Il Vaticano dal punto di vista del Papa

Roma. Senza dubbio una delle città più importanti del mondo; assolutamente da vedere. Ho visitato la città tante volte, ho visto a piedi le diverse zone del centro, ho toccato, assaggiato, provato e scattato un sacco di foto praticamente di tutto. E quando dico “praticamente di tutto” includo anche Piazza San Pietro e le foto scattate dalla cupola della Basilica di San Pietro in tre o quattro occasioni. Ma questa è stata la prima volta che ho visto la piazza da questa prospettiva:

E ho visto anche per la prima volta questa persona in carne e ossa!

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L’inestimabile storia delle calcolatrici meccaniche

Il mio recente incontro con il Papa mi ha fatto ricordare dell’esistenza di gadget dimenticati come l’aritmometro. Qualcuno della mia generazione si ricorderà di questo dispositivo, mentre per più giovani sarà un “apparecchio” antico (una reperto storico di secoli fa) di quando non esisteva Facebook (ve lo immaginate?), e nemmeno Internet (COSA?!).

Un tempo, però, la contabilità del mondo intero dipendeva da questi strumenti analogici pre-digitali. Questo post parlerà, quindi, degli aritmometri, perché vale la pena conoscerne la storia (specialmente quando è curiosa come questa).

Che invenzione! Ovviamente su Wikipedia potete leggere qualsiasi cosa al riguardo, ma in questo post vi riassumerò quali sono, secondo me, i punti fondamentali.

Le calcolatrici meccaniche sono nate…più di 2000 anni fa! Le usavano gli antichi greci! Non lo sapevate? Io sì ma, ancora una volta, la mia memoria mi ha tradito. Quindi ho cercato i particolari per rinfrescare le sinapsi.

Ah (ecco la nerd! La macchina di Anticitera), di uno o due secoli AC; vale a dire oltre 2100 anni fa!

La macchina di Anticitera è un vecchio computer analogico e planetario utilizzato per prevedere le posizioni astronomiche e le eclissi per il calendario e l’astrologia, così come anche le Olimpiadi, i cicli dei Giochi Olimpici antichi.

In una scatola di legno di 340mm x 180mm x 90mm, il dispositivo è un meccanismo a orologeria formato da almeno 30 ingranaggi di bronzo. I suoi resti furono trovati in un unico blocco, poi separati in tre frammenti principali, che adesso sono divisi in 82 diversi frammenti dopo i lavori di restauro. Quattro di questi frammenti contengono ingranaggi, mentre in molti altri sono state trovate incisioni. L’ingranaggio più grande ha circa 140 millimetri di diametro e aveva originariamente 223 denti. (Wikipedia).

Eh, questi greci!

Andiamo avanti di 1600 anni e il prossimo esempio di calcolatrice meccanica è quella disegnata da Leonardo da Vinci. Quel dispositivo era una calcolatrice a 16 bit con 10 rotelle dentate.

Un’altra lunga pausa di 120 anni…

Alcuni appunti di Wilhelm Schickard del 1623 affermano che fu proprio lui a progettare e costruire il primo tentativo moderno di calcolatrice meccanica. Il suo strumento era composto da due tipi di tecnologie: innanzitutto un abaco fatto di bastoncini di Nepero, per semplificare le moltiplicazioni e le divisioni descritte per la prima volta sei anni prima, nel 1617, e per la parte meccanica aveva un pedometro per effettuare addizioni e sottrazioni.

Due decenni dopo…

Blaise Pascal ha progettato una calcolatrice per facilitare i tanti noiosi calcoli matematici; si chiamava Calcolatrice di Pascal o Pascalina.

30 anni dopo, la “calcolatrice potenziata”…

 – Il matematico tedesco Gottfried Wilhelm Leibniz inventò la calcolatrice meccanica digitale. Si tratta della prima calcolatrice che poteva effettuare le quattro operazioni aritmetiche. I suoi complessi e precisi ingranaggi…erano qualcosa che andava oltre le tecnologie di fabbricazione del tempo.

Successivamente, è seguita una vera gara di calcolatrici…

Nel 1674 è nata la calcolatrice di Samuel Morland, grazie alle quale le quattro regole fondamentali dell’aritmetica erano facilmente elaborate “senza sforzare la memoria, disturbare la mente o esporre le operazioni a incertezza” (considerata da alcuni il primo strumento di moltiplicazione del mondo).

Nel 1709…

[Giovanni] Poleni è stato il primo a costruire una calcolatrice che utilizzava perni mobili.

Ed ora arriva il vero aritmometro, non i suoi precursori…

L’aritmometro di Thomas de Colmar è diventata la prima calcolatrice meccanica di successo commerciale. La sua struttura resistente le ha dato molta affidabilità e precisione e ha avuto un ruolo fondamentale nel passaggio dai calcolatori alle calcolatrici che si è verificato durante la seconda metà del XIX secolo.

Il debutto della sua produzione del 1851 ha dato avvio all’industria delle calcolatrici meccaniche, che negli anni ’70 ha costruito milioni di macchine [!!!!]. Per quarant’anni, dal 1851 al 1890, l’aritmometro era l’unico tipo di calcolatrice meccanica in produzione ed era venduto in tutto il mondo. Nell’ultima parte di quel periodo, due aziende hanno iniziato a produrre cloni dell’aritmometro: Burkhardt dalla Germania che ha iniziato nel 1878 e Layton dal Regno Unito che ha iniziato nel 1883. Alla fine, circa venti aziende europee hanno costruito cloni dell’aritmometro fino agli inizi della Seconda Guerra Mondiale.

Nel frattempo, in Russia, nello stesso decennio (1850-1860), Pafnuty Chebyshev creava il primo aritmometro russo.

Meno di una generazione più tardi, un altro russo (un ingegnere immigrante svedese) ha iniziato la fabbricazione dell’aritmometro Odhner

Dal 1892 fino a metà del XX secolo, sono state fondate aziende indipendenti in tutto il mondo per produrre i cloni di Odhner e, negli anni ’60, con milioni di esemplari venduti, è diventata una delle calcolatrici meccaniche più famose mai progettate.

Siamo al 28 settembre 2016 e un tale Eugene Kaspersky ha dato a Papa Francesco un aritmometro Odhner:

https://www.instagram.com/p/BK6AsyGguNu/

 

La sua produzione industriale è iniziata ufficialmente nel 1890 nel laboratorio di Odhenr a San Pietrosburgo.

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Funzionalità di cui non avete sentito parlare – Aggiornamento 2017

Abbiamo “salvato il mondo” per, mmmm, fatemi pensare, 19 anni! In realtà lo facciamo da ancora più tempo, ma 19 anni fa abbiamo registrato KL come azienda (del Regno Unito).

Ahimè, “salvare il mondo” una volta per tutte e per sempre non è possibile: le cyberminacce si evolvono in continuazione e i cybercriminali trovano sempre nuovi fornitori d’attacco nel panorama digitale, facendo in modo che quest’ultimo non sia mai sicuro al 100%. Ad ogni modo, centinaia di persone provenienti da ogni parte del mondo, ogni giorno hanno la possibilità di proteggere la propria privacy e i propri dati in diversi dispositivi e in diverse situazioni di vita, utilizzano in maniera sicura i negozi online e i servizi bancari; proteggono inoltre i propri figli dalle porcherie digitali, dai pervertiti del web e dai truffatori.

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Per quanto riguarda noi (chi vi protegge), per i nostri esperti ci sono tante raison d’être: ogni foto sottratta ai ransomware, ogni sito di phishing bloccato, ogni botnet bloccata e ogni cybercriminale arrestato: ognuna di queste cose è motivo di soddisfazione professionale e di orgoglio. Vuol dire che tutto il duro lavoro non è stato svolto a vuoto; vuol dire che stiamo lavorando bene sul serio.

Nella lotta alle porcherie del web, ai pervertiti e ai furfanti informatici, abbiamo a disposizione per voi una vasta gamma di strumenti sempre aggiornati e migliorati.

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Tre magnifiche gole di energia

Continuiamo con la questione dell’elettricità…

A dire il vero in questo post si parlerà di idroelettricità; più nello specifico di una centrale idroelettrica; ancora più nello specifico della più grande centrale idroelettrica del mondo. È così grande che potete ammirarla per ore, ipnotizzati: maestose pareti di cemento, spazi enormi…straordinariamente straordinaria. E la parte migliore è l’acqua corrente (che è una calamita per l’Homo Sapiens).

Si chiama la Diga delle Tre Gole. Si trova a circa 30 km dalla città di Yichang e a circa 300 km (o 2 ore e mezza in treno) ad ovest di Wuhan.

Una diga lunga più di due chilometri (2300m!), alta 180 metri, con un’ampiezza delle pareti della parte alta della diga di 50 metri e della base di 120 metri (come ci è stato detto dalla ragazza che è stata la nostra guida nel pomeriggio). Voglio dire, quanto cemento c’è voluto per costruire tutto questo? Mamma mia.

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Inter-NYET!

Pronti? Il sermone inizia ADESSO!…

Dopo il post dell’altro giorno “La ferrovia cinese non delude”, il giorno successivo stentavo a credere al fallimento totale di un aeroporto cinese. E non si trattava di un vecchio aeroporto cinese, ma del principale aereoporto internazionale della capitale della Cina! La delusione riguardava internet, gente! Ed è stata una delusione totale!

L’aeroporto è immenso, bellissimo e super rotondo (nonostante le inevitabili torture cinesi e la confusione), con tutti i negozi, gli ascensori, le fontane, le sculture… tutto contemporaneo, raffinato e costoso. Funziona tutto bene, meno una cosa: nessuna connessione Internet! Non funzionava nemmeno la connessione dati mobile, nemmeno con una SIM straniera, ad esempio, con un numero straniero (non cinese), che non passa dalla Grande Muraglia (Firewall) cinese. Voglio dire, c’è un po’ di segnale, ma è così debole che non vale la pena disturbarsi.

Volevo connettermi al mio blog per scrivere qualche post “on the road” come mi piace fare, o qualche riflessione su problemi importanti, e caricare alcune foto come faccio sempre, ma no… non c’è stato verso. Come si dice in cinese “Dove diavolo è Internet?!”. Qualcuno me lo dica, per favore. Me lo stamperò su una maglietta e la indosserò la prossima volta che ci vado.

E le riflessioni su problemi importanti questa settimana sono le seguenti.

Parliamo di qualcosa che è essenziale per tutto (o per lo meno per tante cose) e che senza di essa nulla sarebbe possibile. Si tratta di qualcosa così vitale che senza di essa la vita non avrebbe senso e sarebbe insopportabilmente noiosa e triste.

Qualcosa che fa parte della base di quasi tutte le nostre attività moderne, senza la quale tutte le più nobili intenzioni, il raggiungimento di obiettivi importanti e la sicurezza di un ragionevole grado di felicità (tutto!) non sarebbero possibili.

Avete già indovinato?

Sì, l’elettricità! Cosa pensavate? (Risposta > nei commenti; e siate sinceri!)

Immaginate per un minuto cosa succederebbe se all’improvviso non ci fosse più corrente elettrica nelle prese (per sempre!). Voglio dire, sul serio: stop, finito, kaput, per sempre!

Sarebbe bruttissimo, ovvio. Davvero brutto. Ma non sarebbe un’apocalisse. La vita continuerebbe ugualmente, solo che si starebbe a lume di candela, saremmo trainati dai cavalli e andremmo in barca!

ATTENZIONE – QUIZ! PREMI GARANTITI PER IL PRIMO CHE RISPONDE IN MANIERA ESATTA!

Come si chiama quel film di fantascienza in cui ci sono alcuni alieni invisibili poco amichevoli che vivono nel paese dell’elettricità e che arrivano sulla terra, che consumano tutti gli elettroni nei cavi e anche quelli dei fenomeni naturali come i temporali e in cui, alla fine, il protagonista, illuminato da una candela, si lamenta dei tuoni e della pioggia incessante e del fatto che non ci sia luce e che probabilmente non ci sarà mai?

Aggiornament/PS: dopo il mio sfogo sull’aeroporto principale di Pechino, vi lascio godere qualche foto (alla fine sono arrivato in un paese in cui c’era una buona connessione Internet, sapere quale? Tecnologicamente è molto progressista!!).

Queste sono le foto che ho scattato dall’aereo: calma mattutina e una colonna di fumo (o vapore) che si alza nel mezzo di una nuvola.

È tutto per oggi, amici. A domani…

La ferrovia cinese non delude

Wuhan è una città della Cina centrale. E quando ho letto informazioni sul posto su Wikipedia ho pensato “Wuhaa!”…

Sebbene sia davvero molto grande e sia la capitale e il principale centro amministrativo della provincia di Hubei, sembra che si tratti di una “città sub-provinciale”.

La città copre un’area di 8500 chilometri quadrati (cinque volte più grande di Londra!) e ha una popolazione di 10 milioni di abitanti (quasi come Londra). Anche per la Cina, la percentuale e il volume delle costruzioni a Wuhan sono pazzesche. Nuovi quartieri giganteschi crescono come funghi dopo che piove…in realtà più come alberi di una foresta che crescono come se fosse tutto (davvero) altissimo. Per ora i nuovi grattacieli residenziali sono vuoti, ma quando si riempiranno, credo che la popolazione supererà facilmente quella di Londra e delle sue periferie. Questa è la Cina “sub provinciale”, gente!

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Pigrizia, cyber-sicurezza e apprendimento automatico

È proprio così: l’essere umano è una creatura pigra. Se è possibile non fare qualcosa, non la facciamo. Comunque, paradossalmente si tratta di un qualcosa di positivo perché la pigrizia è… il motore del progresso! Cosa? E come? Beh, se un lavoro è considerato troppo difficile, lungo o complesso da svolgere per gli umani, certi esseri umani pigri (Homo Pigrus? 😉 ), ma coscienziosi, potrebbero affidare il lavoro ad una macchina! Nel campo della cybersicurezza lo possiamo chiamare ottimizzazione.

L’analisi giornaliera di milioni di file e siti dannosi, sviluppando “inoculazioni” contro future minacce, migliorando per sempre la protezione proattiva, e risolvendo dozzine di altri compiti critici… tutto questo è semplicemente impossibile senza l’uso dell’automazione. E l’apprendimento automatico (anche chiamato intelligenza computazionale) è uno dei concetti chiave nel campo dell’automazione. 

L’apprendimento automatico viene applicato alla cybersicurezza da oltre un decennio (solo senza il clamore del marketing).

L’automazione esiste nella cybersicurezza fin dall’inizio, dagli albori della cyber-sicurezza stessa. Ricordo, per esempio, come all’inizio degli anni 2000 avessi scritto il codice per un robot che aveva il compito di analizzare i campioni di malware in entrata: il robot metteva i file individuati nella cartella corrispondente del nostro archivio malware in continua crescita che si basava sui suoi verdetti (suoi, ovvero del robot!) e riguardavano le sue caratteristiche (quelle dei file!). È difficile credere ora che a quel tempo ero abituato a fare tutto manualmente!

Oggigiorno comunque, dare semplicemente ai robot istruzioni precise per i compiti che tu vuoi che lui svolga non è sufficiente. Le istruzioni per i compiti da svolgere dovevano essere impartite in modo impreciso. Sì, proprio così!

Per esempio, “trova i volti umani in questa fotografia”. Per farlo non descriverai come i volti umani vengono riconosciuti o come si distinguono da quelli di un cane. Quello che farai è mostrare al robot diverse fotografie e aggiungerai: “questi sono umani, questo è un volto umano, e questi invece sono cani; ora sbrigatela tu!”. In poche parole è la “libertà della creatività” ad autoproclamarsi apprendimento automatico.

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Così tanto Sochi!

Ho sentito tante belle cose su Sochi, e in particolare su Krasnaja Poljana ma non c’è niente di meglio che vederla con i propri occhi. È vero: per qualche strano motivo non ho mai visitato bene Sochi. Ok, ci sono stato due anni fa per la Formula 1, ma sono andato solo a vedere il circuito e il Parco Olimpico.

Questa volta, nonostante alcuni impegni d’affari in città, ci sono andato per godermi la vista e i suoni del posto, e ho fatto anche un po’ di trekking in collina. Ooooh ragazzi, sono stato felicissimo di averlo fatto! Qui a Sochi mi sono stupido di quanto faccia freddo. Non potevo proprio credere che fosse una città di mare russa sul Mar Nero. Come sono cambiate le cose!

Anche Krasnja Poljana mi ha molto sorpreso con i suoi spazi, la sua modernità, la sua brillantezza, le sue grandi dighe e i pedoni felici che passeggiano sulla riva del fiume.

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