Quattro biglietti per Aogashima

Un giorno, navigando su Internet, mi sono imbattuto in una storia molto curiosa su di un luogo molto particolare in Giappone: un posto meravigliosa ed interessante, ma non di facile accesso. Stiamo parlando dell’isola di Aogashima, a diverse centinaia di chilometri di distanza a sud di Tokyo, sul confine tra Filippine e oceano Pacifico. “Bisognerà andarci!”, mi sono detto. E infatti è stata proprio una buona idea! Sono stata sull’isola lo scorso sabato. Davvero curiosa! Ve lo raccomando!

Ora diamoci uno sguardo più da vicino!

È un’isola di origine vulcanica creatasi a partire da un’antica caldera che è implosa e da cui poi, poche centinaia di anni fa, è sorto il cono di un nuovo vulcano, proprio lì nel mezzo.

La potete osservare in queste foto panoramiche

1.12.2

Wow! Quest’isola remota mi attira come una calamita! Ho comprato un biglietto non appena ho potuto; ho chiamato i colleghi di Kaspersky Lab Giappone per sapere se qualcuno di loro era disponibile ad accompagnarmi sull’isola e se mi potevano dare una mano ad organizzare il viaggio, ma era più facile a dirsi che a farsi.

Infatti, raggiungere l’isola è stato tutt’altro che facile.

L’unico modo per arrivarci era attraverso l’isola vicina, Hachijo-jima, che si trovava a più di 70 chilometri di distanza ed era raggiungibile via aereo dall’aeroporto di Tokyo. Partivano circa 3 voli al giorno, perciò raggiungere Hachijo-jima non era un problema. Raggiungere Aogashima da Hachijo-jima, invece, era un po’ più complicato: la si può raggiungere in elicottero o in nave, e i viaggi erano tutt’altro che regolari. C’è solo un volo in elicottero o un viaggio in nave al giorno (!) e partono alle 9:00 di mattina. Per prendere quel volo bisogna prendere il primo volo in partenza da Tokyo alle 7:30 di mattina. Che fatica star sù! Eh, sì… dico sul serio. Non è mica facile dopo un venerdì notte trascorso a Tokyo dove, per qualche strana ragione, la notte finisce solo alle 7:00 o alle 8:00 di mattina.

Come ricompensa per la levataccia, siamo stati premiati con una bellissima vista di Fuji-san (il monte Fuji) nel suo completo splendore dalla finestrino di destra del nostro volo. Oltre a questa abbiamo ammirato anche molte altre viste dall’alto del Giappone, anche se non così belle come il monte Fuji.

3.3 4.45. Chi avrebbe potuto immaginare che avremmo raggiunto la nostra meta solo il giorno successivo…5Il transfer si trovava a Hichijo-jima (che significa “l’isola di Hachijo”)

6. 6 7. Sullo sfondo un gruppo di studenti del posto mentre stavano per imbarcarsi verso la “terraferma” 7 8. Ed ecco qui la nostra scatola volante. Il tempo è ok per volare e quindi… in partenza!8 9. Eccoci qua… La mia prima reazione è stata “Ma dove cavolo siamo!!??”. Dopotutto però siamo arrivati!

9 10.1011.1112.1213.13L’isola è effettivamente molto piccola. Wikipedia dice che, da punta a punta, sono circa 3,5 o 2,5 km. La popolazione? 190 abitanti 🙂

14. Ci sono poche strade qui e sono tutte, beh… un po’ strette. Il limite di velocità è di 30 chilometri. Probabilmente non c’è nessun motivo per fare le corse. Si può attraversare l’isola da capo a capo in… diciamo, 15 minuti 🙂 14

15. Suppongo che questo posto ha più strade, hotel (1) e bar/ristoranti (2) per abitante che qualsiasi altro. Non c’è nessun teatro, né club notturni.
15 16.16 17.17 18.18 19.19 20.20 21.21Come è facile immaginare, c’è solo un stazione di rifornimento di carburanate. Insomma, anche a benzinai è messa bene 🙂

22.22 23.23Non c’è gente dal benzinaio. Non c’è traffico per strada, né code nei negozi (beh, ce n’è solo uno…). Nemmeno l’ombra dei cartelli “Siamo al completo” nei ristoranti o negli alberghi. È piuttosto il contrario: quando passa un auto, la gente inizia ad agitare le mani e a dire “‘konnichiwa” (o “ohayou gozaimasu” o “konbanwa” in base alla posizione del sole nel cielo).

Rispetto ai visitatori non-giapponesi (noi in questo momento)… beh, anche noi cerchiamo di dire “konnichiwa”, salutando con le mani e cercando di comportarci come i giapponesi. Abbiamo cercato di fare del nostro meglio! Ciò nonostante, quando mi ha visto, un bambino in un negozio iniziò a piangere dallo spavento, biascicando a sua mamma “sono persone strane, mamma…”. La persona che ci ha affittato l’auto, ci ha detto che ogni tanto ricevono visiste di stranieri, ma mai di russi

24. 24 Ad ogni modo, Aogashima si trova nella prefettura di Tokyo nonostante si trovi a 360 kilometri di distanza dalla città. Quindi potremmo anche dire “le strade di Tokyo sono così-così, i tunnel sono troppo stretti e due macchine non possono passare allo stesso tempo, ma i locali sono educati e si fermano ogni volta che vedono un’auto”.

Beh, comunque è stata devvero una sorpresa scoprire com’erano gli hotel della zona (qui li chiamano “business hotel”): avevano un solo bagno per piano! 🙂

Che altro? Beh, la cosa più importante per noi era scalare la vetta e osservare il paesaggio dall’alto. Dunque in partenza!

È caldo, umido e si suda; la zona è piane di bamboo e la foresta è di tipo tropicale. In realtà il monte non è così alto, solo 100 o 150 metri di dislivello. Bellissimo! Magari le foto che abbiamo scattato non rendono bene l’idea, ma il paesaggio è davvero emozionante. Se solo non avessimo dovuto alzarci alle 6 di mattina e prendere un aereo + elicottero!!

25. 25Ecco siamo arrivati sulla vette e ora possiamo finalmente godere della vista… meraviglioso! La vecchia caldera è piuttosto grande, con una piccola valle al suo interno e lì si trova un nuovo cono di vulcano. Che fotogenico! Il cono del vulcano è falciato di netto a metà e questo lo rende più visibile.

26. 26 27.27 28. 28Avremmo potuto stare ore (seduti) ad osservare e godere della vista, ma i moscerini locali – piccoli, ma affamati – erano davvero insopportabili. Sono più grandi di una zanzara, ma più piccoli di una mosca normale, ed è pieno. Pienissimo. Ne potete vedere tanti nelle foto. Curiosamente, però, questi moscerini vi gironzolano attorno e si appoggiano su di voi, vi fanno il solletico ma non pungono! Deve essere per la tradizionale buona educazione giapponese. Quando si avvicinano sembra che stiano domandando: “mi scusi, la posso pungere per favore?”. I turisti (i gaijin come dicono i locali) non gli rispondono e per questo forse i moscerini rimangono lì attoniti, ripetendo la domanda e aspettando una risposta che non riceveranno mai…

29.29 30.30Non ne sono completamente sicuro, ma questi moscerini devono essere stagionali. Ci deve essere una stagione in cui non ci sono mosche, l’aria è fresca, i sakura (i ciliegi) sono in fiore. Non posso dirlo con certezza, ma una cosa è sicura: è più facile raggiungere questo luogo che abbandonarlo. Le condizioni metereologiche qui devono essere tali che alcuni turisti sfortunati spendono giorni, se non settimane, aspettando che il tempo migliori per poter lasciare l’isola e tornare alla “terraferma” giapponese (se così si possa difinire…). Ma perché tanta fretta? Perché non rimanere qui in quest’isola ospitale, accogliente dove…

… dove si può camminare ed esplorare l’intera isola, fare foto e visitare ogni suo angolo, il tutto in un giorno solo. Scalare la vetta, camminare attorno al bordo del cono vulcanico e visitare il porto nuovo, il tutto nella stessa giornata.

31. Camminando nella parte interna del cono

31 32.32 33.33 34.

Potete anche dare un’occhiata al porto nuovo e guidare lungo la vecchia strada sopra di esso. Dopodiché potete gustare un pranzo cucinato nei “forni vulcanici” (dove tutto viene cucinato al vapore) e poi visitare l’onsen, la tipica stazione termale giapponese che utilizza l’acqua calda e il vapore che scaturiscono naturalemente dal sottosuolo. Poi potete semplicemente gironzolare lungo le stradine, facendo attenzione a non disturbare i locali, e per finire la giornata in bellezza potete ispezionare i due bar / ristoranti del posto (prima di iniziare a dormire).

34 35.35 36.36 37.3738.3839.Per quanto riguarda gli animali, sull’isola abbiamo visto solo gatti e papere bianche, senza contare le mosche della montagna.3940.4041. 4142.

42Molte persone vengono qui anche per osservare l’erosione del suolo (sono molti i tentativi di controllarla) e il porto nuovo.

Nella stagione delle piogge, il fenomeno dell’erosione si fa più forte e le conseguenze possono essere viste sulla parte esterna della caldera. I locali fissano la zona colpita con celle di calcestruzzo. Visto da lontano, i pendii hanno un’aria spettrale… sembra quasi un’opoera di Gaudi 🙂

43.43 44.44 45.45 46. 46 47. 47 48.48 49. 49Questo è il porto nuovo (wow!), una grande opera per un’isola con così pochi abitanti. E questo mi ha fatto pensare: “Quanti metri quadrati di calcestrutto per abitante saranno stati usati?”. Un’opera curiosa pero essendo il Giappone non mi sorprende!

50.50 51.51 52.52 53.53 54.54 55.55

Pensano che possa passare da questo specchio senza farmi un selfie?

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Il resto delle foto le trovate qui.

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