Dal Messico alla Cina

Attenzione, prego! È l’aeroporto di Tijuana che vi parla! Sta per avere inizio un reality show sulle avventure di un viaggiatore che tenta di volare dal Messico alla Cina. Benvenuti a bordo!

Dunque, il modo più comodo per arrivare in Cina da Cancún è prendere il volo Cancún -> Città del Messico -> Shanghai (con una sosta per fare rifornimento). Stavolta, il tentativo di seguire questa rotta è stato un fallimento totale. L’aeroporto di Shanghai-Pudong era chiuso per motivi tecnici, ovvero una fitta nebbia. Quindi, sto seduto nella città più a nord-est del Messico, Tijuana, aspettando di partire.

Questa è davvero una zona remota del Messico, la maggior parte delle persone non ci verrà mai e probabilmente non l’avete mai sentita nominare. Ciò non fa che rendere il tutto più interessante! È conosciuta come la terza città più prosperosa del paese (dopo Cancún e Città del Messico). Forse, grazie agli Stati Uniti, proprio dall’altro lato della frontiera, che qui hanno aperto ogni sorta di stabilimento produttivo, fanno uso delle locali strutture sanitarie (economiche, ma dignitose) ecc. È anche uno dei posti col più alto tasso di criminalità del Messico, che fornisce droga e immigrati irregolari agli States. Brutta storia… Ma sembra (il centro, quello che vedo dal mio hotel) abbastanza decorosa: potrebbe essere un posto qualsiasi in California o in Florida o giù di lì.

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Ma il clima non è affatto quello della Florida. Fuori c’è una bufera, il vento sferzante al 28º piano ulula e fischia all’impazzata. La pioggia sbatte attraverso il telaio della finestra, che sembra sia serrata, e si diffonde per tutta la stanza.

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Tijuana-airport-4Sono passate due ore dall’orario previsto per la partenza e dell’aereo, che dovrebbe essere fermo al gate, non c’è alcuna traccia. “Via col vento” (cit.), probabilmente. Sembra che si siano persi l’aereo… con la mia valigia dentro. O che si sia perso l’equipaggio, il che equivale alla stessa cosa.

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Non riesco più a stare seduto, quindi ho preferito girovagare per l’aeroporto e scattare foto di altre cavolate:

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Fuori sta facendo buio, per oggi i bar e i negozi stanno chiudendo, se n’è andata anche la connessione a Internet: forse spengono i router prima di andare a casa… o forse no. Ah, è solo scaduta la sessione gratuita. Ed è iniziata una nuova:) A proposito: sì, Internet è disponibile, la velocità non è male (per il Messico), ma se volete collegarvi alla vostra email tramite una VPN… scordatevelo! Cos’è che non va? In hotel funzionava, lo stesso a Cancún (aeroporto compreso), ma negli aeroporti di Città del Messico e Tijuana, non va. Perché?

Finalmente! Dopo sole 5 ore d’attesa, ci stiamo imbarcando. Sembra lo stesso aereo: nonostante tutto, devono averlo ritrovato! Ma l’equipaggio, quello no, è diverso. Non ho idea di cosa significhi.

Non credete alla mappa: in realtà, in quel momento eravamo in fase di rullaggio e 2 ore e 45 minuti dopo, siamo atterrati sani e salvi… di nuovo a Città del Messico. Come si suol dire, “Bentornati!”

Una vista sfocata di Città del Messico, attraverso gli occhi di un viaggiatore stanco:

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Questo è successo dopo l’inaspettata permanenza a Tijuana e le ore in aeroporto alla ricerca di un aereo perduto. Il momento peggiore, le file immense che si devono fare ogni volta che si parte o si arriva. Il volo è stato cancellato: quale parte di “cancellato” non capite? Ma i passeggeri devono essere riciclati in qualche modo (senza violare le convenzioni dei diritti umani delle Nazioni Unite). Ciò implica fornirgli sistemazione in albergo (cioè camere d’hotel più trasporto all’andata e al ritorno), radunarli di nuovo in aeroporto, stampare nuove carte d’imbarco per tutti.

A Tijuana, il numero dei diversi voucher emessi dalla compagnia aerea era… fatemi pensare:

– voucher per l’hotel;
– voucher per il taxi che porta in hotel;
– voucher per il taxi che ritorna all’aeroporto;
– voucher per la colazione, un altro per il pranzo e un altro ancora per cena (anche se la partenza era alle 3:00 del pomeriggio);
– voucher per il volo di domani (da sostituire in seguito con una carta d’imbarco ufficiale);
– una schifezza di plastica con scritto “Passeggero in transito”.
– un totale di 8 voucher differenti. Otto!

Erano tutti scritti e stampati con la pacata accuratezza tipica del Messico. Ci vogliono cinque minuti per passeggero, a meno che il passeggero non abbia ulteriori domande. Quante persone contiene un Boeing 787? Ebbene, tutte loro sono dovute passare dai quattro o cinque o sei impiegati di Aeroméxico che ci hanno rilasciato tutti quei voucher. Per questo le file.

A Tijuana ho avuto fortuna: ho viaggiato in prima fila ed ero davanti a tutti nella coda per il voucher. Sono stato meno fortunato lasciando Tijuana: ho dovuto piazzarmi per circa un’ora nella fitta folla informe. E ho avuto ancora meno fortuna al mio arrivo a Città del Messico: non mi sono precipitato a mettermi in fila, per cui ero tra gli ultimi passeggeri a essere serviti. Poi ho chiamato Mosca, era mattina presto dell’8 marzo (Festa della Donna, un giorno festivo in Russia). Cosa c’è di più dolce di un: “Ciao Vera. Auguri… Ho bisogna che mi sbrighi delle faccende.” In breve, ho lasciato perdere i messicani. Sto prendendo un’altra strada.

A proposito, questa è la camicia che ho indossato per tutto il viaggio:

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Poiché la mia valigia era bloccata sull’aereo e non potevo prenderla, ho dovuto viaggiare con quel capo d’abbigliamento verde con il logo KL logo. Che posso dire… la gente l’ha riconosciuto. Compagni di viaggio a caso, personale dell’hotel, tassisti. In Messico ci conoscono tutti! Perciò qui ho fatto alcune nuove amicizie e conoscenze.

Ahimé, la nostra avventura di due giorni si è conclusa ieri. Ognuno ha preso la sua strada. Alcuni hanno cancellato il loro viaggio in Cina (stavano andando a una mostra che stava per finire, quindi non valeva più la pena); altri (come me) hanno scelto un percorso differente, mentre altri ancora si sono dileguati.

Ecco cosa mi è saltato in mente: questo sarà il mio quarto volo in una settimana. Di questo passo, stabilirò un nuovo record dell’anno prima del previsto. L’altro pensiero che mi è passato per la testa è stato: sono distrutto :

Bene, è tempo di chiudere la valigia, tuffarmi nei miei pantaloni, calzino destro sul piede destro, calzino sinistro a sinistra… e di nuovo in marcia. Sono stato seduto per troppo tempo!

Un’ultima occhiata spassionata fuori dal finestrino. La strada chiama.

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E così, finalmente sono partito.

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Ho raggiunto la destinazione finale del viaggio appena un giorno fa, ma ero in modalità “mute” dai due giorni precedenti: i libri sono rimasti chiusi, niente lavoro al portatile. Un volo di 10 ore da Francoforte a Shanghai, poi altre tre ore per arrivare a Sanya: al momento del mio arrivo sembravo uno zombie. Per un altro giorno ho tentato invano di aprire gli occhi, in posizione orizzontale. Pare che alla fine ci sia riuscito.

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Tra l’altro, a Shanghai abbiamo parcheggiato non lontano dall’aereo Aeroméxico (si vede la coda nella foto), quindi ce l’ha fatta anche lui ad arrivare in Cina, appena un po’ prima del mio Lufthansa.

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Penso ancora di aver avuto ragione quando ho deciso di viaggiare con la compagnia tedesca: i messicani stavano mettendo insieme due voli e questo non garantiva i posti a sedere (neanche in business class). E i tedeschi: “accomodatemi, andrà tutto bene”, e così è stato, proprio come piace a me, posto finestrino e tutto.

Per ricapitolare.

Per cause di forza maggiore, ho dovuto viaggiare da Cancún, Messico, a Sanya, Cina. Grossomodo da 21° latitudine nord 86° longitudine ovest a 18° nord 109° est. Questo fa di essi due punti sul globo posti più o meno all’opposto l’uno dall’altro (relativi al Polo Nord, non agli antipodi).

Ci sono tre modi per fare questo tipo di viaggio: passando per il Messico, l’Europa o gli Stati Uniti.

La terza opzione (ovvero gli States) non l’ho neanche presa in considerazione: fare scalo lì è una tale seccatura che preferisco passare 6 o 8 ore in più su un aereo che due/tre o più ore in una “confortevole” fila americana. No, grazie, ci ho già provato.

Rimangono due opzioni, che sono pressappoco equivalenti per quanto riguarda la tempistica (entrambi via Shanghai).

Opzione messicana: tempo in volo 2+3+14 = 19 ore (Cancún – Città del Messico – Tijuana – Shanghai, viaggiando con una compagnia aerea, ma con due scali).

Opzione tedesca: 10+10 = 20 ore (via Frankfurt, un cambio ma compagnie aeree diverse, si deve recuperare il bagaglio e registrarlo di nuovo).

Quella messicana è senz’altro preferibile. Oltre tutto, sulle tratte a lungo raggio impiegano un Boeing 787 (Dreamliner). In più, volevo ripetere un vecchio volo su cui avevo già viaggiato.

Purtroppo, non è andata come previsto per via della fitta nebbia all’aeroporto di Shanghai-Pudong (molti voli, compreso il nostro, sono stati cancellati), oltre alla lentezza del personale dell’aeroporto messicano. Di conseguenza, il tempo che c’è voluto per giungere a destinazione non era neanche lontanamente quello programmato:

19 ore (volo per Shanghai) + 3 ore (volo per Sanya) in volo + 10 ore a terra (transferimenti da e per l’aeroporto) = 32 ore dal principio alla fine.

Ecco com’è andata:

2+3+3+10+10+3 = 31 ore in volo e chissà quante a terra, per un totale di 3 giorni e 14 ore!!! Penso si tratti del mio record personale.

L’unica volta in cui c’è voluto più tempo è stato quando sono andato al Polo Sud 🙂 All’epoca, i giorni necessari furono 7 e mezzo.

Per quanto riguarda Sanya, è nuvolosa, non molto calda ma tranquilla e rasserenante, vale sicuramente la pena andarci!

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