maggio 13, 2020
Cybersicurezza: i nostri inizi – Prima parte: 1989-1991
Dopo aver scritto di recente un post sui nostri ottimi risultati nei testi indipendenti (ovvero sempre in cima alla Top-3,) mi è venuta un po’ di nostalgia per il passato. Poi, per coincidenza, c’è stato il ventesimo anniversario del virus worm ILOVEYOU: ancora più nostalgia e un altro post! Ma perché fermarsi qui, ho pensato. Non che ci sia molto altro da fare. Continuerò, allora! Ed eccoci qui, un altro momento nostalgia targato Kaspersky, anche se si tratta per lo più di ricordi random che non rispettano un ordine ben preciso, solo ciò che mi passa per la mente…
Prima di tutto, premiamo rewind (come sul mangianastri degli anni ’80) fino alla fine di quegli anni, quando Kaspersky era solo il mio cognome.
Prima parte – Preistoria: 1989-1991
Tradizionalmente considero l’ottobre del 1989 il mese in cui mossi i primi veri passi in quella che si è rivelata essere la mia carriera professionale. Scoprì il virus Cascade (Cascade.1704) su un Olivetti M24 (CGA, HDD 20M) che era riuscito a infiltrarsi in file eseguibili, e lo neutralizzai.
La storia normalmente glissa sul fatto che non fui io a scoprire il secondo antivirus ma Alexander Ivakhin. Ma da quel momento in poi iniziammo a svolgere regolarmente il nostro minuzioso lavoro sulle firme dei virus usando la nostra utility antivirus (non si poteva definire un vero e proprio “prodotto”). I virus apparivano sempre più di frequente (diverse volte al mese!): io li smontavo, li analizzavo, li classificavo e inserivo i dati nell’antivirus.
I virus continuavano ad arrivare, ce n’erano sempre di nuovi che divoravano i computer senza pietà e li rendevano inutilizzabili, come fossero spazzatura. Avevano bisogno di protezione! Era il periodo in cui avevamo la glasnost, la perestroika, la democratizzazione, le cooperative, i videoregistratori VHS, il walkman, i tagli orribili di capelli, i maglioni ancor più disastrosi e anche il primo computer fisso. Il destino volle che un mio amico fosse a capo di una delle prime cooperative di computer, e mi invitò ad occuparmi di sterminare i virus. Un dovere al quale non ci si poteva tirare indietro…
Il mio primo ‘stipendio’ fu… una scatola di floppy disk da 5″, dato che non ero moralmente pronto a prendere soldi per i miei servizi. Non molto tempo dopo, però, credo che alla fine del 1990 o all’inizio del 1991, la cooperativa firmò due mega-contratti, e io ottenni una somma consistente (per l’epoca) per entrambi.
Il primo contratto riguardava l’installazione di un software antivirus su computer importati dalla Bulgaria in URSS da una cooperativa con sede a Kiev. I computer bulgari di allora erano infestati da virus, che creavano una grande confusione di dati sui dischi; i virus, poi, erano in bulgaro.
Il secondo contratto riguardava la concessione di licenze per tecnologie antivirus per un certo sistema basato su un certo mega sistema MS-DOS (l’equivalente dell’epoca di MS Office).
In cosa spesi i miei primi “veri” soldi?… Credo fosse un videoregistratore. E un totale spreco di soldi. Non ebbi mai il tempo di guardare film, figuriamoci di registrare roba e guardarla di nuovo. Neanche alla mia famiglia piacevano molto i video. Uffa (ad ogni modo: un buon videoregistratore di allora costava… quanto una Lada di seconda mano in condizioni decenti!).
Il mio secondo acquisto fu molto più utile: diverse tonnellate di carta per la pubblicazione del mio primo libro sui virus informatici. Parentesi: subito dopo questo acquisto entrò in vigore la Riforma Pavlov, quindi spendere tutti i miei rubli fu un bene, con il passare dei giorni molti dei miei biglietti da 50 e 100 rubli sarebbero diventati carta straccia! Fortunato!
Il mio libro venne pubblicato nella primavera del 1991. Ahimè, pochissime copie vendute e la maggior parte di esse avrà preso polvere in qualche magazzino, ne sono sicuro. Oppure forse sono state vendute: da allora non ho più trovato una copia da nessuna parte, e nel nostro archivio ne abbiamo solo una (quindi se qualcuno ne ha un’altra, fatemelo sapere!). Altra cosa: all’epoca della preparazione del libro fui aiutato immensamente da una certa Natalya Kasperskaya. Lei era a casa che si destreggiava a badare a due piccoli e revisionare più e più volte il libro; tuttavia, penso che questo deve aver stuzzicato la sua curiosità in modo positivo: si interessò sempre più al progetto antivirus, iniziando ad avere una parte più attiva.
Questa foto è della mia seconda pubblicazione. L’unica copia del primo libro di cui vi ho parlato si trova in ufficio, e siccome stiamo prendendo sul serio questa quarantena, non posso fisicamente scattare una foto.
Oltre ai libri, iniziai a scrivere articoli per riviste di informatica e ad accettare di tenere interventi in pubblico. Uno dei posti in cui esponevo inviava anche shareware su disk per posta. Fu proprio su questi disk che apparvero le prime versioni del nostro antivirus, “V del dottor E. Kasperski” (più tardi noto come “Kaspersky”, prima di ciò gli unici utenti dell’antivirus erano amici e conoscenti).
Le principali differenze tra il mio antivirus… utility e le altre utility (proprio non si possono chiamare “prodotti”) erano, in primo luogo: una vera e propria interfaccia utente, nella modalità pseudo-grafica di MS-DOS, che addirittura (!) supportava l’uso del mouse. Poi: l’utility disponeva di una “guardia residente” e di strumenti per l’analisi della memoria di sistema con lo scopo di andare alla ricerca di virus MS-DOS residenti fino ad allora sconosciuti (questo era prima di Windows).
La versione più vecchia custodita di questo antivirus è la -V34 del 12 settembre 1990. Il numero ’34’ fa riferimento al numero di virus trovati! In ogni caso: se qualcuno dovesse avere una versione precedente, per favore fatemelo sapere, e in effetti anche le versioni successive, da-V in poi.
Il mercato degli antivirus non esisteva allora in Russia, a meno che non si possa definire mercato la vendita di ‘Aidstest’ di Dmitry Lozinsky su disk per tre rubli. Cercammo di organizzare le vendite tramite varie cooperative informatiche o joint venture, ma i risultati non furono granché.
Così, nel 1990-1991, mi dovetti accontentare del mio ruolo di analista antivirus freelance, anche se nessuno aveva mai sentito parlare di tale professione. La mia famiglia non ne fu troppo colpita, per usare un eufemismo, soprattutto perché l’Unione Sovietica stava crollando e “nelle chiacchiere da cucina” (all’epoca nessuno andava al bar o al ristorante per incontrarsi e chiacchiere: innanzitutto non ce n’erano molti locali, e poi non c’erano molti soldi da spendere) si parlava per lo più di problemi più concreti, del tipo: “Dov’è finito tutto lo zucchero che dovrebbe esserci negli scaffali dei negozi?” Erano tempi difficili e complicati, e per questo anche molto interessanti!
Continua…