aprile 26, 2016
Il semi-tour pre-pasquale alla Knesset
Altra settimana, altra rotta; stavolta Mosca – Londra – Gerusalemme – Mosca. Come al solito, conferenze, discorsi, incontri con i partner e i clienti. Lavoro, lavoro e ancora lavoro… ma con un po’ di turismo: una visita alla Knesset.
La Knesset, gente, è il parlamento d’Israele, e probabilmente uno dei più attivi, eterogenei e pieni di scandali del pianeta. 120 membri dalle più svariate posizioni politiche, religioni e livelli di tolleranza e liberalità. Per qualcuno, il reality show politico più sfacciato del mondo: un esaltante miscuglio, proprio come la società israeliana nel suo complesso, ma questa è un’altra storia, ampiamente trattata su Internet. Tuttavia proverò a riportare alcune storie e avvenimenti che sono successi qui, come mi sono stati raccontati da persone testimoni dei fatti. Ma dopo vi dirò di più.
Ahimè, mentre eravamo lì non abbiamo beccato alcuna azione dal vivo di una vera seduta perché ci trovavamo in città in un giorno festivo. Infatti non siamo riusciti neanche a vedere dentro la Camera, poiché tutti si stavano preparando per l’imminente festività della Pasqua. In sostanza era tutto chiuso per pulizia e lucidatura affinché tutto splendesse per l’importante commemorazione ebraica. Perfino il bar dell’hotel ha chiuso alle 9:00 di sera!
Dunque, per il nostro vero e proprio tour ridotto della Knesset, siamo riusciti a fare un giro per il parlamento e alcuni degli edifici ausiliari, che includono la Chagall State Hall, vicino alla Camera. Non ripeterò a pappagallo quello che ci ha detto la guida, ma se siete interessati, su Internet si trovano molte informazione sugli arazzi (Gobelin) della sala.
La mensa del Knesset. Scordatevi dell’aula: si dice che è qui che vengano prese le vere decisioni politiche :).
Le commissioni del Knesset, compresa quella “sulla pianificazione e preparazione ai terremoti”!
Accidenti! So che qui l’attività sismica può essere regolare e critica (5-6 gradi della scala Richter), ma un’intera commissione parlamentare? Mi chiedo se c’è anche in Giappone.
Ecco cosa mi ha detto un giornalista parlamentare del posto (anonimo) che ha partecipato in persona a molti dibattiti politici seduto nella tribuna stampa della Camera. Cito:
<<La varietà di vedute nel Knesset di Israele va dal suo essere “parlamentarismo ideale” a “un furioso incendio in un manicomio, durante un’inondazione!” Ma indipendentemente da come la vediate, un’occhiata rapida alla, diciamo ultima, la ventesima, Knesset mostra come anche dopo 68 anni si stiano ancora dibattendo le solite questioni incredibilmente banali: “Due ebrei, tre opinioni”, “Io prego in questa sinagoga; In quella non ci metterei mai piede”, ecc.
I governi di maggioranza d’Israele si possono contare sulle dita di una mano. Questo succede solo in situazioni di pericolo estremo. Per decenni nessun partito è stato in grado di raccogliere una maggioranza parlamentare, ossia 61 membri su 120; per cui, queste pareti, create da Karavan e Chagall con il denaro di Rothschild, hanno visto coalizioni totalmente impensabili di partiti politici diametralmente opposti. E di norma il tono di tutte queste coalizioni è stato impostato da piccoli gruppi di tre o quattro deputati, e questi piccoli gruppi sono per natura estremamente… bizzarri, composti per la maggior parte da membri dei comunisti, del Partito Unificato della Torah e del Tozmet.
Oggi, i 120 membri sono divisi in 10 (dieci!) partiti e blocchi. Per esempio, l’alleanza dell’Unione Sionista è composta da due partiti che hanno unito le forze; nella lista complessiva, si sono amalgamati fino a quattro partiti che rappresentano gli interessi dell’etnia araba. Gli interessi dei cittadini dell’ex Unione Sovietica sono protetti dal Israel Beitenu, dal pretenzioso significato di “Israele, casa nostra”, e gli immigrati dal Maghreb sono rappresentati dai Guardiani della Torah di Shomrei Sfarad (Shas). Quelli che non “custodiscono” la Torah pagano delle sottoscrizioni ai comitati organizzativi degli altri partiti.
Pertanto, questo caleidoscopio di sfumature molto diverse dell’intero spettro dei colori politici (alleanze, partiti e soggetti politici) fa della Knesset un campo di costante e acerrima battaglia, come nessun altro parlamento al mondo.
Un altro aspetto per cui la Knesset gode di fama e infamia è il linguaggio colorito spesso impiegato nei suoi dibattiti. Poiché una volta che un membro chiede a un altro “Sei strafatto?”, questo tende a finire sulle pagine di tutti i giornali del globo. Ma quando, per dire, l’ex Primo Ministro, leader del Partito dei Lavoratori e premio Nobel per la pace, Yitzhak Rabin, si riferisce all’altro Nobel per la pace, Yasser Arafat, come colui che “non fa altro che romperci le palle senza motivo!”, quell’affermazione ovviamente viene tradotta in centinaia di lingue per campeggiare sulle prime pagine dei quotidiani come titolo principale!
Tra l’altro, l’affettuoso termine “palle” viene utilizzato piuttosto spesso nel Knesset, anche se il suo uso è perseguibile. Per esempio, il comunista arabo e sindaco di Nazareth Taufik Zayad una volta è stato privato del diritto di parola alla Camera dopo aver urlato al “falco” e generale dell’esercito in pensione Rehavam Ze’evi (soprannominato Gandhi): “Ti tengo per le palle, Gandhi! Ti tengo davvero per le palle!” Quella sera in un’intervista ai media ebbe il buonsenso di indicare esattamente chi teneva per le parti intime. Altrimenti, sarebbe stato sanzionato più duramente.
Ma il diverbio più colorito che ho visto nel Knesset è stato tra Yael Dayan, figlia di Moshe Dayan, e il rabbino Josef Ba-Gad del partito di estrema destra Moledet. Ba-Gad, toccando Dayan col dito, disse di trovarsi al cospetto della seconda Cicciolina. Per cui, la signorina Dayan replicò, nel linguaggio delle Sacre Scritture!, “Sai che c’è? Puoi prenderti un’elica, infilartela in culo e sparire!>>
Fine della citazione. Impressionante.
Tappa successiva, ritorno all’aeroporto. Alcune ore dopo, ho ammirato il bel panorama di Tel Aviv:
Shalom amici!