Indovinate quale azienda si è classificata nella “Top-100 Global Innovators”?

Ciao, gente!

I lettori abituali del mio blog sapranno che ogni tanto scrivo di alcuni dei nostri successi aziendali meno evidenti (ma non meno importanti): quelli relativi ai nostri brevetti e a come ci aiutano a combattere, incredibilmente, non solo il cyber-male, ma anche i patent troll che non fanno altro che ostacolare il progresso tecnologico.

Ho detto “successo”. Bene, ecco le ultime novità: siamo diventati la prima azienda russa ad entrare nel report Derwent Top 100 Global Innovators! Evviva!

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13 anni di fan club… e l’avventura continua!

Durante alcune conversazioni mi è capitato di menzionare il fan club di Kaspersky e immediatamente mi viene chiesto perché (e come) un’azienda di antivirus abbia un fan club. Vi spiego: perché produciamo protezioni antivirus da molto tempo, perché siamo un’azienda che si dedica a organizzare eventi e attività interessanti e divertenti e perché molte persone vogliono essere partecipi di ciò che fa Kaspersky pur non lavorando per l’azienda. E poi perché avere un fan club è figo.

Mi fa quasi paura dirlo ma tutta questa storia è iniziata ben 13 anni fa, quando abbiamo lanciato la nostra versione 6, ben accolta nel settore della sicurezza informatica. Sul forum pubblicavamo nuovi build quasi ogni giorno, e decine di volontari prendevano immediatamente questo codice promettente ma non ancora ben definito, lo installavano e ne testavano il funzionamento. Credo che ai tempi la motivazione principale per partecipare fosse che gli sviluppatori (l’intero team, senza eccezioni, faceva parte del forum) venivano a conoscenza all’istante di qualsiasi feedback che arrivasse dal report dei bug e delle funzionalità che sarebbe stato utile aggiungere. Gli utenti apprezzavano che venisse ascoltata la loro opinione su aspetto, comportamento e le future sorti di un popolare prodotto antivirus. Continua a leggere:13 anni di fan club… e l’avventura continua!

Una trappola irresistibile per i malware

Non ho visto il sesto film di Mission Impossible, e non credo che lo vedrò. Ho visto il quinto (in uno stato zombie durante un lungo viaggio a casa dopo una dura settimana di lavoro) solo perché una scena era stata girata nel nostro nuovo e moderno ufficio di Londra. Si trattava di un capitolo di troppo di Mission Impossible, film che non sono per niente il mio stile. Botte, spari, schianti, esplosioni, stupore, rabbia. Nah, io preferisco qualcosa di più impegnativo, intellettualmente stimolante e semplicemente più interessante. Dopotutto, il mio tempo è limitato e prezioso.

Sto davvero insultando Tom Cruise e compagnia, vero? Aspettate. In realtà, devo riconoscere il merito di almeno una scena fatta molto bene (voglio dire, che risulta essere intellettualmente stimolante e semplicemente interessante). Si tratta della scena nella quale i buoni devono far sì che uno dei cattivi tradisca i suoi compagni, o una cosa del genere. Per far ciò, mettono in scena un ambiente falso in un “ospedale” con la “CNN” che annuncia in “TV” un Armageddon nucleare. Contento del fatto che il suo manifesto apocalittico fosse stato diffuso al mondo intero, il cattivo consegna i suoi compagni (o era un codice di accesso?) come d’accordo con gli interrogatori. Ups, ecco lo spezzone.

Perché mi piace tanto questa scena? Perché, in realtà, dimostra adeguatamente uno dei metodi per rilevare minacce informatiche sconosciute! Effettivamente, esistono molti metodi, che cambiano a seconda dell’area di applicazione, efficacia, uso di risorse e altri parametri (scrivo spesso qui a proposito di ciò). Ce n’è uno che spicca sempre: l’emulazione (di cui ho parlato molto qui).

Come nel film MI, un emulatore introduce l’oggetto investigato in un ambiente artificiale isolato, spingendolo a rivelare il suo carattere dannoso.

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Cyber-notizie dal lato oscuro: cyber-ipocrisia, Mirai, spionaggio del governo britannico e tutto sulla vulnerabilità BlueKeep

Ciao a tutti!

Iniziamo con una buona notizia…

“Protezione Kaspersky: la più testata, la più premiata”. Ancora una volta.

Di recente il rinomato laboratorio di test indipendenti AV-Comparatives ha pubblicato i risultati del suo sondaggio annuale. Effettuato a fine 2018, il sondaggio ha coinvolto 3 mila intervistati in tutto il mondo. Tra le 19 domande c’era la seguente: “Quale soluzione di sicurezza anti-malware utilizzi per il tuo computer di casa?”. Indovinate qual è stata l’azienda a essere indicata nella maggior parte delle risposte degli utenti in Europa, Asia e Sud/Centro America? Ebbene sì, Kaspersky! In America del nord siamo arrivati secondi (sono sicuro che si tratta di un secondo posto temporaneo). Inoltre, in Europa siamo la soluzione di sicurezza più utilizzata sugli smartphone e siamo anche la prima azienda per la quale gli utenti chiedono più spesso un test dei prodotti, sia per quanto riguarda gli utenti privati, sia per i prodotti antivirus dedicati alle aziende. Bellissimo! Ci piacciono i test e, a giudicare dai risultati eccellenti che otteniamo, capirete certo perché! Qui troverete maggiori informazioni sui test indipendenti e le recensioni dei nostri prodotti.

“Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello”.
– Matteo 7 5

A maggio scorso, è stata scoperta un’altra backdoor dalle funzionalità daaaavvero utili per lo spionaggio. In quale azienda tecnologica è stata trovata la backdoor? È russa, cinese? Beh, in realtà si tratta di Cisco (di nuovo!). C’è stato grosso scalpore sui mezzi d’informazione? Titoli su titoli in prima pagina e dibattiti sulle minacce alla sicurezza nazionale? Si è parlato di voler vietare le sue soluzioni al di fuori degli Stati Uniti etc.? Vi siete persi tutto ciò, vero? E nel frattempo, non solo il linciaggio di Huawei a livello internazionale continua, ma continua senza che ci siano backdoor o prove di alcun tipo.

fuente

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Earth 2050: immagini dal futuro, oggi

Sicuramente avete sentito parlare del grande cambiamento che abbiamo presentato la settimana scorsa. In ogni caso, i grandi cambiamenti non sono una novità per noi! Da quando abbiamo iniziato, 22 anni fa, non abbiamo fatto che vivere cambiamenti su cambiamenti… sempre per il meglio naturalmente. Fa ormai parte della nostra professione. Ecco perché…

Se non fossimo in grado di capire come si sviluppa la tecnologia, il nostro futuro non sarebbe così roseo, e non parlo dal punto di vista delle vendite. In tal caso, vorrebbe dire che non esisterebbe proprio nessuno in giro a comprare i nostri prodotti!

Scherzi a parte…

Sono sicuro che andrà tutto bene. La tecnologia sta cambiando il mondo, e per il meglio. È vero che nuove possibilità implicano anche nuovi rischi, me è così che funziona.

Il nostro lavoro consiste nel riconoscere i rischi, eliminarli ed evitare che si presentino di nuovo. In caso contrario, i metodi di difesa si troverebbero sempre un passo indietro rispetto agli attacchi, il che vorrebbedire non disporre di alcun tipo di difesa. Nel nostro settore, bisogna essere in grado di prevedere cos’hanno in mente i cybercrimiali per organizzare le contromisure necessarie. A dire il vero, è proprio questa capacità che ci contraddistingue dalla concorrenza. Vi ricordate di NotPeya, una delle più grandi epidemie su scala mondiale degli ultimi anni? Siamo stati noi a indentificarla in maniera proattiva, senza aver bisogno di aggiornamenti.

Ci è piaciuta molto questa idea di poter anticipare il futuro e così abbiamo deciso di lanciare un progetto sui social media che abbiamo chiamato Earth 2050.

Ma cos’è esattamente Earth 2050? È una piattaforma di crowdsourcing aperta a tutti (scusate il gergo particolarmente trendy) e che guarda al futuro. È un luogo dove tutti (dal ministro al panettiere) possono condividere la nostra visione del futuro, scrivendo un messaggio, mandando un disegno, in qualunque modo. Se non vi vedete adatti alla chiaroveggenza, potete semplicemente mettere Like o lasciare un commento alle previsioni già pubblicate. Ce n’è per tutti i gusti.

Perché è importante che sia una piattaforma così aperta?

È difficile prevedere il futuro, quando si fa un tentativo esiste la grande probabilità di partire per la tangente, è naturale e comprensibile. Tuttavia, se le previsioni sul futuro provengono da più persone (anche quando sono accurate solo in parte o anche se sono un po’ vaghe o contraddittorie), forse si arriva a essere più precisi. È un po’ come l’apprendimento automatico: quanto più impara la macchina, maggiore sarà la sua capacità di eseguire un compito, in questo caso prevedere il futuro. Continua a leggere:Earth 2050: immagini dal futuro, oggi

Vi presentiamo la nostra nuova immagine

Ho sentito dire spesso: “nella vita c’è bisogno di qualche scossone ogni tanto, altrimenti si rimane impantanati”.

Non c’è ombra di dubbio, qui a KL è difficile impantanarsi, lavoriamo in un settore dove siamo costretti al movimento e al cambiamento costanti. In ogni caso, ogni tanto fa anche bene fermarsi, guardarci da un punto di vista esterno, pensare a cosa possiamo trovare dietro l’angolo e fare dei cambiamenti al look and feel dell’azienda. E con questa introduzione piena di slancio che voglio annunciarvi ufficialmente il nostro rebranding e spiegarvi i motivi che ci hanno spinto verso questa decisione.

L’azienda è nata negli anni ’90, l’abbiamo fondata nel 1997 e ai tempi avevamo un unico semplice obiettivo: creare il miglior antivirus al mondo. Non ci siamo posti il problema dell’immagine, del posizionamento o della filosofia del brand. Ma parliamo di altri tempi, sono trascorsi 22 anni e tutto è cambiato.

Ora abbiamo oltre 4 mila dipendenti all’attivo e proteggiamo centinaia di milioni di utenti privati e aziende in tutto il mondo. Il concetto stesso di antivirus, la nostra pietra angolare, è diventato ormai obsoleto. Il mondo dipende ormai così tanto da tutto ciò che ha a che fare con l’informatica, che ormai nessun aspetto ne è esente. E siamo pronti a proteggere qualsiasi sfaccettatura, dalla navigazione degli utenti privati su Internet alla sicurezza di grandi corporation, governi, industrie e infrastrutture. Solo una cosa è rimasta la stessa fin dall’inizio: produciamo le migliori soluzioni di sicurezza presenti sul mercato.

E con tutti questi cambiamenti, è da tempo ormai che pensiamo a come ci vedono dall’esterno, per capire se c’è bisogno di cambiare ancora, anche se da un altro punto di vista. Dopotutto, il nostro logo risale al 1997, epoca in cui la compagnia faceva i suoi primi passi: in quel logo, usavamo l’alfabeto greco arricchito da una serie di dettagli. Sono passati 22 anni e questa ricchezza di particolari si è perduta nel tempo.

E così, dopo tanto lavoro dietro le quinte, oggi aggiorniamo ufficialmente il nostro logo, dove la forma delle lettere così geometrica e matematicamente precisa rappresenta perfettamente i valori che ci rappresentano, come gli standard di ingegneria più elevati. Un’altra innovazione che noterete sicuramente è la scomparsa della parola Lab; un cambiamento che circolava da anni dal momento che spesso, per riferirsi a noi, nel mondo si è usato solamente il mio cognome, per semplicità, comodità, concisione o forse perché così era più facile, più pratico e più intuitivo da ricordare (potrei continuare all’infinito…).

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La nostra nuova tecnologia di emulazione: il peggior incubo dei malware più insidiosi

Vi siete mai chiesti perché i virus informatici vengono chiamati, per l’appunto, “virus”? A dire il vero, al giorno d’oggi la parola virus è utilizzata in maniera impropria per riferirsi a “praticamente qualsiasi tipo di programma dannoso o per descrivere qualsiasi azione dannosa di un programma su un computer”. Ho preso questa definizione dalla nostra enciclopedia.

In realtà (sempre prendendo spunto dalla nostra enciclopedia), “in senso stretto… un virus si definisce tale quando il codice del programma è in grado di autoreplicarsie di diffondersi, così come fa un virus biologico, tipo quello dell’influenza.

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Startup, volete diventare una compagnia di importanza globale?

Circa cinque anni fa abbiamo iniziato un progetto interessante, il nostro Business Incubator. Perché lo abbiamo fatto? Perché ci sono tante idee importanti in circolazione che meritano attenzione e sostegno per crescere, svilupparsi e convertirsi in qualcosa di grande. E noi abbiamo le risorse necessarie affinché ciò avvenga! Così andiamo alla ricerca di idee innovative e diamo alle startup le “ali” per iniziare a volare.

Uno degli esempi di maggior successo del nostro Business Incubator es Polys, una piattaforma elettorale nata nel 2017 che consente il voto elettronico grazie alla blockchain. Ne abbiamo già parlato in questo blog ma, in breve, si tratta di un sistema sicuro, anonimo, che non può essere hackerato e, ciò che è più importante dal mio punto di vista, davvero facile da usare e adatto a qualsiasi tipo di voto. Personalmente creo che il futuro del voto sarà online e con la blockchain, Polys viene già utilizzato ufficialmente da partiti politici russi, da organizzazioni studentesche e di governi locali. Sono sicuro che questo è stato solo il primo passo da parte di KL per un sostegno sempre maggiore delle startup. Continua a leggere:Startup, volete diventare una compagnia di importanza globale?

Cyber-notizie dal lato oscuro – Versione SAS 2019

Ciao a tutti!

Eccoci a una nuova pubblicazione della mia serie iNews, ovvero le cyber-notizie dal lato oscuro, anche se stavolta mi concentrerò sulle presentazioni a cui ho assistito durante il Security Analyst Summit che si è tenuto il mese scorso a Singapore.

Un tratto distintivo del SAS ha a che fare con le presentazioni tenute dagli esperti. A differenza delle altre conferenze geopoliticamente corrette, al SAS gli analisti condividono sul palco le loro scoperte inerenti a qualsiasi minaccia informatica, indipendentemente da dove provengano, perché seguono dei princìpi. I malware rimangono malware e gli utenti devono essere protetti da tutti le minacce, senza considerare le buone intenzioni dichiarate da coloro che li hanno creati. Non va mai dimenticato l’effetto boomerang.

E se certi mezzi d’informazione mentono spudoratamente in risposta a questa nostra posizione di principio, che continuino a farlo. E attaccano non solo i nostri princìpi, dal momento che mettiamo sempre in pratica ciò che predichiamo, e quando si tratta del numero di operazioni di cyberspionaggio risolte, non c’è competenza che tenga. Ma soprattutto non abbiamo intenzione di cambiare il nostro atteggiamento a scapito degli utenti.

Ecco un breve riassunto delle ricerche più cool che hanno presentato i nostri esperti al SAS. Le ricerche più interessanti, più scioccanti, più spaventose, più incredibili…

1. TajMahal

L’anno scorso, abbiamo scoperto un attacco a un’organizzazione diplomatica dell’Asia centrale. Ovviamente non deve sorprendere che un’organizzazione di questo tipo susciti l’interesse dei cybercriminali. I sistemi informatici di ambasciate, consolati e missioni diplomatiche sono sempre stati allettanti per gli altri stati e le loro agenzie di spionaggio, o anche per quelle persone dagli scopi poco trasparenti con le capacità tecniche e i mezzi economici necessari a disposizione. Dopotutto abbiamo letto i romanzi di spionaggio. Ma c’è una novità: è stato costruito un vero “TajMahal” per perpetrare degli attacchi, ovvero una piattaforma APT con tutta una serie di plugin (fino a ora, non avevamo mai visto tanti plugin utilizzati in una sola piattaforma APT), tool ideali per scenari di attacco di ogni tipo.

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Nuovo Transparency Center e Data Center… a Madrid!

Hola, amigos! 

Verso la fine dello scorso anno abbiamo aperto il nostro primo Transparency Center e anche un Data Center a Zurigo, Svizzera, dedicati all’elaborazione dei dati dei nostri clienti in Europa. Sebbene parliamo solamente di cinque mesi fa, è chiaro che questo progetto a grande scala rispecchia perfettamente l’interesse attuale del settore della cybersecurity verso il clima geopolitico moderno.

Al momento, sia le aziende, sia le agenzie governative prestano una graaaande attenzione a un aspetto in particolare: la trasparenza assoluta. E non c’è da meravigliarsi! In un’epoca in cui un’azienda qualsiasi può essere accusata di qualsiasi cosa passi per la testa e arrivando ai livelli più importanti di ufficialità, il tutto senza alcun tipo di prova in mano (state seguendo la saga Huawei, no?), le aziende e i sistemi legislativi di tutto il mondo non hanno altra opzione se non quella di effettuare le proprie valutazioni e andare alla ricerca di fatti concreti (e di utilizzare anche qualcosa che sembra mancare ultimamente, il che è preoccupante: il buonsenso). Continua a leggere:Nuovo Transparency Center e Data Center… a Madrid!