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Un gateway verso la cyberimmunity

Ciao gente!

Innanzitutto, una breve prefazione con i miei racconti dal Permafrost, un viaggio ancora in corso di svolgimento. Niente di meglio prima di parlare di un nuovo e importate prodotto K!

Rullo di tamburi… 

Stiamo lanciando e presentando ufficialmente al mondo la nostra prima soluzione completamente “cyber-immune” per l’elaborazione dei dati industriali, la cybersecurity tradizionale lascia spazio a una nuova era di “cyber immunità”, rivolta (almeno per ora) ai sistemi industriali e all’Internet delle Cose (IdC/IoT)!

Allora, dov’è questa soluzione cyber-immune? In realtà, è proprio nella mia tasca! ->

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Cyber-notizie : Se Aramco avesse il nostro Antidrone…; e honeypot per combattere i malware dell’Internet delle Cose

Ciao amici!

Recentemente c’è stata una cyber-notizia dal lato oscuro di proporzioni gigantesche. Ne avrete sicuramente sentito parlare, visto che è stata su tutti i notiziari per giorni. Si tratta dell’attacco del drone all’Aramco saudita che ha fatto fuori milioni di barili di greggio al giorno e ha causato centinaia di milioni di dollari di danni.

Purtroppo, temo che questo sia solo l’inizio. Ricordate quei droni che hanno creato il caos a Heathrow qualche tempo fa? O era Gatwick?

Beh, si tratta di una progressione naturale di eventi. Ce ne saranno sicuramente altri. In Arabia Saudita, gli Houthis hanno rivendicato la responsabilità, ma sia i sauditi, sia gli Stati Uniti incolpano l’Iran, e l’Iran nega di essere responsabile. In breve, la solita dimostrazione di forza in Medio Oriente. Ma non è di questo che voglio parlare qui, si tratta di geopolitica, e noi non ne facciamo. No, quello di cui voglio parlare è che mentre si continua a puntare il dito, nel frattempo abbiamo trovato una soluzione per fermare attacchi di droni come quello di Aramco. Quindi, signore e signori, presento al mondo…il nostro nuovo Antidrone!

Allora, come funziona?

Il dispositivo elabora le coordinate di un oggetto in movimento, una rete neurale determina se si tratta di un drone e, se lo è, blocca la connessione tra esso e il suo telecomando. Come risultato, il drone o ritorna alla base o atterra immediatamente quando viene intercettato. Il sistema può essere fisso o mobile, ad esempio per l’installazione su un’automobile.

L’obiettivo principale del nostro antidrone è la protezione di infrastrutture di importanza elevata, come aeroporti, oggetti industriali e altre proprietà. L’incidente della saudita Aramco ha evidenziato quanto sia urgente e necessaria questa tecnologia per prevenire casi simili, e lo diventerà ancora di più: nel 2018 si calcolava che il mercato mondiale dei droni fosse di 14 miliardi di dollari; nel 2024 si prevede che sarà di 43 miliardi di dollari!

È evidente, quindi, che il mercato della protezione contro i droni impiegati per scopi dannosi crescerà molto (troppo) velocemente. Tuttavia, al momento, la nostra soluzione Antidrone è l’unica sul mercato russo in grado di rilevare oggetti tramite video utilizzando reti neurali, ed è il primo al mondo ad utilizzare la scansione laser per rintracciare la posizione dei droni.

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Cyber-notizie dal lato oscuro: cyber-ipocrisia, Mirai, spionaggio del governo britannico e tutto sulla vulnerabilità BlueKeep

Ciao a tutti!

Iniziamo con una buona notizia…

“Protezione Kaspersky: la più testata, la più premiata”. Ancora una volta.

Di recente il rinomato laboratorio di test indipendenti AV-Comparatives ha pubblicato i risultati del suo sondaggio annuale. Effettuato a fine 2018, il sondaggio ha coinvolto 3 mila intervistati in tutto il mondo. Tra le 19 domande c’era la seguente: “Quale soluzione di sicurezza anti-malware utilizzi per il tuo computer di casa?”. Indovinate qual è stata l’azienda a essere indicata nella maggior parte delle risposte degli utenti in Europa, Asia e Sud/Centro America? Ebbene sì, Kaspersky! In America del nord siamo arrivati secondi (sono sicuro che si tratta di un secondo posto temporaneo). Inoltre, in Europa siamo la soluzione di sicurezza più utilizzata sugli smartphone e siamo anche la prima azienda per la quale gli utenti chiedono più spesso un test dei prodotti, sia per quanto riguarda gli utenti privati, sia per i prodotti antivirus dedicati alle aziende. Bellissimo! Ci piacciono i test e, a giudicare dai risultati eccellenti che otteniamo, capirete certo perché! Qui troverete maggiori informazioni sui test indipendenti e le recensioni dei nostri prodotti.

“Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello”.
– Matteo 7 5

A maggio scorso, è stata scoperta un’altra backdoor dalle funzionalità daaaavvero utili per lo spionaggio. In quale azienda tecnologica è stata trovata la backdoor? È russa, cinese? Beh, in realtà si tratta di Cisco (di nuovo!). C’è stato grosso scalpore sui mezzi d’informazione? Titoli su titoli in prima pagina e dibattiti sulle minacce alla sicurezza nazionale? Si è parlato di voler vietare le sue soluzioni al di fuori degli Stati Uniti etc.? Vi siete persi tutto ciò, vero? E nel frattempo, non solo il linciaggio di Huawei a livello internazionale continua, ma continua senza che ci siano backdoor o prove di alcun tipo.

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Cyber-previsioni sul 2017

Noi Homo Sapiens siamo così: guardiamo costantemente (e anche incautamente) al futuro per capire cosa ci riserva. Molti dicono che dovremmo vivere il presente (dopotutto, il futuro non arriva mai) ma questo non vale per tutti e molti di noi hanno bisogno di fare almeno qualche progetto per il futuro.

Ma ci sono diversi approcci da considerare.

C’è chi crede nel destino, chi nelle semplici supposizioni, chi lancia la moneta e così via. C’è anche chi non pensa affatto al futuro. Esiste però anche un approccio di gran lunga superiore a questi che si basa sulla scienza. Un approccio che si rifà un po’ alla spiritualità orientale e che riguarda non tanto essere nel presente quanto analizzarlo attentamente con lo scopo di predire il futuro nel modo più accurato possibile. E questo è esattamente quello che è stato fatto per predire il cyberfuturo; più nello specifico, la sicurezza del cyberfuturo. E questo è quello che facciamo (poco alla volta ogni giorno su vasta scala, in maniera precisa e allegra) ogni anno, quando riuniamo l’élite della cybersicurezza mondiale per un grande raduno di una settimana in una località esotica; questo raduno si chiama Security Analyst Summit (SAS):

Oops, video sbagliato. Eccolo qui…:

Accidenti! No. È questo:

Non so bene come sia possibile, ma la conferenza SAS migliora di anno in anno. Voglio dire, è sempre stata eccezionale, ma questa sua eccezionalità cresce sempre di più: più esperti, contenuti di migliore qualità, idee migliori e più originali, una conferenza più semplice, più bella e con tantissimi scoop mondiali e materiale esclusivo.

E in questo post parlerò proprio del suo materiale esclusivo. Nello specifico, parlerò della top 5 delle mie presentazioni preferite della SAS-2017. Non sto dicendo che le altre non andassero bene o che fossero discrete, è solo che non ero in grado di assistere fisicamente a tutte dal momento che si tenevano contemporaneamente in diverse sale. E poi ognuno ha i suoi gusti; ecco una guida dei miei…

Partiamo!…
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Breve storia degli attacchi DDoS

Quindi sta per accadere: l’abbreviazione “DDoS” è entrata così tanto nel lessico che spesso in questi giorni la parola non viene scritta per intero nei giornali di interesse pubblico. Beh, alcuni magari non sanno ancora cosa significa l’abbreviazione, ma tutti, perfino i cani, sanno che un DDoS è pericoloso su vasta scala, che provoca l’improvviso non funzionamento di qualcosa molto importante e allora gli impiegati si girano i pollici dal momento che la rete non funziona e i telefoni del supporto tecnico devono farsi una doccia fredda dal momento che il telefono bolle a causa delle chiamate (e clienti contrariati li riempiono di parolacce). Inoltre, tutti sanno che normalmente un attacco DDoS viene effettuato da cybercriminali sconosciuti, misteriosi e pericolosi.

Gli attacchi DDoS si sono evoluti molto velocemente, come capirete leggendo questo post. Sono più pericolosi e molto più avanzati dal punto di vista tecnico; adottano di volta in volta metodi d’attacco assolutamente insoliti; cercano sempre nuovi obiettivi; stabiliscono nuovi record mondiali dal momento che sono i DDoS più grandi e pericolosi di sempre. Ma poi anche il mondo in cui si sono trovati i DDoS si è evoluto velocemente. Tutto, anche il lavello della cucina, è connesso alla rete: il numero di dispositivi “intelligenti” connessi alla rete supera di gran lunga il numero dei buon vecchi computer fissi e dei portatili.

Il risultato di queste due evoluzioni in parallelo (quella dei DDoS e del panorama digitale in cui questi risiedono) ci ha portato a notizie ugualmente evolute: le botnet formate da telecamere IP e router Wi-Fi di casa che violano i registri DDoS (Mirai) e grandi attacchi DDoS alle banche russe.

Se un tempo le botnet erano formate da PC zombie, presto saranno formate da frigoriferi zombie, aspirapolveri, asciugatrici e macchinette del caffè.

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L’Internet delle cose pericolose

Nei primi anni 2000 sono salito sul palco e ho previsto il panorama cibernetico del futuro, così come continuo a farlo anche oggi. In quell’occasione ho avvisato del fatto che, un giorno, il vostro frigorifero invierà spam al vostro microonde, e insieme attaccheranno con un DDoS la caffettiera. No, sul serio.

Il pubblico alzerebbe le sopracciglia, riderebbe sotto i baffi, applaudirebbe e a volte approfondirebbe la questione con un articolo sui discorsi di quella specie di “professore pazzo”. Ma complessivamente la mia sindrome di Cassandra è stata considerata qualcosa di più di una battuta, dal momento che le incalzanti cyberminacce del momento non venivano considerate abbastanza preoccupanti. Alla faccia del “professore pazzo”…

…aprite i giornali di oggi.

Qualsiasi casa, oggi, non importa quanto sia vecchia, ospita al suo interno tantissimi dispositivi “intelligenti”. Alcune ne hanno giusto un paio (telefono, TV…), altri ne hanno parecchi (incluse le telecamere IP, frigoriferi, microonde, caffettiere, termostati, ferri da stiro, lavatrici, asciugatrici, braccialetti per il fitness e molto altro. Al giorno d’oggi molte case sono state progettate con dispositivi intelligenti già inclusi nelle specifiche. Tutti questi dispositivi intelligenti connessi al Wi-Fi di casa aiutano a costruire l’enorme, autonomo (e molto vulnerabile) Internet delle Cose, le cui dimensioni sono più grandi dell’Internet Tradizionale che tutti conosciamo così bene fin dai primi anni ’90.

Connettere a Internet qualsiasi cosa, perfino il lavello della cucina, si fa per un motivo. Essere in grado di controllare tutte le apparecchiature elettroniche domestiche in maniera remota attraverso il vostro smartphone può essere utile (per alcuni). È anche piuttosto di moda. Ad ogni modo, il modo in cui questo Internet delle Cose si è sviluppato suppone che la mia sindrome di Cassandra sia diventata una realtà.

FonteFonte

Qualche evento recente:

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