settembre 29, 2020
Ransomware: basta scherzi
Per prima cosa: una piccola introduzione…
Il 10 settembre scorso, il ransomware-malware DoppelPaymer ha cifrato 30 server di un ospedale della città tedesca di Dusseldorf, a causa del quale la capacità di gestire il numero di pazienti malati è diminuita drasticamente. Una settimana fa, a causa di questo calo, l’ospedale non è stato in grado di accettare una paziente che aveva bisogno di un’operazione urgente, ed è stato organizzato il trasferimento in un ospedale di una città vicina. La paziente è deceduta durante il tragitto. È stato il primo caso conosciuto di perdita di vite umane a seguito di un attacco ransomware.
Un caso davvero molto triste, soprattutto se si guarda più da vicino: c’è stato un “incidente” fataledi per sé (presumendo che i cyberciminali non prevedessero una fatalità simile a seguito delle loro orribili azioni); c’è stata anche una chiara negligenza nel seguire le regole di base dell’igiene della sicurezza informatica; e c’è stata anche un’incapacità da parte delle forze dell’ordine di contrastare con successo i criminali responsabili.
I cybercriminali hanno attaccato la rete dell’ospedale attraverso una vulnerabilità (nota anche come Shitrix) sui server di Citrix Netscaler, che ea stata risolta già a gennaio. Sembra che gli amministratori di sistema abbiano aspettato troppo a lungo prima di installare la patch, e nel frattempo i cybercriminali sono riusciti a penetrare nella rete e a installare una backdoor.
Fino a qui, questo è quanto. Da qui in poi: possiamo fare congetture che non possono essere confermate, ma che sembrano essere probabili…
Non si può escludere che, dopo un certo tempo, l’accesso alla backdoor sia stato venduto ad altri cybercriminali su forum illegali come “accesso a una backdoor di una università”. L’attacco, infatti, era inizialmente diretto alla vicina Uuniversità Heinrich Heine. È questa università che è stata indicata nelle e-mail degli estorsori che richiedevano il pagamento di un riscatto per la restituzione dei dati cifrati. Quando i criminali informatici hanno scoperto che si trattava di un ospedale e non di un’università, hanno subito consegnato tutte le chiavi di cifratura (e poi sono scomparsi). Sembra che gli ospedali attaccati dal malware non siano così attraenti per i criminali informatici, sono considerati beni troppo “tossici” (come è stato dimostrato, purtroppo, nel peggiore dei modi in questo frangente).
È probabile che, dietro DoppelPaymer, ci sia il gruppo di cybercriminali di lingua russa Evil Corp, un gruppo composto da decine di diversi criminali informatici di alto profilo (anche sulla rete di Garmin) Nel 2019, il governo degli Stati Uniti ha formulato un atto d’accusa per i facenti parte di Evil Corp, e ha offerto una ricompensa di cinque milioni di dollari per chi offrisse dell’aiuto per la loro cattura. Curiosamente le identità dei criminali sono note, e fino a poco tempo fa si pavoneggiavano e mostravano il loro stile di vita da gangster, anche sui social network.