febbraio 10, 2014
Un elefante verde nella stanza
Ciao a tutti!
Vi ho già parlato alcune settimane fa della mia passeggiata per West End a Londra; su consiglio di un mio amico collezionista d’arte, ci siamo recati anche a New Bond Street, dove si trovano le più antiche e rinomate case d’asta della capitale inglese. Direi che il tempismo è stato perfetto, dal momento che qualche giorno prima avevo visitato la Tate Modern Gallery e mi sembrava di essere un bambino in un negozio di giocattoli; volevo a tutti i costi un piccolo Rothko o comunque un pezzo d’arte moderna stupefacente e originale per l’ufficio. Si tratta di un desiderio piuttosto inusuale per me, perché non sono un tipo a cui piace ostentare.
Ma poi l’ho visto… era lì, bello, scintillante, verde… un elefante! Con un angelo dorato sulla schiena che suona una tromba. È grande, elegante, in bronzo. La scultura trasmette un messaggio d’augurio per il futuro, “un futuro promettente e pieno di fortuna”! Si tratta di un’opera d’arte bella da ammirare, è gradevole alla vista, a differenza di altri pezzi della Tate Gallery. È stato un vero e proprio colpo di fulmine.
Devo dire che è stato il suo colore ad attirare subito la mia attenzione: un bel verde british Kaspersky Lab! Sono anni che utilizziamo questo colore per identificare il nostro marchio: confezione dei prodotti, logo, font, mascotte… persino l’arredamento dei nostri uffici sparsi per il mondo è verde! C’è anche un altro fattore che mi ha fatto propendere proprio per questo pezzo: l’artista che l’ha creato è un pittore e scultore surrealista che ho sempre apprezzato per il suo stile unico e inconfondibile. Durante tutti questi anni ho avuto l’occasione di ammirare molte sue opere sparse per il mondo, soprattutto ho visitato i musei che gli sono stati dedicati in Catalogna e in Florida. Ancora non avete capito di chi sto parlando?
Per farla breve, l’equazione dei pensieri che ho avuto la prima volta che ho visto questo bizzarro elefante verde alcune settimane fa è stata la seguente:
Verde KL + bellezza estetica + artista geniale di cui sono un vero fan + futuro splendente e luminoso annunciato dalla tromba = deve essere mio!
Ma ritorniamo a pochi giorni fa.
All’inizio di questa settimana, l’opera d’arte di cui vi sto parlando faceva parte di una battuta d’asta nello stesso posto in cui l’ho vista per la prima volta, a Bond Street a Chelsea. Secondo coloro che hanno assistito all’asta c’era molta tensione, adrenalina a mille e pulsazioni accelerate tra i partecipanti, ma bisogna dire che è un sentimento piuttosto comune nelle aste, c’era da aspettarselo. L’Elephant de Triomphe, questo è il nome della scultura, è un’opera d’arte piuttosto famosa, ma mi sembra normale, basta guardarla! Alla fine, dopo tanta tensione e aspettativa, ce l’abbiamo fatta! L’elefante e il suo angelo sono nostri! Evviva!!!
Grande, di bronzo, verde, oro e imponente. Ecco come si può descrivere questa splendida scultura.
Le zampe allungate dell’elefante sono un tema ricorrente dell’artista e rappresentano il futuro o, per meglio dire, “simboleggia il senso di fragilità tra passato e futuro”, mentre la figura dell’elefante in sé spesso rappresenta forza, potenza e predominio. Anche l’angelo è un simbolo, piuttosto frequente nelle opere surrealiste. Mi è piaciuto questo angelo in particolare perché rappresenta un futuro florido e splendente, il che è di buon augurio con tutte le potenziali guerre cibernetiche che ci sono dietro l’angolo…
Ho appreso che Salvador Dalí (non lo avevate ancora capito dall’elefante verde nella stanza?) ha creato 14 elefanti di questo tipo. Quattro ne ha tenuti per sé (e come biasimarlo?), otto sono stati venduti e altri due sono stati gentilmente donati dall’artista ai suoi collaboratori. Il nostro elefante è il quarto della lista degli otto venduti e in precedenza faceva parte di una collezione privata in Svizzera. Ma presto troverà la sua nuova casa nei nostri nuovi uffici! Ma in quale dei due edifici verrà montata? Oh, no, già prevedo una battaglia… bel futuro radioso che ci aspetta! 🙂
Spero che un domani il nostro elefante verde possa trovare posto in un museo, così non solo il team di Kaspersky Lab potrà godere della sua bellezza. Alla fine dei conti, l’arte bisogna condividerla di modo che la maggior parte della gente possa giovarne.
Sicuramente in ufficio ci saranno pareri discordanti all’arrivo della scultura, alcuni ne saranno entusiasti, ad altri non piacerà per niente. Ma scommetto che tutti prenderanno lo smartphone per farsi una foto accanto al nostro bell’elefante! Il che è tutto dire! 🙂