Hawaii Hi-Five-0

Aloha a tutti!

Ho l’umore sotto le scarpe per essere tornato alla vita reale dopo il mio ultimo viaggio alla Grande Isola di Hawaii dell’arcipelago hawaiano. Non avete idea della bellezza di questo posto: il clima meraviglioso, le acque cristalline, la forza dei vulcani, le giungle lussureggianti e gli splendidi paesaggi mi hanno provocato delle emozioni uniche. Aloha Hawaii, e mahalo!

Ci si rende subito conto di non trovarsi in uno stato al 100% statunitense già in aereo, al dirigersi verso il 50 stato della bandiera a stelle e strisce (Hawaii è l’ultimo stato ad aver aderito all’Unione, nel 1959). Invece del consueto “thank you”, alla fine di ogni messaggio (quelli che ogni passeggero detesta) le hostess si congedavano con “aloha and mahalo”, come per sottolineare le origini miste di questo meraviglioso paese.

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3, 2, 1… Decollo!

Finalmente! Un altro dei miei sogni è diventato realtà: assistere al lancio di una navicella spaziale. Urrà!

Ha lasciato la località di Bajkonur, in Kazakistan, la scorsa settimana e prima della fine del weekend aveva già raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale e attraccato. L’equipaggio era composto da due russi e un astronauta statunitense.

Abbiamo osservato il lancio da circa due chilometri di distanza, che a noi sembrava una buona distanza, ma in realtà non è stato così. Diciamo che non è esattamente come quando si va a un concerto degli U2 e si comprano i posti peggiori e più lontani, in fondo allo stadio (uno spreco di tempo e denaro). Nel nostro caso, anche a due chilometri di distanza, la potenza generata dal motore del razzo è stata fortissima. Ha scosso qualsiasi cosa lo circondava, come se si trattasse di un terribile terremoto. Un’esperienza decisamente forte.

Baikonur Space Launch CenterSe c’è la punta significa che il razzo parte con equipaggio. Se non ha la punta, decolla senza equipaggio e la missione e controllata in remoto.

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Nuovo ufficio in Corea, déjà vu ad Hainan & pesce

Ciao a tutti!

Un altro dei nostri periodi di vagabondaggio in giro per il mondo è giunto al termine – finalmente. Siamo siati in viaggio per circa 2 mesi, visitando in totale 8 paesi. Ecco quale è stata la nostra “rotta”: Repubblica dominicanaBrasileCile (Patagonia) – Arabia Saudita – Italia – Germania – Corea – Cina.

La seconda metà del viaggio si è rivelata davvero dura: un non-stop di incontri e impegni che contrastavano con i ritmi a cui in genere siamo abituati. Meeting, discorsi e spostamenti senza fine da A, a B, a C… quasi senza pause, tranne qualche giretto dopo la lunga giornata. E così per due settimane. Non ce la facevo più, davvero. Normalmente sopporto bene lo stress ma dopo un po’ tutto mi appariva poco interessante o irritante o entrambe le cose. Aggiungiamo un po’di jetlag, che da disturbo temporaneo si è trasformato in un problema cronico… in poche parole avevo ASSOLUTAMENTE bisogno di una pausa. Per fortuna, ho trovato un po’ di respiro a Hainan, la meravigliosa isola cinese a 30 chilometri dalla costa. Qui sono rimasto una settimana. Ne avevo proprio bisogno e mi sono proprio rilassato.

Hainan, Sanya

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Patagonia: Pata-utopia

Jules Verne, racconti di avventura, I figli del capitano Grant, Paganel e la Patagonia

Sono ricordi indelebili della mia infanzia che riaffiorano nella mia memoria. Evocavo sempre qualche immagine di una di queste terre lontane e misteriose, scorci esotici e inusuali… ma sempre bellissimi.

Tuttavia, ora scopro che queste immagini erano molto più reali e precise di quanto credessi. Quarant’anni dopo mi ritrovo in Patagonia per una escursione, e se mi fosse concesso di descrivere questo luogo con una sola parola, non sarebbe difficile sceglierla: bellissimo.

Siamo atterrati qui dopo che la nostra visita a Brasilia ci ha concesso 3 giorni di pausa. E dato che la visita alla capitale è stata un non-stop di brainstorming ed esercizi di oratoria, avevamo davvero bisogno di una serio tuffo nella natura e di un po’ di aria fresca di montagna.

Certamente, data l’estensione del suo territorio, l’intera Patagonia non può essere visitata in pochi giorni. Tuttavia, abbiamo cercato di visitare uno dei suoi gioielli: il Parco nazionale Torres del Paine.

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I “pinguì” irraggiungibili di Porvenir

Tierra del Fuego, Cile. Per via delle mie letture giovanili, i viaggi di Jules Vernes e altri libri di avventure, me lo sono sempre immaginato come un luogo mistico e misterioso. Ma mandiamo avanti la macchina del tempo di tre o quattro decadi: eccomi qua (quasi) nella Terra del Fuoco (sebbene il fuoco bisogna un po’ immaginarselo). Abbiamo attraversato con il ferry lo Stretto di Magellano partendo da Punta Arenas. Dal mare abbiamo osservato con i nostri occhi l’impetuoso arcipelago della Patagonia. Il passo successivo era esplorarlo…

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Nostalgia a Punta Arenas

Ciao a tutti!

La località di Punta Arenas si trova nell’estremo sud del Cile, sullo Stretto di Magellano e di fronte all’arcipelago della Terra del Fuoco. Insomma, tutt’attorno non c’è praticamente nulla. A meno che non vi venga voglia di andare in Antartide, perché è proprio da Punta Arenas, nella parte sud, che partono i voli per il continente ghiacciato.

Punta Arenas, Chile

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Un elefante verde nella stanza

Ciao a tutti!

Vi ho già parlato alcune settimane fa della mia passeggiata per West End a Londra; su consiglio di un mio amico collezionista d’arte, ci siamo recati anche a New Bond Street, dove si trovano le più antiche e rinomate case d’asta della capitale inglese. Direi che il tempismo è stato perfetto, dal momento che qualche giorno prima avevo visitato la Tate Modern Gallery e mi sembrava di essere un bambino in un negozio di giocattoli; volevo a tutti i costi un piccolo Rothko o comunque un pezzo d’arte moderna stupefacente e originale per l’ufficio. Si tratta di un desiderio piuttosto inusuale per me, perché non sono un tipo a cui piace ostentare.

Ma poi l’ho visto… era lì, bello, scintillante, verde… un elefante! Con un angelo dorato sulla schiena che suona una tromba. È grande, elegante, in bronzo. La scultura trasmette un messaggio d’augurio per il futuro, “un futuro promettente e pieno di fortuna”! Si tratta di un’opera d’arte bella da ammirare, è gradevole alla vista, a differenza di altri pezzi della Tate Gallery. È stato un vero e proprio colpo di fulmine.

Devo dire che è stato il suo colore ad attirare subito la mia attenzione: un bel verde british Kaspersky Lab! Sono anni che utilizziamo questo colore per identificare il nostro marchio: confezione dei prodotti, logo, font, mascotte… persino l’arredamento dei nostri uffici sparsi per il mondo è verde! C’è anche un altro fattore che mi ha fatto propendere proprio per questo pezzo: l’artista che l’ha creato è un pittore e scultore surrealista che ho sempre apprezzato per il suo stile unico e inconfondibile. Durante tutti questi anni ho avuto l’occasione di ammirare molte sue opere sparse per il mondo, soprattutto ho visitato i musei che gli sono stati dedicati in Catalogna e in Florida. Ancora non avete capito di chi sto parlando?

Per farla breve, l’equazione dei pensieri che ho avuto la prima volta che ho visto questo bizzarro elefante verde alcune settimane fa è stata la seguente:

Verde KL + bellezza estetica + artista geniale di cui sono un vero fan + futuro splendente e luminoso annunciato dalla tromba = deve essere mio!

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Chiuse, il nuovo ufficio e 60 pietre misteriose

Come va amici?

Quante volte sono stato a Londra? Ho perso il conto molto tempo fa. E ormai non vi saprei nemmeno dire quanti chilometri ho percorso lungo i parchi e le rive del fiume, o per le strade di questa grande metropoli. Tuttavia, devo dire, che è la prima volta che faccio una passeggiata lungo i canali londinesi, risalenti all’era della Rivoluzione Industriale.

London canal strollChiuse, acqua e due alberi.

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Nebbia e freddo… made in Spain

Due mega auto della Scuderia Ferrari (una Challenge e una GT3) + il circuito di Aragona (Alcañiz, Spagna) completamente vuoto + una nebbia così spessa che la si poteva tagliare con il coltello = disastro totale.

Stai guidando una bella macchina sportiva, ma l’acceleratore proprio non vuole collaborare. La visibilità è minima, solo di pochi metri, e provi senza sosta (invano) a guadagnare velocità. Ti senti uno stupido perché nulla va come vorresti… Insomma, come abbiamo già detto… un disastro totale.

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Clima meraviglioso a Roma, cena di Natale a Maranello

Ciao a tutti!

Eccomi qui con il racconto (diviso in due piccole parti) del mio ultimo viaggio in Italia durante un giro in Europa a fine 2013.

Prima parte –  Panorama mozzafiato!

Siamo andati a Roma, a trovare uno dei nostri partner, i cui uffici si trovano in pieno centro. La vista dalla terrazza del palazzo è assolutamente incredibile, come sicuramente potrete immaginare. Non riesco a spiegarmi come sia possibile lavorare avendo sotto gli occhi un panorama del genere! È vero, magari non si possono passare giornate intere a guardare fuori dalla finestra, ma ore e ore sì, ed è quello che mi è successo! Devo dire, però, che se le terrazze non fossero state invase da tutti quei piccioni fastidiosi, il panorama avrebbe meritato un bel 10 e lode!

It's (always) sunny in RomeIl palazzo bianco in lontananza sembra una Xerox, no

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