Vivid Sydney, il festival delle luci

Ogni anno, tra fine maggio e i primi giorni di giugno, Sydney si trasforma e diventa più “vivida” che mai! Mi riferisco a Vivid Sydney, il “festival delle luci, della musica e delle idee”. Si estende per quasi tutta la città: tra i punti nevralgici del festival l’Opera House, il Darling Harbour (una delle tante baie di Port Jackson) e molti altri edifici e ponti dove hanno luogo numerosi e bizzarri spettacoli pirotecnici.

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Conferenza d’inverno… a giugno

I coccodrilli sono energici e aggressivi. I cugini alligatori, che si trovano anche da queste parti, sono in genere più calmi e docili.

Nell’emisfero sud (compresa Australia, naturalmente, dove sono stato la settimana scorsa), il Primo giugno corrisponde al primo giorno d’inverno. Da queste parti è difficile trovare neve, laghi ghiacciati e temperature a -40 gradi, ma di notte rinfresca. La temperatura notturna media in questo periodo dell’anno nella zona nord-ovest dell’Australia è di 15 gradi centigradi, ma parliamo di media, in alcune zone ci sono anche gelate notturne. In Australia! In ogni caso, nella città di Broome (Kimberley) si può dire a malapena che ci troviamo in inverno:
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Arte a Venezia

Dopo un lungo ma piacevole viaggio in macchina per una costa straordinaria, siamo finalmente arrivati a Venezia! Di solito veniamo qui sia per lavoro ma anche per piacere (per visitare alcuni luoghi interessanti, non pensate male!). Come sempre, non vi voglio annoiare con dettagli di lavoro, passo direttamente alla parte più divertente. Un’avventura in stile avant-garde nel bizzarro mondo dell’arte moderna.

L’arte moderna, un argomento… controverso.

Dal punto di vista di un osservatore o di un fruitore di arte moderna, può suscitare piacere o rapimento, oppure indignazione e disgusto. La si può apprezzare per gli ideali dell’estetica d’avanguardia, o lasciare il visitatore completamente attonito o persino arrabbiato per l’assurdità di alcune opere in mostra.

Non è solo un argomento di rottura, ma suscita anche confusione. Cos’è arte e cosa invece non lo è? Cos’è una mostra e cosa deve ospitare un edificio che venga considerata arte moderna, non so un ventilatore, un cestino della spazzatura, un buco nel tetto o una spina attaccata al muro?

Forse ci vorrebbe una placchetta esplicativa tipo “questa è una spina attaccata al muro, opera del nostro elettricista”, altrimenti i “connoisseur” potrebbero scambiarla per un capolavoro di arte moderna. Poi c’è il Black Square di Malevich, qualcosa di molto simile a una spina attaccata al muro. E da decenni c’è gente che viaggia da tutto il mondo per vedere questa opera alla Galleria Tret’jakov.

1Cosa ho appena detto? 🙂

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Viaggetto in Liguria

Qualche tempo fa mi ero ripromesso di visitare via mare il Sud della Francia e il Nord Italia. Ho appena trascorso la nottata guidando da Nizza a Genova sulla E80. È stato fantastico. Come quando ho guidato tutta la notte per le strade deserte di Miami: niente automobili, strade enormi, una bella macchina, bella musica di accompagnamento… ma ovviamente senza luce del sole non si può ammirare il panorama.

La strada costeggia il mare, ma non il Mediterraneo, parlo del Mar Ligure, che tutti gli italiani conoscono bene ovviamente.

Per tanti anni ho rimandato ma alla fine ce l’ho fatta e sono molto contento dell’esperienza.

Che strada meravigliosa. Scorrevole, senza tanto traffico, bei ponti e tunnel, automobilisti disciplinati che osservano il codice stradale e le corsie. Da un lato la gentilezza dei liguri e dall’altro gli incantevoli paesaggi italiani. Le colline, il mare, i paesini i castelli a strapiombo sulla costa…

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Formula Monaco 2015

Assistere al Gran Premio di Formula 1 di Monaco è ovviamente un’idea fantastica. Ma prima bisogna arrivarci.

Non è facile quando la Formula 1 arriva in città. Se arrivate qualche giorno prima della gara principale (che è quello che abbiamo fatto noi) è ancora fattibile, ma se provate ad arrivare lo stesso giorno della gara, allora lì è un bel problema. Molte strade del centro e dintorni  vengono chiuse al traffico ed è praticamente impossibile muoversi in macchina, o per lo meno ci vuole un’infinità di tempo. Tenetelo a mente nel caso la prossima volta vi capiti di trovarvi nel sud della Francia durante la settimana della F-1.

Per quanto ci riguarda, la passeggiata dall’hotel allo yacht che abbiamo noleggiato per vedere la gara era di soli 15 minuti. Più tempo del necessario, però, visto che certe strade erano chiuse anche ai pedoni. C’erano altre due alternative per evitare la sindrome da Montecarlo-chiusa-al-traffico: trascorrere la notte su uno yacht (non male) o raggiungere lo yacht con un gommone. L’opzione davvero fattibile, abbiamo scoperto, è la prima ovvero dormire sullo yacht, perché anche con i gommoni abbiamo trovato traffico!

Insomma, l’anno prossimo la nostra postazione base sarà lo yacht, sia per dormire che per assistere alla gara. 🙂

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Sulla terraferma, praticamente qualsiasi superficie era ricoperta di fan della Formula 1. Alcuni balconi, però, erano vuoti. Penserete che i proprietari avrebbero potuto lasciare le chiavi di casa a parenti o amici per il weekend mentre loro hanno di meglio da fare fuori città, no? L’anno prossimo potrebbero lasciarci le chiavi, che ne dite? 🙂

2.

I proprietari di quell’attico con tre mega finestre non sono fan della F-1, vero?

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Il mio Gran Premio: Gabon-Israele-Francia-Monaco

È da un po’ che non pubblico nulla. Il motivo? La scorsa settimana è stata piena zeppa di impegni, non avevo neanche un minuto per scrivere qualche riga. Ecco un breve riassunto.

Da lunedì a sabato ho visitato quattro paesi di tre continenti diversi: Gabon, Israele, Francia e Principato di Monaco. Ho dovuto prendere sei voli, di media uno al giorno. Ebbene, sono abbastanza abituato ad agende piene di impegni, ma la scorsa settimana è stato troppo anche per me, un stress costante per anima e corpo. Mi ci è voluta l’intera settimana successiva per tornare alla normalità.

Comunque sia, anche se non c’è il tempo per scrivere, lo si trova per scattare qualche foto. Ecco per voi un mio resoconto fotografico (con qualche commento) del mio personale Gran Premio della scorsa settimana, caratterizzato da quattro “giri” principali:

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Aquapark di Atlantis: da non perdere

Le vacanze nei resort (quelle in cui non si fa altro che vegetare) non sono il mio genere.

Sabbia, sole, ombrelloni, bibite rinfrescanti e protettore solare. Posso sopravvivere a questa tortura per due o tre ore al massimo, poi devo iniziare a camminare, a gironzolare lungo la spiaggia, spesso con la macchina fotografica. È dura la vita, eh! 😉 Passeggiare, abbronzarsi, un tuffo nel mare, scattare foto in riva al mare… Una volta, nella Repubblica Domenicana, io e D.Z. abbiamo passeggiato per circa 4 ore. Sembravamo dei modelli di una terribile pubblicità di creme solari.

Quindi spiagge, sabbia, sedie stradio e crogiolarsi al sole non fa per me. Stupendo, ma…

Ma nº1: le cose non vanno sempre così, alcuni dei nostri viaggi sono davvero movimentati perché si compongono di voli che attraversano vari fusi orari. Di conseguenza arriviamo all’hotel che stanchi è dir poco, siamo completamente distrutti! Se non devo fare nulla il giorno dopo e c’è una piccola spiaggia nelle vicinanze, posso passare tranquillamente la giornata dormendo in spiaggia. È la mia specialità! Mi sdraio in una zona d’ombra a mezzogiorno e mi sveglio al tramonto riposato, fresco e ponto per partire.

Ma nº2: molto spesso organizziamo i nostri eventi in hotel vicinoa alla spiaggia (il che significa che per me la spiaggia è sinonimo di lavoro, più che di spiaggia 🙂 ). Durante il nostro diciottesimo anno di attività lavorativa, siamo stati quasi ovunque, da Copacabana a Rio de Janeiro, Brasile, alla Gold Coast, nel Queensland, in Australia. Il risultato? Lavoravamo durante il giorno e uscivamo un po’ la sera, in stile resort. Spesso dopo gli impegni di lavoro, rimanevamo qualche giorno in più 🙂

Sembra proprio che ci stia impiegando molto ad arrivare al nodo centrale di questo post, il parco acquatico dell’Hotel Atlantis di Dubai

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I nostri AV: scacciando vecchi fantasmi

Durante i primi anni del 2000 (forse alcuni di voi lo ricordano), abbiamo rilasciato la PEGGIORE versione dei nostri prodotti antivirus. Non mi importa ammettelo: è stato un fiasco! La cosa curiosa è che, nonostante il fiasco, la versione era molto potente nel combattere i malware; il problema stava nel fatto che rallentava molto il sistema e pesava troppo, soprattutto paragonando questa versione con le precedenti.

Potremmo domandarci: di chi è la colpa? Che cosa avremmo dovuto fare per evitarlo?” Ma preferisco non farlo. Vi dirò solo che dopo l’accaduto il dipartimento RH ha preso serie misure. Potremmo quindi giocare al “che sarebbe successo se” e chiederci come sarebbe cambiata la nostra immagine come azienda se non avessimo commesso quel passo falso. Tuttavia credo che la cosa migliore sia affermare semplicemente di aver fatto un errore e che grazie a questo errore abbiamo poi realizzato una versione migliorata del prodotto, che tenga testa ai competitor in tutti i campi. Quell’errore è stato il motore che ci ha spinto a migliorare e che ci ha portato a dominare il mercato retail golable degli antivirus. E il nostro successo continua ad aumentare.

Ed è andata proprio così! I prodotti che abbiamo lanciato dopo il fiasco si sono dimostrati tra i migliori, anche in performance, ovvero in efficenza e consumo di risorse del sistema durante la scansione. Nonostanteciò, ci avevano già marchiato a fuoco e la cicatrice ci ha perseguito per anni – e devo dire che talvolta ancora oggi viene allo scoperto. È difficile cancellare quello che è stato, e c’è sempre chi non vuole ascoltare i nuovi fatti. Anche allora i nostri competitor hanno impiegato tutte le loro forze nel “trollarci”, e continuano a farlo. Forse è perché non hanno niente di meglio da fare che “trollarci”.

Quindi, detto questo, è giunto il momento di fare un po’ di pulizia di primavera e eliminare una volta per tutti i pregiudizi e le falsità accumulate durante gli anni che intaccano l’immagine dei nostri prodotti e della loro efficenza.

Ecco i risultati degli ultimi test sulla performance realizzati sui nostri prodotti antivirus. Nient’altro che dati elaborati e pubblicati da noti e rispettabili laboratori. Date un’occhiata ai risultati degli altri vendor, comparateli e traete le vostre conclusioni.

1. AV–Test.org

Come vi ho detto molte volte, se volete giugere a un quadro obiettivo, è necessario dare un’occhiata a quanti più test possibili, anche a quelli vecchi… Ci sono casi di note aziende del settore che, al posto delle versioni normali, quelle che i clienti comprano nei negozi, hanno sottoposto ai test specifiche versioni ottimizzate appositamente per l’occasione.

Durante lo scorso anno (01/2014 – 01/2015) gli esperti del laboratorio di Magdeburg hanno fatto un gran lavoro analizzando i risultati di 23 prodotti antivirus; l’obiettivo era capire quando rallentassero il computer.

Sì, è stata una grande soddisfazione ricevere questa piccola “medaglia” per aver sviluppato la soluzione antivirus più veloce 🙂

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Quattro biglietti per Aogashima (parte II): Hachijo-jima

Riassunto del episodio 1:

Volo alle 7:00 di mattina da Tokyo (Haneda) a Hachijo-jima, connessione (volo in elicottero) per Aogashima dove abbiamo trascorso una giornata splendida, scalando, girando per tutta l’isola e scattando foto a destra e a manca. Bellissimo!

La mattina successiva avevo un leggero senso di déjà-vu: mi sveglio all’improponibile orario delle 7:30 ma questa volta in vero stile “boy scout”, accompagnato dal suono di un annuncio dall’altoparlante dell’hotel: peem paam poom puum ohayo gozaimasu (che significa “buon giorno” in Giapponese), seguito da altre frasi di cui ho afferrato solo “arigato” e “kudasai“. Giù dal letto! Mi alzo, faccio colazione e mi dirigo verso eliporto.

Vi ricordo che c’è solo un volo al giorno e il tempo è buono. Se il tempo non è buono, non ci sono elicotteri. Il volo Hachijo-jima – Aogashima è partito alle 9:15 ed è atterrato alle 9:40 (in base alle nostre osservazioni). Dopo l’atterraggio, il tipico viavai: scendono i passeggeri e ne salgono altri, abitanti di Aogashima e turisti; e poi l’elicottero riparte.

Però, il volo di ritorno ci ha lasciato su Hachijo-jima alle 11:30 di mattina. Il nostro volo verso Tokyo (Haneda) era alle 5:20 di pomeriggio, perciò avevamo 6 ore che potevamo usare come volevamo. Come le abbiamo spese? “Affittiamo un auto e andiamo alle terme naturali?” Questo è quello che molti di noi hanno proposto, ma… sbagliato! Ho dato un’occhiata alla mappa e ho visto che c’era un sentiero che conduceva fino alla vetta del vulcano. Perciò abbiamo deciso di scalare il Hachijo-Fuji (sembra che tutte le montagne sacre in Giappone si chiamono “Fuji”). Questo era il piano.

Fonte

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