Hotel QR… che tecnologici questi tedeschi!

Guten tag a tutti!

Mi trovo al momento in viaggio, in auto, attraverso l’Europa e siccome strada facendo, mi sono imbattuto in un sacco di cose bizzarre, mi sono sentito in “dovere” di condividerle con i miei lettori più accaniti e perspicaci. Siete pronti?

Stranezza n.1

Che tipo di auto si possono vedere sulla autobahn tra Francoforte e Hannover? Un sacco di auto moderne, certamente. Ma quali sono quelle che invece è meno probabile trovare? Facile, i vecchi modelli. E così forse potete capire il mio stupore nel vedere una ZAZ Serie 960 vintage, e targata Mosca! Incredibile! Quale sarà il passo successivo? Asini volanti? Comunque, tornando all’auto, se ne vedono varie qui di questo tipo: accellerano, scoppiettano, rantolano… I guidatori delle utilitarie erano così stupefatti che rallentavano. Ecco perché il traffico era così congestionato! Santo cielo!

Germania_1La risposta dell’URSS al Maggiolino della Volkswagen

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In Jacuzia il latte non si versa, si taglia con il coltello

Privyet a tutti !

La Jacuzia (ufficialmente Sacha-Jacuzia, la Repubblica Autonoma della Russia situata nella Siberia orientale) è la patria degli Jakuti, un popolo indigeno conosciuto localmente come sacha. Gli Jakuti sono un popolo molto orgoglioso delle dimensioni del proprio paese, a cui piace paragonarsi con le ben più piccole nazioni europee. La loro preferita pare sia la Francia: su Wikipedia (in Russo, almeno) si dice che la Sacha-Jacuzia è ” 5 volte più grande della Francia”. Chissà perché la Francia? E perché non la Spagna, la Turchia o l’Ucraina? In rete, di paragoni di questo tipo ce ne sono tanti. Ce n’è uno che dice la Sacha-Jacuzia è grande quanto il Mar Mediterraneo e il Mar Nero messi insieme.

Ad ogni modo, indipendentemente dal modo in cui la si guardi (o la si misuri), non c’è dubbio: quello che abbiamo di fronte è un territorio vastissimo. Si tratta infatti dell’unità amministrativa più grande al mondo in termini di territorio e comprende tre fusi orari!

Tuttavia, credo di rendere giustizia agli Jakuti, comparando il loro paese anche con….

… un territorio di circa 3 milioni di chilometri quadrati (ma con una popolazione di un milione; il che significa, una densità di 3 abitanti per chilometro quadrato). Se questi sono i dati, con quali territori la possiamo paragonare?

Il primo è l’Australia. La Jacuzia è solo due volte e mezzo più piccola della terra dei canguri, pur avendo 20 volte meno la sua popolazione. Ma questo ha senso, perché in Australia non devono sopportare i freddi inverni siberiani. Del resto, l’Australia è pressoché completamente desertica e questo deve essere il motivo per cui la sua popolazione è solo 20 volte superiore a quella dei Jakuti e non di più (e vivono tutti lungo le coste).

Il successivo: il Canada. La Jacuzia è solo tre volte più piccola del Canada e tutte le sue isole. Tuttavia, la maggior parte del territorio canadese è molto piu a sud, per questo ha 35 volte gli abitanti della Jacuzia.

E poi, la Cina: anche questo paese è tre volte più grande della Jacuzia, mentre la popolazione… mmm, meglio non approfondire l’argomento. La Cina non è il migliore esempio da prendere in considerazione…

Per reddito pro capite, la Jacuzia è molto vicina a Thailandia, Cuba e Perù (presi singolarmente), mentre 4 volte minore di Australia e Canada, e leggermente superiore a quello della Cina.

La Jacuzia non vanta solo un territorio molto vasto; è anche famosa per i diamanti (duri come lo strato di permafrost) e per i suoi inverni molto rigidi, in particolare a Ojmjakon. Da questo territorio passa anche la famosa Strada delle Ossa (la Kolyma Highway, la strada percorsa da Ewan McGregor and Charley Boorman durante il loro giro del mondo in moto del 2004); il fiume Lena e – ultimi, ma fondamentali –  i Lena Pillars, spettacolari blocchi di rocce che si sviluppano lungo l’omonimo fiume. E questo è proprio il motivo per cui siamo venuti fin qua. Ecco alcune foto:

Lena Pillars Jacuzia Continua a leggere:In Jacuzia il latte non si versa, si taglia con il coltello

Alaska, che peccato…

… per il cattivo tempo.

Ciao a tutti!

Ecco, in breve, quello che troverete in questo post: un piccolo album fotografico con qualche commento circa il mio ultimo viaggio nel 49esimo stato americano. L’Alaska è l’ultimo luogo che ho visitato presente nella mia lista dei 100 posti da vedere al mondo.

Vi lascio qui una “le prove” del mio viaggio, ovvero alcune splendide foto…

AlaskaSembra una scena del film Duel, versione Alaska, no?

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I vulcani della West Coast

È facile stilare una lista delle cose che si associano istantaneamente agli Stati Uniti. Facile come bere un bicchiere d’acqua…

Washington, D.C., la Casa Bianca, NYC, la Statua della Libertà, l’Empire State Building, il Far West, la Grande Depressione, il primo uomo sulla Luna, lo Space Shuttle, la Coca-Cola e la Pepsi, il McDonald’s, Hollywood e Disney, Microsoft, iPhone, Google, Facebook… E potrei continuare così ancora per molto.

Tuttavia c’è una cosa che non avrei mai associato agli Stati Uniti: i vulcani. Pare che ce ne siano diversi qui negli USA e devo dire che sono piuttosto suggestivi. Si trovano nella costa ovest, nello stato di Washington, nella zona settentrionale vicino al Canada.

Per coloro che ancora non lo sapessero, sono un grande appassionato di vulcani (leggete i miei post e date un’occhiata ai miei video e foto su Kamchatka, Nuova Zelanda, Santorini, Monte Etna e sul Pico di Orizaba.

Ma ora posso aggiungere altri due vulcani alla mia collezione dei “vulcani-visitati”:

1) Il monte Rainier (nome indiano, Tahoma)

2) Il monte Sant’Elena (nome indiano, Louwala-Clough)

Mount St.Helens

Mount St.Helens

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Brainstorming… in Praga

Ciao a tutti!

Molto tempo fa (nel 1998 per essere precisi), io e qualche collega, alla ricerca di nuove idee e di un luogo tranquillo dove pensare, decidemmo di abbandonare momentaneamente il tran tran di Mosca per immergerci in un luogo tranquillo, dove nessuno ci potesse disturbare. Avevamo bisogno di allontanarci completamente da tutto e da tutti e tornare alle origini, stabilire nuovi progetti e linee guida per il futuro delle nostre tecnologie e dei nostri prodotti anti-virus, riflettere sull’interazione tra i vari sottosistemi anti-virus e su molte altre questioni importanti.

Ed è proprio quello che abbiamo fatto…

Ma prima di tutto avevamo bisogno di trovare il posto giusto, un posto che fosse sufficientemente comodo, non una di quelle sistemazioni con un solo bagno per piano o qualcosa del genere. Inoltre, avevamo bisogno di una sala riunioni che potesse contenere 6 persone (il numero di cui si componeva il nostro gruppo in quel momento). La sistemazione doveva essere abbastanza economica perché a quei tempi non disponevamo di molte risorse. Un tre stelle sarebbe stato perfetto.

Inizialmente cercammo nel distretto di Mosca, ma non trovammo nulla di adatto. Decidemmo quindi di allargare sempre di più le nostre ricerche fino a che non avessimo trovato il posto giusto. Il risultato? La capitale della Repubblica Ceca.

Kaspersky Lab Innovation Summit 2013

 

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Il fantasma del boot sector

Il mio potere su di te

cresce ancora più forte

(c) Andrew Lloyd Webber – Il fantasma dell’opera

La continua battaglia tra tecnologie malware e anti-malware funziona sempre allo stesso modo. Chi entra per primo nella memoria del computer, prende il controllo e si protegge da altre applicazioni. Dall’alto della posizione di comando si può vigilare tutta la situazione e mantenere in ordine il sistema: nel caso siano i malware a vincere, ovviamente ‘”l’ordine” si trasfomerà nel caos più totale, grazie al quale essi possono agire indisturbati e impuniti.

In sostanza, o tutto o niente, dove il tutto non è altro che il controllo del computer.

Il bootstrap comincia con l’esecuzione del boot sector, una regione speciale dell’hard disk in cui sono immagazzinate le istruzioni circa quali applicazioni caricare, dove e quando. La cosa più preoccupante è che una delle fasi riguarda l’avvio del sistema operativo. I cyberciminali si sono molto interessati al boot sector in quanto non c’è modo di rilevare se è stato infettato. A venire in aiuto degli hacker ci sono dei malware speciifici, i bootkit.

Fasi dell’avvio del computer

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KL: sedici dolci anni !

Yep! Abbiamo raggiunto “l’età del consenso” ragazzi! Non siamo più dei piccoli15enni, ma abbiamo raggiunto i dolci 16 anni 🙂

E come da tradizione, abbiamo celebrato il nostro anniversario in grande stile – per la quindicesima volta (si veda il ‘PS’ sottostante). I collaboratori di Kaspersky Lab sono accorsi da tutto il mondo per la nostra festa tenutasi lo scorso venerdì nelle campagne a nord di Mosca. Per fortuna è stata una bella giornata, non come l’anno scorso (che diluvio!).

16 anni Kaspersky Lab _1Un altro anno, un’altra birra

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Santorini: vulcani, tramonti e storia

Yía a tutti!

Di recente sono stato sull’isola di Santorini per un paio di giorni; si tratta di uno dei luoghi più originali e affascinanti del pianeta, e si trova senza dubbio nella mia Top 10 personale dei posti al mondo da visitare.

Per chi non sapesse assolutamente nulla di Santorini, è un’isola greca del Mar Egeo, a cento chilometri a nord di Creta e a circa duecento chilometri da Atene – esattamente qui.

È la terza volta che visito l’isola, quindi posso dire di conoscerla abbastanza bene. È davvero un luogo magico… Permettetemi dunque di raccontarvi qualcosa in più su questo posto incantevole, così eviterete di visitare siti e siti Internet alla ricerca delle informazioni giuste.

Allora, iniziamo dalle informazioni di base: Santorini è un’isola vulcanica (non vi sembrerà strano che si tratta della mia terza volta qui, no?). Per essere più precisi, è ciò che rimane di una caldera vulcanica dopo una grande eruzione risalente a migliaia di anni fa; c’è anche un vulcano più piccolo (e più recente) al centro dell’arcipelago, emerso lentamente dal mare e che ha riempito la caldera. Le pareti del cratere sono davvero imponenti (oltre trecento metri di altezza), composte da rocce vulcaniche di varie sfumature che vanno dal nero, al grigio, al bianco, al rosso. È un paesaggio dalla bellezza mozzafiato, così irreale da sembrare di essere su un altro pianeta, una topografia a dir poco unica.

Ma Santorini non è solo il vulcano. Le spiagge sono una tavolozza di colori e hanno una morfologia variegata: ci sono quelle di sabbia, alla portata di tutti (si possono raggiungere in auto, moto o in quad), e quelle di scogli non accessibili così facilmente, solo in barca o a piedi. La cucina greca è fantastica (pesce freschissimo, tanta varietà di verdura, la tipica salsa tzatziki), anche se per un’ottima bistecca sarebbe meglio tornare sulla terraferma. E come non parlare del Metaxa, un brandy d’incredibile qualità… Insomma, un vero e proprio paradiso mediterraneo! 🙂

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Emulare per distruggere

Prima di tutto, ricapitoliamo…

Il 100% di protezione non esiste. Ormai lo saprete a memoria. Anche le misure di sicurezza dell’antivirus più avanzato possono essere scavalcate durante attacchi professionali. Ma questa non è la peggiore delle notizie. Ciò che è peggio è che gli antivirus di bassa qualità vengono bypassati con maggiore frequenza.

Se volessero, i criminali professionisti potrebbero hackerare qualsiasi cosa; per fortuna, sono in pochi a poterlo fare. Nella maggior parte dei casi, gli attacchi sono realizzati da semplici programmatori spinti da avidità o dal desiderio di scappare con un bel malloppo (molti sono già dietro le sbarre). Questi criminali molto spesso non hanno  sufficienti abilità per hackerare i sistemi di difesa più avanzati, ma sono più che in grado di penetrare nei computer senza  protezione o con una protezione che fa acqua da tutte le parti. E nel mondo, purtroppo, di computer in queste condizioni ce ne sono un’infinità.

L’idea di base è piuttosto semplice:

Maggiore protezione, maggiore difesa. Sembra un concetto abbastanza ovvio, ma implica che se l’attacco è condotto a livelli professionali, vuol dire che può superare barriere di difesa estremamente elevate.

Con oltre due miliardi e mezzo d’internauti, ovvero di potenziali vittime, la logica porta a una conclusione.

Ai cybercriminali non interessa entrare in possesso d’informazioni protette da sistemi di sicurezza estremamente difficili da valicare (soprattutto perché spesso si tratta d’informazioni “scomode“, che è meglio non sapere). È molto più semplice, e redditizio, puntare su obiettivi concreti, come la rete del vicino, dove le difese non sono così alte e il bottino è a portata di mano.

In sostanza, la situazione si prospetta così: per un hacker di medio livello non ha senso impelagarsi in un piano difficile da realizzare rivolto a obiettivi troppo importanti. E non ha neanche senso passare indistintamente da Windows a Mac. È molto più produttivo “bombardare a tappeto”, colpendo il maggior numero possibile di vittime mediante attacchi non mirati e soprattutto che non danno grandi grattacapi.

Più efficace è la protezione, minore è l’interesse da parte di chi sferra l’attacco. Non vale la pena impegnarsi nel trovare una breccia in un sistema ben protetto, di sicuro c’è un vittima più vulnerabile da qualche altra parte.

Alla luce di quanto detto fino ad ora, voglio parlarvi di una funzione che farà allontanare i cybercriminali dal vostro computer, puntando altre vittime. È arrivato il momento di sapere qualcosa in più su quella lettera K della barra degli strumenti, che vi protegge da future minacce attraverso una procedura chiamata emulazione.

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