ottobre 22, 2015
TERRA INCOGNITA. I VULCANI DELLA KAMCHATKA MERIDIONALE, KOSHELYOV
Mentre la nostra An-Kam 2015 volge inesorabilmente al termine, ci è rimasto un altro vulcano da esplorare: il Koshelev, in realtà pronunciato Koshelyov (accento su lyov).
Sebbene il nome sia al singolare, non è uno solo, ma una serie di cinque distinti vulcani, ciascuno dei quali erutta in momenti differenti e che insieme formano un’unica, gigantesca struttura di vulcanesimo vario. Dato che i vulcani sono antichi, tutti sono in parte crollati. Ma è proprio questo che li rende ancora più fotogenici.
Le zone del Koshelyov che abbiamo visto (le cime occidentali) consistono in cataste di lava (i centri di precedenti crateri) colorati da resti vulcanici multicolore. Varie sfumature di nero, bianco, rosso e giallo quasi luccicano alla luce brillante del sole in un giorno limpido come quello che abbiamo trovato.
All’inizio avevamo progettato di fare trekking sul secondo valico, lungo questi cumuli di neve. Poi ci abbiamo ripensato: i chilometri erano tanti, le provviste misere ed erano necessarie molte energie… Meglio di no.
In effetti, verso la fine del nostro viaggio si stava facendo fisicamente molto dura. Scalando le pendici del vulcano per la quarta settimana di seguito, tutti i nostri motori erano pronti per un tagliando o per un time out o per entrambi. Soprattutto perché qui il trekking non è mai facile: la roccia si sbriciola sotto i piedi e alcune delle rocce più grandi sono piuttosto pericolose: le calpesti, vanno in frantumi, e i pezzi sgretolati corrono GIÙ lungo per il versante del vulcano, possibilmente con voi insieme a loro. Camminare sul vulcano non è una passeggiata, tuttavia, per fortuna nessuno si è fatto male.
Nella foto successiva, da lontano alla destra del centro si riesce a vedere il lago Kambalnoe.
Nelle foto seguenti, all’orizzonte dovrebbero esserci le isole Curili di Paramushir e Atlasov; comunque, potreste non riuscire a individuarle. I miei occhi le hanno viste, ma la mia macchina fotografica non sembra ne sia stata in grado.
Ecco! In effetti il cono è visibile, proprio al centro, all’orizzonte:
E laggiù Capo Lopatka (Capo Vanga!), l’estrema punta meridionale della penisola.
Poiché la Kamchatka è tutta tundra, vento, insetti in volo e assolutamente nient’altro da fare (a parte scalare i vulcani, ma come ho detto, diventava ogni giorno più difficile), e inoltre il nostro tempo era decisamente scaduto, abbiamo dato un’occhiata ai meravigliosi panorami circostanti, ci siamo girati e diretti verso casa!
Un ultimo attimo di divertimento, una visita alle sorgenti termali di Nizhne-Koshelevskie. Molto divertente: il calore e le sostanze chimica dell’acqua calda rendono impossibile farsi il bagno.
Tutte le foto del vulcano Koshelev e dintorni le trovate sulla mia pagina di Flickr.