KILIMANGIARO: UN AUTENTICO ANGOLO DI VERDE

Un viaggio in Africa comporta sempre una buona dose di meraviglia e stupore, in qualsiasi parte si vada. Ne eravamo consapevoli durante la nostra gita invernale sul Kilimangiaro, ma proprio non ci aspettavamo ettari ed ettari di terra fertile con ogni tipo di alberi e ortaggi!

Il nostro primo giorno in Tanzania, condotti dall’aeroporto al campo base alle pendici del Kilimangiaro lungo strade delle più accidentate, eravamo parecchio sbalorditi per la grande quantità di abeti intorno a noi. Beh, di sicuro ci assomigliavano.

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I tronchi sembravano quelli degli abeti, ma i rami cos’erano? Non lo so. Qualcosa tipo la tuia.

Ma più incredibile erano tutti gli ortaggi che crescevano: carote, patate, zucche, zucchine e altri. L’avreste mai pensato? In Africa?

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I FACCHINI DEL KILIMANGIARO

Durante la nostra escursione sul Kilimangiaro, se noi turisti ci siamo portati giusto lo stretto indispensabile, il resto dei bagagli veniva trasportato dai facchini locali. In realtà la cosa non dava loro molto fastidio; sembra, infatti, che la paga non sia poi così male.

Noi quindi ci siamo portati dietro solamente apparecchiature impermeabili per fare foto e video, i facchini invece hanno portato su tende, sacchi a pelo, materassini per dormire, cibo, acqua e un sacco di altre cose, quasi tutto sulle loro teste.

Ci hanno detto che i facchini (tutti uomini) possono portare un massimo di 15 kg di bagagli dei turisti, oltre ad attrezzature proprie (se necessarie). La nostra guida ci ha spiegato la situazione: “Quindici kg non è considerato un peso eccessivo per un uomo adulto. E sono soliti trasportare gli oggetti sul capo, sono abituati così e per loro è più comodo“.

La guida ha proseguito:

In molti desiderano fare i facchini qui. Non è una delle occupazioni più estenuanti, la paga è buona rispetto ad altri lavori che si svolgono nella regione. Grazie alla politica promossa dal parco nazionale, che incoraggia l’uso di facchini (stabilendo il limite massimo di 15 kg a persona), c’è abbastanza lavoro per tutti (per adulti maschi in buona salute). Una buona politica per la gente del posto, una misura un po’ cara per i turisti“.

E abbiamo visto questa politica in azione: al nostro gruppo sono stati assegnati circa trenta facchini! È così che funziona sul Kilimangiaro.

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IL RODEO DI BARRANCO

Scalare la parete lavica di Barranco sul Kilimangiaro è stato di gran lunga l’apice della nostra settimana di ascesa al più alto vulcano africano, ossia dopo la tappa finale fino in cima attraverso il Punto Stella Artois. Si tratta del rodeo del Kilimangiaro, poiché è facile essere sbalzati giù, essendo così ripido(!): una parete rocciosa di 300 metri a strapiombo (o così pare in un primo momento) …

Eccola:

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ALLA CONQUISTA DEL KILIMANGIARO

Prima di tutto alcune informazioni sulla nostra spedizione in cima al Kilimangiaro: foto, commenti, impressioni e miti sfatati.

Pronti, partenza, via!

Giorno 1: Porta di Lemosho – Mti Mkubwa.

  • Altitudine: 2.400 metri > 2.800 metri
  • Distanza: 4 km
  • Velocità media: 2 km/h

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Partiti. Ah, che bello essere in Africa a Natale! Con Mosca sotto 30 centimetri di neve e l’Europa occidentale fredda e umida, quale luogo migliore dove stare? 🙂

Il nostro primo giorno è stato equatoriale, niente di più appropriato per cogliere lo spirito africano.

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HO, HO, HO: KILIMANGIARO!

A Natale, cosa c’è di meglio che… scalare un vulcano in Africa? Questo è ciò che mi sono chiesto a novembre dell’anno scorso.

Sono passate sei settimane, ed ero lì, sulla vetta del Kilimangiaro!

“La prima fase del mal di montagna è l’euforia: il soggetto diventa vivace, eccitato, gentile, loquace… quasi estatico. La seconda fase è la letargia: il soggetto diventa sconfortato, triste, annoiato, silenzioso e apatico, senza voglia di chiacchierare e senza appetito.”

Questi sono gli appunti che ho scritto basandomi su quello che ci ha detto la nostra guida in Tanzania, O.R., poco dopo il nostro arrivo nel paese. Ma penso abbia saltato la fase successiva (non voleva spaventarci, dopo tutto), quindi la aggiungo io. La terza fase è fatale: un peggioramento repentino dello stato fisico e mentale e… mmm, come O.R., preferirei non parlarne. Fatemi solo menzionare ciò di cui avreste bisogno se mai la affrontaste: maschera d’ossigeno, iniezione di adrenalina e una chiamata al servizio medico di pronto soccorso in elicottero, tutto il più presto possibile.
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TOP 100, LA SERIE: ASIA

Cos’altro c’è di interessante e consigliabile nella mia Top 100 dell’Asia, oltre alla Cina e al Medio Oriente? Eccolo qui!

62. Taj Mahal, India

Un imponente mausoleo di marmo bianco, è la tomba della moglie prediletta dell’imperatore moghul Shah Jahan. Se guardate attentamente su Google Maps, qui, sull’altro lato del fiume di fronte al Taj Mahal potete vedere i resti dei preparativi di un secondo Taj Mahal, progettato per essere l’immagine speculare del mausoleo, ma in marmo nero invece che bianco. La leggenda narra che l’impero moghul non possedeva i fondi necessari per finanziare una spesa tanto eccessiva per una tomba smisurata, quindi il padishah (imperatore) venne deposto dai suoi attendenti che interruppero bruscamente il progetto del secondo Taj.

Un luogo magico, specialmente se comparato ai suoi dintorni rurali, in qualche modo meno regali. Consiglio vivamente di prenotare un tour individuale con una guida personale e un minivan, così da non essere sballottato violentemente su un comune autobus turistico. Qui i dettagli e le foto (il testo è in russo).

Source

Fonte

info_ru_20
wiki_IT
map_ru_20
gmaps
Photos
google

flickr

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ALLA SCOPERTA DELLE BANANE

Ho sempre creduto che ci fossero tre categorie di banane: mature, acerbe e… fritte 🙂 Ovviamente, ci sono anche le banane di dimensioni normali e quelle piccole, molto più saporite.

Un viaggio in Tanzania mi ha letteralmente aperto gli occhi: risulta che l’argomento banana sia molto più esteso, complesso e variegato di quanto avessi immaginato.

Queste sono le bancarelle di frutta e verdura che vedevamo ai lati delle strade:

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ANNO NUOVO SUL KILIMANGIARO

Ciao a tutti in questo anno nuovo!

Spero abbiate trascorso bene le vacanze, senza troppi effetti collaterali, e che la pausa invernale sia stata utile per la mente, il corpo e gli interessi culturali. Le solite cose, insomma. Ma ora è tempo di tornare ai miei racconti, le mie note di viaggio, i resoconti e le foto.

Iniziare l’anno come intendo continuarlo: tranquillamente. Sì, come no!

Vi ci vuole un inizio col botto! Tipo così:

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Con chiunque abbia parlato del Kilimangiaro, o l’ha già scalato (la maggioranza) o ha intenzione di farlo nel prossimo futuro (la minoranza). Alcuni giorni fa mi sono unito alla maggioranza: per essere precisi, il 31 dicembre 2015 stavo sul punto più alto di questo vulcano. E ho salutato l’anno nuovo sul Kilimangiaro!

A causa dei limiti di connessione e di tempo, i dettagli si faranno attendere. Per adesso, tutto ciò che posso fare è lamentarmi un poco perché a questo tipo di spedizione ci si deve preparare bene, in anticipo e molto scrupolosamente. Non è stato facile.

 

UN 2015 IN GIRO PER IL MONDO

Tutto ciò che riguarda il Capodanno è positivo, soprattutto perché è il periodo ideale per prendersi una pausa, fare un bilancio, prendere nota, condividere impressioni e ricaricare le batterie per l’anno nuovo. Completo questa procedura ogni anno (2014, 2013): lo trovo molto utile sotto ogni punto di vista. Vi raccomando di fare lo stesso e di donare a tutti coloro che vi circondano una scarica di positività. Dunque, com’è andato il 2015? Beh, vediamo che dice il mio taccuino:

  • Ho infranto il mio record personale di numero di voli: 116 all’anno, circa 500 ore e 400.000 km in aria. Il mese più intenso è stato marzo, con 15 voli.
  • Ho visitato 23 paesi, alcuni più di una volta. Sono stato più di tutto in Cina, Germania e Regno Unito.
  • Ho fatto oltre 50 presentazioni e più di 100 interviste, sono sopravvissuto a 20 congressi d’affari, ho incontrato 6 presidenti, primi ministri e ministri.
  • Ho soggiornato, vissuto o semplicemente dormito in 41 hotel.
  • Scoperte dell’anno: Maldive, Guatemala, Gabon, Islanda. Adesso ho all’attivo 80 nazioni.
  • Ho completato per la nona volta il giro del mondo. Non molto per un anno, ma è stato tutto veloce e movimentato.
  • Ho preso per la prima volta una coincidenza al SVO.
  • Ho compiuto 50 anni “on the road”.

 

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