TOP 100, LA SERIE: ASIA

Cos’altro c’è di interessante e consigliabile nella mia Top 100 dell’Asia, oltre alla Cina e al Medio Oriente? Eccolo qui!

62. Taj Mahal, India

Un imponente mausoleo di marmo bianco, è la tomba della moglie prediletta dell’imperatore moghul Shah Jahan. Se guardate attentamente su Google Maps, qui, sull’altro lato del fiume di fronte al Taj Mahal potete vedere i resti dei preparativi di un secondo Taj Mahal, progettato per essere l’immagine speculare del mausoleo, ma in marmo nero invece che bianco. La leggenda narra che l’impero moghul non possedeva i fondi necessari per finanziare una spesa tanto eccessiva per una tomba smisurata, quindi il padishah (imperatore) venne deposto dai suoi attendenti che interruppero bruscamente il progetto del secondo Taj.

Un luogo magico, specialmente se comparato ai suoi dintorni rurali, in qualche modo meno regali. Consiglio vivamente di prenotare un tour individuale con una guida personale e un minivan, così da non essere sballottato violentemente su un comune autobus turistico. Qui i dettagli e le foto (il testo è in russo).

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63. Nepal, Himalaya

Non molto tempo fa sono stato a Kathmandu, capitale del Nepal, e sono stato adeguatamente sedotto dal particolare carattere del luogo, nello specifico le sue graziose pagode e le splendide stupa.


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64. Bhutan

Un regno semichiuso sulle montagne dell’Himalaya. Vette innevate, ghiacciai e monasteri incastonati sulle pareti rocciose. Non ci sono stato, ma devo farlo presto.

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65. Bagan e Mandalay, Myanmar

Migliaia di antiche pagode sparse su un vasto territorio. Un complesso monumentale. Non posso credere di non esserci ancora stato.


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66. Monte Fuji, Giappone

Un vulcano posato sul punto d’incontro fra tre placche tettoniche. Un luogo cult. Sono salito due volte sulla sua cima, entrambe ai primi di maggio, il periodo dell’anno in cui consiglio anche a voi di visitarlo: quando comincia la stagione, lunghe file di persone non vedono l’ora di salire in vetta. E non esiste solo il Fuji: intorno ci sono un sacco di altri luoghi interessanti, come il monte Hakone, le grotte di lava e delle foreste molto insolite.


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67. Baia di Ha Long, Vietnam

Avatar sull’acqua. Strabiliantemente scioccante. Potreste tranquillamente trascorrere tre giorni navigando dolcemente per l’arcipelago (il post è in russo ma potete vedere le foto qui). Obbligatorio per tutti!


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68. Grotta Son Doong, Vietnam

Una grotta colossale. Difatti, è la più grande al mondo. Fu scoperta in tempi relativamente recenti (ehm, com’è che ve la siete persa per secoli?:). Ma non è una grotta per principianti: entrarci richiede un bel po’ di preparazione speleologica.

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69. Ayutthaya, Thailandia

Templi, palazzi e fortezze in un’antica citta nella giungla Thai. Non ci sono ancora stato, ma uno sguardo alle foto mi suggerisce di rimediare al più presto.


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70. Angkor Wat, Cambogia

Un altro complesso monumentale, la più grande costruzione religiosa al mondo, nella giungla cambogiana. Non sono stato neanche qui, quindi non ne so nulla, ma ho sentito grandi cose al riguardo.

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71. Borobudur, Indonesia

Un immenso complesso buddista formato da stupa e tempio. In un certo momento storico sconosciuto, tuttavia molto tempo fa, l’intero sito venne coperto da ceneri vulcaniche (l’Indonesia è un luogo molto vulcanico), che nel corso dei secoli ha agito come un agente naturale di protezione. Venne scoperto solo agli inizi del diciannovesimo secolo. Dapprima venne parzialmente saccheggiato e poi rinnovato. Spostiamoci all’anno 2010 e la storia si è, in un certo senso, ripetuta: un’altra eruzione vulcanica lo ha visto di nuovo in parte ricoperto di cenere. Stavolta, tuttavia, ci sono voluti solo dei mesi, e non secoli, perché la cenere venisse rimossa. Qui ci sono stato veramente! E vi raccomando di cuore di fare lo stesso. Qui le foto (testo in russo).

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72. Vulcani indonesiani

Non so niente di questo posto a parte il fatto che ci sono molte foto su Internet e sono tutte splendide, ma nulla su dove andare e cosa vedere in particolare. Questo prima che io scrivessi questo post.

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Le foto in rete di tutti quei vulcani indonesiani mi hanno incuriosito, così sono andato a vederne qualcuno. Ne ho scoperti tre antichi con un passato disastroso.

 

Krakatoa

Questo vulcano eruttò nel 1883, autodistruggendosi del tutto durante il processo. Secondo gli esperti, una colonna di cenere di 70 km (settanta chilometri!) si sollevò sopra di esso, uno tsunami titanico si aggiunse alla devastazione e al conto delle vittime e l’esplosione dell’eruzione fu sentita a più di 5.000 km (cinquemila chilometri!), se dobbiamo credere a Internet :).

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Tambora

Come il Krakatoa, un’eruzione devastante nel 1815, che non solo uccise molta della popolazione locale (oltre 70.000 persone), ma produsse anche un cambiamento climatico. L’anno seguente divenne noto come “Anno Senza Estate“, e non soltanto in quella parte del mondo: l’inverno vulcanico del 1816 fu percepito in Europa! Una curiosa coincidenza di quell’anno fu un’ondata di emigrazione dall’Europa verso l’America.

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Toba

La causa dell’inverno vulcanico e del riscaldamento globale è in parte imputabile a questo vulcano che emerse circa 70.000 anni fa, dove adesso si trova questo lago. Un’ipotesi afferma che quel cataclisma causò la morte di praticamente tutta la popolazione mondiale, eccetto alcuni sopravvissuti in Africa, e fu un miracolo che non morissero anche loro. Pensateci, se non fosse stato per quel miracolo, io non starei qui a scriverlo e voi a leggerlo. Meno male. :).

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Isole Izu, Giappone

Una striscia di isole vulcaniche proprio a sud di Tokyo. Nel 2015 sono stato sia a Hachijojima, che a Aogashima. Belle da mozzare il fiato! Sogno di ritornarci un giorno (magari dopo aver recuperato il mio complesso monumentale arretrato :).

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Kiin-Kerish, Kazakistan.

Conosciuta anche come la “città degli spiriti”, “bellezza orgogliosa” e “rupi brillanti”. Un panorama marziano nel Kazakistan orientale creato per secoli dal vento e dalla pioggia che cesellano i sedimenti d’argilla. Stranamente, ci sono poche informazioni su questo posto: non è neanche menzionato su Wikipedia. Tuttavia, per come mi è stato descritto da amici che ci sono stati, con la conferma di foto e video, questo remoto angolo di mondo prima o poi riceverà senz’altro una mia visita. Qui i dettagli.


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