aprile 9, 2013
Il sangue della terra
Se cercate su internet ‘sangue della terra’, i motori di ricerca ti diranno che si tratta di petrolio. Non gli credete. Il sangue della terra assomiglia a questo:
È aprile e ci troviamo proprio qui, nella penisola della Kamchatka, osservando l’eruzione del vulcano Tolbachuik. L’escursione durerà un w-end; sarà duro, ma ne vale la pena.
Come potete osservare, in questo punto fuoriescono rivoli di lava incandescente, dal color rosso fiammeggiante, di circa 10 metri di larghezza. Quando il flusso della lava incontra degli ostacoli e si formano una sorta di laghi di lava bollente. La lava scorre lenta, densa e viscosa… uno spettacolo incredibile! Qualche volta durante il cammino si scontra con formazioni rocciose, ma ecco che in poco tempo trova un canale per proseguire. Altre volte si nasconde sotto terra per poi riemergere in superficie. Si muove sinuosa, come un serpente, formando piccole cascate e isolotti di lava (un po’ raccapriccianti, devo dire). Continua il suo percorso, si fa più spesso e coagula dando vita a piccole collinette che continuano a scorrere verso il basso, galleggiando all’interno del fiume di lava.
La scena è ipnotica. Specialmente di notte quando la lava incandescente e le rocce bollenti si tingono di un rosso ancora più vivo. Quasi nera di giorno, la lava di notte forma fiumi di un rosso vivo, tempestati da macchie di lava ancora più brillanti.
Le meraviglie della natura: neve gelata e lava incandescente.
Inutile dire che vicino alla lava faceva molto caldo. Tuttavia, è possibile avvicinarsi solo di alcuni metri – 2 o 3 metri, non di più. Quello che mi ha sorpreso è che la lava è piuttosto solida – se lanci una pietra non fa splash, né sprofonda come si potrebbe immaginare. Colpisce la superficie con un suono sordo, rotola per qualche istante e poi viene portata via dal flusso della lava.
Un fiume rosso, incandescente, scultoreo. Una vista un po’ inquietante, ma da non perdere.
La vedete anche voi? Io credo che si tratti proprio di Ballantine
Vi sembra pericoloso? Pensate essere lì!
Questa eruzione è nata da un cratere che si trova da queste parti…
Una mia foto di 5 anni fa nella zona dell’epicentro.
Il rumore è incredibile. Sembra che Thor, il dio del tuono della mitologia norrena, stia battendo con un martello una lastra di metallo delle dimensioni di uno stadio olimpico. Aggiungerei che il vulcano respira come un elefante gigante.
La bocca del cratere sputa costantemente rocce infuocate – difficile stabilirne la dimensione, ma a giudicare dal modo in cui cadono a terra direi circa un metro.
Il momento migliore per assistere all’eruzione è di notte. Mentre di giorno sono nere, di notte le rocce si tingono di un rosso, giallo o arancione brillante (purtroppo, di notte, non siamo riusciti a scattare foto che rendessero l’idea).
Il cratere attivo si trova a circa 2000 metri sul livello del mare. Perciò, come potete ben immaginare, è piuttosto freddo in questo periodo dell’anno. La temperatura, di notte, può raggiungere i -20°C (-5°F). Di giorno fa un po’ più caldo, ma bisogna lottare contro il vento che talvolta sembra che stia soffiando proprio contro di te.
Dunque, se qualcuno di voi sta pensando di organizzare un’escursione da queste parte, portatevi dei vestiti pesanti, una buona tenda da montagna e stivali con una buona suola – altrimenti si potrebbero squagliare 🙂
Purtroppo è un’escursione molto costosa (preparatevi a dover sborsare un sacco di soldi). È possibile raggiungere il punto del cratere in cui scorre la lava solo con un elicottero. Oppure, se siete fortunati, potete farvi dare un passaggio dai ricercatori e scienziati che vengono qui per i loro studi.
Non dimenticare di portare con voi scorte di cibo. Se le condizioni meteorologiche dovessero peggiore e vi ammalate, potreste rimanere qui per settimane – come è successo ad alcuni intrepidi fotografi russi che abbiamo incontrato lungo il cammino (vi dirò di più nel prossimo post che pubblicherò a breve). Dover attendere 15 giorni affinché le vie diventino percorribili è comune. Ma anche ammesso che un elicottero possa volare fino alla vetta, non si sa mai con il tempo: le condizioni meteo potrebbero obbligare l’elicottero ad atterrare e lì dovrete aspettare un altro po’. È proprio quello che è successo a noi.
Le temperature possono abbassarsi terribilmente. Perciò è sempre bene portare con sé, cibi sostanziosi, come il salo (un piatto a base di carne di maiale, tipico dei paesi dell’est d’Europa), cioccolata e vodka (la vodka non dovrebbe mai mancare nel freezer :). Servono inoltre grandi scorte d’acqua – la neve è fuori dal menù, è ricoperta di scorie e cenere ed è quindi piuttosto tossica.
Ed ora, per gli amanti della Kamchatka, i vulcani Kizimen, Karymsky e Semyanchik, con i loro laghi acidi, che cambiano periodicamente colore. Sei anni fa erano turchesi, poi diventarono grigi, in seguito quasi bianchi ed ora grigi, con una sfumatura giallo solforico.
La valle dei geyser è un’infinita distesa di neve; perciò non abbiamo potuto attraversare a piedi questa zona e in inverno la visibilità è scarsa. Abbiamo cercato di raggiungere il Geyser Velikan durante l’eruzione (si verifica ogni 6-8 ore), ma purtroppo tutto era avvolto dal vapore e non si vedeva nulla.
Ecco la neve dellla Kamchatka presso Paratunka (dove si trovava il nostro hotel). Ogni hotel della zona ha la sua propria piscina termale naturale. Che bello!
Vi assicuro che la spedizione è emozionante. Ve la raccomando. Un vulcano in eruzione, va visto almeno una volta nella vita.
P.S. Il primo aprile, i media locali hanno detto che la lava del vulcano Tolbachik conteneva… diamanti.
P.P.S. Alcune foto incredibili del vulcano Tolbachik le trovate cliccando qui.
P.P.P.S. Le mie precedenti avventure le puoi trovare nelle pagine di questo blog.
Il resto delle foto sono invece sulla mia pagina Flickr.