settembre 24, 2012
Kamchatka 2012: Tolbachik ed il Cratere Nord.
Giorno 16 (2). A Tolbachik!
Gli audaci turisti sono attratti da Tolbachik come.. gli impiegati sono attratti durante le ore di ufficio dai social networks! Ma quest’anno ci sono stati anche più turisti del solito – forse troppi. La Base di Leningrado in cui siamo stati era popolata da più di un centinaio di turisti provenienti da differenti paesi – con, tra gli altri, gruppi provenienti dalla Polonia e dalla Germania. Ma questo è davvero comprensibile, dato che qui c’è così tanto da vedere. Oltre al deserto di colore nero/rosso ed alle colline del Cratere Nord vi è anche Ploskiy (Flat) Tolbachik da visitare, un dovere per chi passi da queste parti.
Non è necessario salire fino in cima (3140 m) – vi è una piattaforma di osservazione poco al di sotto (3080 m). Arrivarci è davvero semplice – attraverso un logorato percorso dal quale è davvero difficile allontanarsi per errore. Ma nonostante la convenienza e la familiarità di un percorso, salire a più di mille metri di altezza per un inesperto comune impiegato d’ufficio diviene una vera prova di forza fisica e di resistenza. Questa camminata in salita però merita davvero lo sforzo – non ve ne pentirete. Dalla piattaforma di osservazione è possibile ammirare giusto in fronte lo spettacolo stupefacente del relativamente giovane cratere, che si estende per due chilometri ed è profondo cinquecento metri.
Che vista!
Vi è solo un problema in realtà, quando si tratta della possibilità di godersi questi panorami: il tempo in Kamchatka è incredibilmente imprevedibile. Durante il mattino può presentarsi sereno e luminoso, senza che appaia una singola nuvola in cielo, ma già nel pomeriggio il vulcano può essere avvolto da una nebbia impenetrabile, abbassando la visibilità da chilometri a metri!
Avevo già sofferto due volte in passato a causa del tempo capriccioso nella zona del vulcano Tolbashik. Nonostante tutto, ho provato una terza volta. E finalmente posso ritenermi soddisfatto. Il terzo tentativo è andato a buon fine – ho potuto ammirare il cratere Tolbachik in normali condizioni metereologiche! Il vulcano intero, nella sua elegante, enorme completezza! E’ solo un peccato che l’ampiezza della vista non possa essere catturata completamente dall’obiettivo della mia fotocamera. Sono partito senza ricordarmi della stupefacente ampiezza del panorama! Bene.. significa che dovrò ritornare altre tre volte per avere la possibilità di fotografarlo nel modo giusto.
Lungo il tragitto si trovavano vari animali dalle sembianze vulcaniche:
Tartaruga vulcanica?
Uccellino vulcanico?
Ornitorinco vulcanico senza arti?
Giorno 17. Il mondo disperso.
Il Cratere Nord (Northern Fissure). Un posto fantastico. Incominci veramente ad immaginare quale potrebbe essere la sensazione del camminare su di un altro pianeta. Un nero deserto vulcanico con irregolare concentrazione di nano-vulcani sparsi qua e là.
Dovete:
- Attraversare tre o quattro colline rosse. I panorami sono spettacolari, anche se non avrete una vista ottimale delle parti più alte. Su molte colline il terreno sotto di voi è ancora caldo. Così caldo che se poggiate il ramo di un albero (ovviamente dovete portarlo voi; non vi sono alberi qui!) in una delle crepe del terreno, il ramo brucerà! E che colori qui, ooh che colori.
- Procedere lentamente lungo il volcano Zvyozdichka. È alto soltanto 80 metri, ma la vista è spettacolare.
- Attraversare i rami secchi della foresta bruciata e distrutta con scorie e ceneri circa 50 anni fa. Inquietante.
- Se avete tempo, provate a raggiungere anche il Cratere Sud (3 o 4 ore sono necessarie per raggiungerlo; noi non abbiamo avuto questo tempo a disposizione).
Le colline, i coloratissimi tappeti vulcanici e tutto il resto, assumono un aspetto diverso a seconda del tempo – se piovoso o soleggiato. Personalmente, credo che il paesaggio raggiunga la sua migliore espressione quando il tempo è piovoso – i colori assunti dalle rocce bagnate sono più luminosi e più abbaglianti di quelli delle rocce asciutte.
E questo è tutto! Mi rimane soltanto di parlarvi di rafting e pesca, e allora i racconti dalla Penisola Kamchatka saranno giunti al termine per quest’anno – o per lo meno fino al prossimo viaggio 🙂