agosto 28, 2015
Kamchatka 2015: dall’alto verso il basso!
Nella mia umile opinione, Kamchatka è il posto più affascinante e bello del pianeta. Un’affermazione importante, lo so, ma se viene da un giramondo come me potete fidarvi, no? Se mi date retta, vi consiglio di leggere la serie di post che pubblicherò sul mio viaggio annuale a Kamchatka e sicuramente vi convincerò!
Vulcani voluttuosi dai crateri colossali e laghi multicolore, paesaggi che non sembrano di questo mondo, geyser e fonti di acqua termale, orsi selvaggi e in libertà, caviale rosso spalmato sul sandwich non con un coltello ma con una spada (o meglio, con una escavatore JCB).
Ci sono decine di meraviglie naturali, popolate di flora e fauna concentrare in ina striscia di territorio relativamente piccola lungo la dorsale vulcanica della penisola. Questa striscia magica di bellezza naturale è lunga 600 chilometri in totale. Va dal gruppo di vulcani Klyuchevskaya Sopka al nord, passando per Petropavlovsk-Kamchatsky, la capitale della penisola e scendendo fino a Kambalny e Koshelev nel sud. Ecco qua:
Ammetto che a Kamchatka fa più freddo che in altri posti altrettanto belli, persino la Nuova Zelanda (sebbene in un momento di debolezza potrei anche cambiare idea). Ci sono più bellezze in Kamchatka per metro quadrato, ma sono difficili da raggiungere mentre in Nuova Zelanda no…
Con il massimo sforzo, si può girare la Nuova Zelanda intera in circa tre settimane (ci abbiamo provato in 17 giorni in modalità “vedere tutto fino allo sfinimento” e devo dire che così è stato). Per visitare Kamchatka, invece, c’è bisogno di molto più tempo, più tempo per fare trekking, andare fuori strada, viaggiare in elicottero… e poi c’è da considerare l’attesa, aspettare che si rischiari il tempo per passare alla destinazione successiva. Ebbene sì, il tempo qui non è molto amico dei turisti.
Kamchatka e Nuova Zelanda per me sono una spanna sopra rispetto alle altre meraviglie del mondo, comprese il Grand Canyon, Niagara, Islanda e il Taj Mahal. Kamchatka è molto più interessante della Nuova Zelanda, per questo si trova al primo posto della mia classifica personale dei 100 posti da vedere al mondo.
La cosa strana è che qui non si trova praticamente nulla di bellezze storico-archeologiche create dall’uomo, a parte le leggende e i miti locali, le danze nazionali degli aborigeni e i nomi di alcuni posti (Avacha, Ksudach, Opala…). Le bellezze naturali sono davvero incredibili e attraversano l’intera penisola.
Come abbiamo detto, quest’anno abbiamo deciso di percorrere la parte inferiore di Kamchatka da nord a sud, fermandoci in qualsiasi luogo che ne valesse la pena. Alla fine tutto è andato come previsto ma ci abbiamo messo 25 giorni, con oltre 300 chilometri a piedi, più salite e discese nella fitta boscaglia siberiana, viaggi su tanti veicoli diversi e in elicottero, incontri ravvicinati con un numero imprecisato di orsi, trovarsi bagnati fradici sotto la pioggia, bruciati dal sole cocente, essere vittima di zanzare ninja mutanti e altri parassiti, e tanto altro che non ci sarà nei prossimi post. Nel blog farò un breve riassunto dei principali luoghi d’interesse trovati durante il viaggio: tutto ciò potrebbe esservi utile nel caso decidiate un giorno di fare un giro da queste parti, cosa che consiglio a tutti almeno una volta nella vita. 🙂
Ecco com’è iniziato il viaggio a Kamchatka di quest’anno:
Partiamo con il volo solito Petropavlovsk-Kamchatsky. Da un nuovo Boeing 777 Aeroflot abbiamo ammirato i coni dei vulcani che si ergevano dalle nuvole poco prima della nostra discesa verso terra. La pista dell’aeroporto sembrava appena asfaltata, si sposava bene con il nostro Boeing nuovo di zecca. 🙂 Queste prime buone impressioni sono svanite subito non appena ci è toccato aspettare nel minuscolo terminal dell’aeroporto (che probabilmente non è stato mai rimodernato) con centinaia di altri passeggeri muovendosi nervosamente alla ricerca dei propri bagagli come fossero delle vespe assassine! Gira la voce che l’aeroporto sarà rimesso a nuovo. Che sia il prima possibile!
Come al solito, il fuso orario di nove ore con Mosca (e senza neanche lasciare il paese!) ha avuto i suoi effetti. Ma ci siamo ripresi con la prima tappa, il mercato del pesce locale (caviale freschissimo!). Fermata successiva: l’hotel (carino) a Paratunka e un bagnetto nelle sorgenti di acqua termale. Un aaaaaaaahhhhhh più liberatorio non sarebbe stato umanamente possibile. 🙂
Il giorno successivo eravamo belli freschi e pronti! Scatolette di cibo, zaini, guide, cuochi, noi, tutti insieme sui nostri veicoli. Rotolando verso sud! Che inizi l’avventura!