Viaggetto in Liguria

Qualche tempo fa mi ero ripromesso di visitare via mare il Sud della Francia e il Nord Italia. Ho appena trascorso la nottata guidando da Nizza a Genova sulla E80. È stato fantastico. Come quando ho guidato tutta la notte per le strade deserte di Miami: niente automobili, strade enormi, una bella macchina, bella musica di accompagnamento… ma ovviamente senza luce del sole non si può ammirare il panorama.

La strada costeggia il mare, ma non il Mediterraneo, parlo del Mar Ligure, che tutti gli italiani conoscono bene ovviamente.

Per tanti anni ho rimandato ma alla fine ce l’ho fatta e sono molto contento dell’esperienza.

Che strada meravigliosa. Scorrevole, senza tanto traffico, bei ponti e tunnel, automobilisti disciplinati che osservano il codice stradale e le corsie. Da un lato la gentilezza dei liguri e dall’altro gli incantevoli paesaggi italiani. Le colline, il mare, i paesini i castelli a strapiombo sulla costa…

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Formula Monaco 2015

Assistere al Gran Premio di Formula 1 di Monaco è ovviamente un’idea fantastica. Ma prima bisogna arrivarci.

Non è facile quando la Formula 1 arriva in città. Se arrivate qualche giorno prima della gara principale (che è quello che abbiamo fatto noi) è ancora fattibile, ma se provate ad arrivare lo stesso giorno della gara, allora lì è un bel problema. Molte strade del centro e dintorni  vengono chiuse al traffico ed è praticamente impossibile muoversi in macchina, o per lo meno ci vuole un’infinità di tempo. Tenetelo a mente nel caso la prossima volta vi capiti di trovarvi nel sud della Francia durante la settimana della F-1.

Per quanto ci riguarda, la passeggiata dall’hotel allo yacht che abbiamo noleggiato per vedere la gara era di soli 15 minuti. Più tempo del necessario, però, visto che certe strade erano chiuse anche ai pedoni. C’erano altre due alternative per evitare la sindrome da Montecarlo-chiusa-al-traffico: trascorrere la notte su uno yacht (non male) o raggiungere lo yacht con un gommone. L’opzione davvero fattibile, abbiamo scoperto, è la prima ovvero dormire sullo yacht, perché anche con i gommoni abbiamo trovato traffico!

Insomma, l’anno prossimo la nostra postazione base sarà lo yacht, sia per dormire che per assistere alla gara. 🙂

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Sulla terraferma, praticamente qualsiasi superficie era ricoperta di fan della Formula 1. Alcuni balconi, però, erano vuoti. Penserete che i proprietari avrebbero potuto lasciare le chiavi di casa a parenti o amici per il weekend mentre loro hanno di meglio da fare fuori città, no? L’anno prossimo potrebbero lasciarci le chiavi, che ne dite? 🙂

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I proprietari di quell’attico con tre mega finestre non sono fan della F-1, vero?

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Il mio Gran Premio: Gabon-Israele-Francia-Monaco

È da un po’ che non pubblico nulla. Il motivo? La scorsa settimana è stata piena zeppa di impegni, non avevo neanche un minuto per scrivere qualche riga. Ecco un breve riassunto.

Da lunedì a sabato ho visitato quattro paesi di tre continenti diversi: Gabon, Israele, Francia e Principato di Monaco. Ho dovuto prendere sei voli, di media uno al giorno. Ebbene, sono abbastanza abituato ad agende piene di impegni, ma la scorsa settimana è stato troppo anche per me, un stress costante per anima e corpo. Mi ci è voluta l’intera settimana successiva per tornare alla normalità.

Comunque sia, anche se non c’è il tempo per scrivere, lo si trova per scattare qualche foto. Ecco per voi un mio resoconto fotografico (con qualche commento) del mio personale Gran Premio della scorsa settimana, caratterizzato da quattro “giri” principali:

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Un posto lontano sul mare

“Anche se vi dovesse capitare di nascere in un impero, è meglio vivere in un luogo lontano sul mare”.

-Joseph Brodsky, Letters to a Roman Friend

Benvenuti a tutti, cari lettori del blog. Sono stato via per un po’. Durante il mese di maggio ho avuto la fortuna di trascorrere qualche giorno nella zona occidentale della Russia, precisamente nella città di Kaliningrad, che ai tempi della Prussia si chiamava Königsberg . In realtà, il nome Kalinin non è che mi entusiasmi (e anche le connotazioni che ne derivano), per cui la chiamerò Köningsgrad.

Il vecchio Brodsky aveva ragione quando disse che è meglio vivere in un luogo (lontano) sul mare. Ho messo l’aggettivo “lontano” tra parentesi poiché, al giorno d’oggi, Königsgrad (dove il poeta scrisse quelle parole) è ben collegata con il resto del mondo mediante voli (regolari), treni, auto e telecomunicazioni in generale.

Per informarmi sul posto, cosa che faccio sempre prima di ogni viaggio, ho digitato sul motore di ricerca “MOW-KGD” (ovvero Mosca tutti gli aeroporti -Khrabrovo, aeroporto locale) e ho visto che ogni giorno ci sono almeno 11 voli che percorrono questa rotta. Mi chiedo quanti ce ne siano al giorno di Boston-New York. Ho controllato, 33 o più al giorno, il triplo. Oppure KUL-SIN (Kuala Lumpur-Singapore), oltre 38, Bejiing-Shangai, almeno 49 al giorno, Tokyo-Osaka, più di 57 ecc. Potrei continuare all’infinito con questi curiosi confronti, ma devo dire che 11 voli al giorno per una regione da un milione di abitanti circa, beh, non è male.

Bene, parliamo un po’ di Brodsky e di Königsgrad…

Secondo vari esperti di Brodsky, molte delle sue opere sono state scritte a Königsgrad, grazie all’influenza di un clima favorevole e altri aspetti positivi del posto. Probabilmente anche l’opera da cui ho preso la citazione è stata scritta qui.

Svetlogorsk. Bel nome per un bel posto:

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Quattro biglietti per Aogashima (parte II): Hachijo-jima

Riassunto del episodio 1:

Volo alle 7:00 di mattina da Tokyo (Haneda) a Hachijo-jima, connessione (volo in elicottero) per Aogashima dove abbiamo trascorso una giornata splendida, scalando, girando per tutta l’isola e scattando foto a destra e a manca. Bellissimo!

La mattina successiva avevo un leggero senso di déjà-vu: mi sveglio all’improponibile orario delle 7:30 ma questa volta in vero stile “boy scout”, accompagnato dal suono di un annuncio dall’altoparlante dell’hotel: peem paam poom puum ohayo gozaimasu (che significa “buon giorno” in Giapponese), seguito da altre frasi di cui ho afferrato solo “arigato” e “kudasai“. Giù dal letto! Mi alzo, faccio colazione e mi dirigo verso eliporto.

Vi ricordo che c’è solo un volo al giorno e il tempo è buono. Se il tempo non è buono, non ci sono elicotteri. Il volo Hachijo-jima – Aogashima è partito alle 9:15 ed è atterrato alle 9:40 (in base alle nostre osservazioni). Dopo l’atterraggio, il tipico viavai: scendono i passeggeri e ne salgono altri, abitanti di Aogashima e turisti; e poi l’elicottero riparte.

Però, il volo di ritorno ci ha lasciato su Hachijo-jima alle 11:30 di mattina. Il nostro volo verso Tokyo (Haneda) era alle 5:20 di pomeriggio, perciò avevamo 6 ore che potevamo usare come volevamo. Come le abbiamo spese? “Affittiamo un auto e andiamo alle terme naturali?” Questo è quello che molti di noi hanno proposto, ma… sbagliato! Ho dato un’occhiata alla mappa e ho visto che c’era un sentiero che conduceva fino alla vetta del vulcano. Perciò abbiamo deciso di scalare il Hachijo-Fuji (sembra che tutte le montagne sacre in Giappone si chiamono “Fuji”). Questo era il piano.

Fonte

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Quattro biglietti per Aogashima

Un giorno, navigando su Internet, mi sono imbattuto in una storia molto curiosa su di un luogo molto particolare in Giappone: un posto meravigliosa ed interessante, ma non di facile accesso. Stiamo parlando dell’isola di Aogashima, a diverse centinaia di chilometri di distanza a sud di Tokyo, sul confine tra Filippine e oceano Pacifico. “Bisognerà andarci!”, mi sono detto. E infatti è stata proprio una buona idea! Sono stata sull’isola lo scorso sabato. Davvero curiosa! Ve lo raccomando!

Ora diamoci uno sguardo più da vicino!

È un’isola di origine vulcanica creatasi a partire da un’antica caldera che è implosa e da cui poi, poche centinaia di anni fa, è sorto il cono di un nuovo vulcano, proprio lì nel mezzo.

La potete osservare in queste foto panoramiche

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Giappone, il luogo perfetto per recuperare le forze

I lunghi viaggi stancano tantissimo; chi percorre lunghe distanze normalmente ricorre all’aqua per rilassarsi, rinfrescarsi e ritornare un po’ in sé. Di solito, ci si fa una doccia o un bel bagno; oppure, una sauna o un tuffo in una piscina gelata.

Ma solo in Giappone si possono vivere i benefici effetti rilassanti di un ryokan che unisce il piacere di un bagno caldo con una gastronomia deliziosa. Perfetto per ricaricare completamente le pile! Questo è proprio quello che, di recente, è successo a me presso lo stabilimento Izukogen Hanafubuki Ryokan, nella penisola di Izu (伊豆), non troppo distante dal Monte Fuji.

Nel caso in cui qualcuno di voi non sapesse cos’è un ryokan, si tratta di un tradizionale albergo giapponese, di solito non molto grande, con futon adagiati a terra, cibo giapponese delizioso e vasche calde in cui bagnarsi.

Se non siete giapponesi, comunque, bisogna che facciate attenzione. Prima di tutto è fondamentale capire la cultura giapponese dato che è facile commettere qualche passo falso che possa offendere qualcuno o creare malintesi culturali, nella migliore delle ipotesi, o uno scandalo internazionale, nel peggiore dei casi 🙂 La cosa migliore è visitare un ryokan con degli amici o dei colleghi giapponesi ed evitare così equivoci. Accompagnati dai locali, sarete al sicuro e proverete quello che provano i giapponesi: alcuni giorni di relax per nutrire l’anima e rivitalizzare lo spirito.

Ma non è solo il cibo e l’acqua a rinvigorire il corpo e l’anima: l’hotel è pieno di boccioli di ciliegi ancora in fiore, piccoli casette pittoresche, accoglienti sentieri e una gran varietà di flora e fauna. Uno spettacolo sublime.

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Vedere Singapore per la prima volta

Ciao a tutti!

D.Z. è uno dei collaboratori di Kaspersky Lab più importanti e rispettati e lavora con noi da tantissimi anni (solamente ha fatto una pausa creativa a metà degli anni 2000).

D.Z mi ha fatto da compagno di viaggio milioni di volte, è stato con me praticamente in qualsiasi angolo del pianeta. Porta sempre con sé una mega fantasmagorica reflex DSLR con una decine di obiettivi diversi; grazie a questi strumenti potete godere di immagini di altissimi livello su questo blog. E poi è bravo a raccontare storie e mi aiuta a scrivere i post del blog, di qualsiasi cosa trattino. Nonostante abbia tutte queste qualità e sia una delle personalità più importanti qui a Kaspersky Lab, è una delle persone più modeste che abbia mai conosciuto.

Mister modestia… et moi (1999)

Sembra strano ma questa era la prima volta di D.Z. a Singapore. La città gli è piaciuta così tanto che ha scattato molte più foto del normale e abbiamo scritto un post più lungo del solito. È vero che una cosa quando la si prova per la prima volta ti dà delle emozioni tutte nuove. Ed è vero anche che un paio di occhi che non hanno mai visitato un posto vedono particolari che chi invece ci è stato molte volte non coglie, un po’ perché abituato al posto un po’ perché si va sempre in giro. In questo post, quindi, passo il testimone a D.Z. affinché vi offra il suo punto di vista fresco e “da novellino” di questa bellissima città.

Voglio solo dire una cosa in proposito: se volete un libro da leggere per carpire il vero spirito di Singapore, vi consiglio “From Third World To First” di Lee Kuan Yew.

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In aereo verso Singapore

Ciao amici!

Proseguiamo con uno dei miei argomenti di conversazione preferiti. No, non mi riferisco ai vulcani, né alle scogliere o alle saune russe. Parlo di aerei, aerei e aerei…

Di recente ho volato in direzione Aeroporto di Singapore-Changi su un Boeing 777 della Singapore Airlines dotato di connessione a Internet. L’esperienza è stata… dalle emozioni contrastanti.

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Internet a bordo

Sono di nuovo per strada… o meglio, in aria. Vi voglio parlare di uno dei miei argomenti preferiti: voli, aeroplani e tutto ciò che riguarda questo mondo.

Il 2015 è partito con grandi avvenimenti per me inerenti a questo settore: da quando è iniziato l’anno ho già preso 30 voli e ho accumulato oltre 130 tra i cieli di tutto il mondo. Non è che mi lamenti, mi piace volare.  In aereo ho il tempo per staccare la spina e rilassarmi completamente! Ho il telefono spento e non c’è Internet. In quelle ore ho il tempo di dare un’occhiata alle centinaia di mail di lavoro che ho accantonato nei giorni precedenti, leggere un libro o guardare un film (tutte cose che praticamente non faccio quando sono sulla terraferma).

Con il passare del tempo, però, sempre più compagnie aeree spingono per dotare i loro velivoli di connessione a Internet MA: “Per questioni di sicurezza invitiamo i signori passeggeri a tenere spento qualsiasi dispositivo elettronico portatile per tutta la durata del volo. Per quanto riguarda la nostra connessione a Internet a pagamento, non preoccupatevi, non correte nessun pericolo!”. Non voglio commentare questo controsenso…

Comunque sia, sebbene normalmente eviti di usare la connessione delle compagnie Internet, stavolta per cambiare voglio fare un tentativo…

L’esperimento è avvenuto sul volo Aeroflot da Shanghai a Mosca. Tutto bene come sempre (a parte delle code inaspettate al check in, più di un’ora di attesa!). Mi ha sorpreso che a bordo non ci fossero solo cinesi e russi, ma anche tanti italiani e spagnoli. Ho pensato “Che strano, stanno pagando un biglietto Aeroflot in rubli e passano per Mosca”. E invece questi passeggeri ci hanno sconsigliato di prendere Iberia o Alitalia, molto meglio  Aeroflot via Mosca. Se volete saperne di più sulle varie compagnie aeree e relative rotte, ho scritto tantissimi post a riguardo.

Ok, mi sono un po’ allontanato dall’argomento principale.

Ebbene, siamo saliti sull’aereo e siamo partiti. Ho accettato i termini e le condizioni del servizio e finalmente mi sono connesso alla rete Wi-Fi dell’aereo!

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