la Francia? E perché non la Spagna, la Turchia o l’Ucraina? In rete, di paragoni di questo tipo ce ne sono tanti. Ce n’è uno che dice la Sacha-Jacuzia è grande quanto il Mar Mediterraneo e il Mar Nero messi insieme.

Ad ogni modo, indipendentemente dal modo in cui la si guardi (o la si misuri), non c’è dubbio: quello che abbiamo di fronte è un territorio vastissimo. Si tratta infatti dell’unità amministrativa più grande al mondo in termini di territorio e comprende tre fusi orari!

Tuttavia, credo di rendere giustizia agli Jakuti, comparando il loro paese anche con….

… un territorio di circa 3 milioni di chilometri quadrati (ma con una popolazione di un milione; il che significa, una densità di 3 abitanti per chilometro quadrato). Se questi sono i dati, con quali territori la possiamo paragonare?

Il primo è l’Australia. La Jacuzia è solo due volte e mezzo più piccola della terra dei canguri, pur avendo 20 volte meno la sua popolazione. Ma questo ha senso, perché in Australia non devono sopportare i freddi inverni siberiani. Del resto, l’Australia è pressoché completamente desertica e questo deve essere il motivo per cui la sua popolazione è solo 20 volte superiore a quella dei Jakuti e non di più (e vivono tutti lungo le coste).

Il successivo: il Canada. La Jacuzia è solo tre volte più piccola del Canada e tutte le sue isole. Tuttavia, la maggior parte del territorio canadese è molto piu a sud, per questo ha 35 volte gli abitanti della Jacuzia.

E poi, la Cina: anche questo paese è tre volte più grande della Jacuzia, mentre la popolazione… mmm, meglio non approfondire l’argomento. La Cina non è il migliore esempio da prendere in considerazione…

Per reddito pro capite, la Jacuzia è molto vicina a Thailandia, Cuba e Perù (presi singolarmente), mentre 4 volte minore di Australia e Canada, e leggermente superiore a quello della Cina.

La Jacuzia non vanta solo un territorio molto vasto; è anche famosa per i diamanti (duri come lo strato di permafrost) e per i suoi inverni molto rigidi, in particolare a Ojmjakon. Da questo territorio passa anche la famosa Strada delle Ossa (la Kolyma Highway, la strada percorsa da Ewan McGregor and Charley Boorman durante il loro giro del mondo in moto del 2004); il fiume Lena e – ultimi, ma fondamentali –  i Lena Pillars, spettacolari blocchi di rocce che si sviluppano lungo l’omonimo fiume. E questo è proprio il motivo per cui siamo venuti fin qua. Ecco alcune foto:

Lena Pillars Jacuzia Continua a leggere:In Jacuzia il latte non si versa, si taglia con il coltello

Alaska, che peccato…

… per il cattivo tempo.

Ciao a tutti!

Ecco, in breve, quello che troverete in questo post: un piccolo album fotografico con qualche commento circa il mio ultimo viaggio nel 49esimo stato americano. L’Alaska è l’ultimo luogo che ho visitato presente nella mia lista dei 100 posti da vedere al mondo.

Vi lascio qui una “le prove” del mio viaggio, ovvero alcune splendide foto…

AlaskaSembra una scena del film Duel, versione Alaska, no?

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