Post del mese: luglio 2015

Le cascate islandesi

Islanda è un paese molto umido e anche molto nevoso (non c’è una stagione estiva, al massimo potete immergervi per tre mesi nelle acque delle sorgenti termali). Per quanto riguarda l’H2O, ce n’è molta e, dal momento che ci sono anche tanti vulcani, ci sono le condizioni perfette per le sue famose cascate, che ovviamente sono tantissime. Ecco le cinque più importanti che ho visitato nel sud e sud-ovest del paese, vale la pena vederle tutte.
Cascata nº1: Gullfoss. Qui l’ubicazione e qui le immagini:

Gullfoss, una delle più cascate più famose dell’Islanda.

Il fiume Hvítá forma una sorta di “scala” a tre gradini e poi all’improvviso si divide in due (da 11 e 21 metri), che sfocia in un crepaccio di 32 metri di profondità.

Si è provato a utilizzare Gullfoss per generare elettricità, ma il progetto è andato a monte per le proteste degli abitanti.

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La tettonica islandese

Tutti più o meno abbiamo un’idea di come sia fatto il nostro pianeta, anche i bambini delle elementari. Funziona più o meno così: al centro del pianeta si trova il nucleo, poi c’è il mantello e infine all’esterno la crosta terrestre, dove ci siamo noi che leggiamo questo blog.

Tuttavia, la crosta terrestre non è un pezzo unico, abbiamo il modello della cosiddetta “tettonica delle placche“: questi grossi pezzi di terra “galleggiano” impercettibilmente sulla superficie del magma. E si muovono in direzioni diverse, le placche possono spostarsi l’una verso l’altra oppure allontanarsi. Dai bordi di queste placche si sprigionano terremoti frequenti e si rileva un’intensa attività vulcanica. Per chi volesse approfondire, i link presenti in questo paragrafo possono essere molto utili.

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Dove convergono le placche sorgono montagne, vulcani e i relativi paesi che riconosciamo- Tutto ciò corrisponde a Giappone, Kamchatka, le isole Curili, le isole Auletine, le Ande, la Cordigliera americana, l’Himalaya ecc. Dove invece divergono le placche abbiamo attività sottomarina, comunque abbastanza visibile: qui, sotto l’Atlantico, troviamo ad esempio la dorsale medio-atlantica, ed è qui dove le placche si muovono l’una lontana dall’altra e lo spazio che si crea viene riempito di magma.

Uno dei pochi posti dove si trova questa divergenza è proprio l’Islanda, situata al margine tra la placca nordamericana e quella europea. La prima si muove lentamente verso ovest, la seconda altrettanto lentamente verso est, alla velocità di 2 cm all’anno. Islanda si estende circa due centimetri all’anno (senza tenere in considerazione l’erosione costiera o l’espansione dovuta alla lava vulcanica). Due centimetri all’anno, due metri ogni cento anni, venti metri ogni mille anni, 20 chilometri ogni milione di anni. Se continua così, tra 200 milioni di anni Islanda raggiungerà la lunghezza del Cile e, tra 300 milioni di anni, quella della Russia!

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La spaccatura nella terra lungo la linea si può osservare meglio in Islanda presso Þingvellir (Thingvellir).

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C’è una bella crepa di circa 5 km di lunghezza che si può osservare in questo paesaggio, e vediamo pure un bel lago:

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Quelle montagne che si scorgono all’orizzonte si trovano in Europa. La foto è stata scattata in Nord America e tutta la terra che si vede è in mezzo alle due placche tettoniche eurasiatica e nord americana.

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La bella terra d’Islanda

Ho sempre sognato di andare un giorno in Islanda, l’isola vulcanica per eccellenza, per ammirare il panorama, fare trekking e guidare. Me ne hanno parlato bene un sacco di amici e colleghi, ho visto delle foto spettacolari e ho avuto modo di ascoltare un po’ di musica islandese, ma solo da poco ho avuto l’occasione di trascorrervi qualche giorno dopo alcuni impegni di lavoro nel paese.

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Infinita, grandiosa, lussureggiante, monumentale, ecco qualche aggettivo che mi viene in mente quando cerco di descrivere quest’isola. Per quanto mi riguarda, si tratta di uno dei posti più belli del nostro pianeta e, lo sapete bene, io ne ho visitati tanti di belli. Naturalmente le condizioni climatiche sono difficili, ma c’è da aspettarlo visto che non siamo molto lontani dalla calotta polare. Un male minore in confronto alla spettacolarità dei suoi vulcani, dei geyser e delle sorgenti di acqua calda, dei ghiacciai e delle cascate, della sua “tettonistica” (un neologismo di cui vi parlerò in seguito) e di altre bellezze naturali.

Oggi e nei prossimi giorni vi proporrò una serie di post di viaggio sull’Islanda. Per iniziare ecco una piccola selezione di capolavori fotografici, il meglio del meglio del mio viaggio:

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Auto controllate in remoto da un hacker: è realtà

Da qualche anno ormai, ogni tanto succedono degli episodi davvero preoccupanti nel mondo dell’informatica, che mettono il mondo in agitazione. Per i non addetti ai lavori, comunque sia, si tratta di un flusso costante di spiacevoli sorprese apparentemente inevitabili. Invece io e i miei colleghi, quando veniamo a conoscenza di queste notizie, annuiamo, facciamo l’occhiolino o alziamo il sopracciglio alla Roger Moore come per dire “Ce lo aspettavamo, perché ci hanno messo così tanto?”

Noi che analizziamo e studiamo costantemente le principali tendenze del Dark Web, ovviamente ci facciamo un’idea di chi c’è dietro a certi fenomeni e le motivazioni; in questo modo possiamo prevedere come si evolveranno le cose.

Ogni volta che avviene uno di questi eventi “inaspettati”, mi trovo nella difficile posizione di dover fare una qualche dichiarazione in merito (o dei veri e propri comunicati) per far capire che è così che continueranno ad andare le cose. Ancor più difficile è far capire che sto ripetendo sempre le stesse cose da anni ormai. In realtà dovrei solo aggiornare un po’ il sermone, della serie: “vi ho già avvisato e voi che pensavate che volessi solo vendere i miei prodotti!”.

Insomma, avete capito (a nessuno piace ascoltare la frase “ve l’avevo detto”, per cui vado avanti).

Allora, di quale spiacevole minaccia stiamo parlando stavolta? Riguarda un settore che mi sta particolarmente a cuore, il mondo dell’automobile!

Qualche giorno fa la rivista WIRED ha pubblicato un articolo con questa frase di apertura: “Stavo guidando a 110 km/h quasi nel centro della città di St. Louis quando l’exploit ha iniziato a prendere il controllo“. Cooosa?

 

L’articolo descrive un esperimento di successo in cui alcuni hacker ricercatori di sicurezza hanno “ucciso” un’auto fin troppo “intelligente”: hanno analizzato minuziosamente (durante un lavoro di mesi) il sistema computerizzato Uconnect di una Jeep Cherokee, alla fine, hanno trovato una vulnerabilità e sono riusciti a prendere il controllo via Internet delle funzioni principali del veicolo, proprio quando il giornalista di WIRED stava guidando l’auto in autostrada! Non sto scherzando e non sto parlando di un caso da laboratorio, su un’auto specifica. La vulnerabilità trovata dai ricercatori colpisce circa mezzo milione di vetture. Il “cooosa?” è di nuovo d’obbligo.

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Il più piccolo grande paese del mondo

Ciao a tutti!

Questo sarà l’ultimo post della mini-serie su San Pietroburgo. L’argomento “luoghi da visitare” continua, ma con una piccola differenza: in questo post descriverò un luogo che sembra un museo ma che in realtà museo non è. O forse sì. Mmm, non saprei, so solo che dovete venirci assolutamente!

Potrebbe sembrare un museo o una galleria d’arte in cui è assolutamente vietato toccare le… opere… anche se non si tratta di opere d’arte nel senso classico del termine… Confusi? A breve sarà tutto chiaro…

Cartello: “Ha toccato il modellino” Maglietta: “Sono in castigo”

Ecco il Grand Maket Rossiya! Maket è una parola che in russo ha vari e simili significati, ma che potrebbe essere tradotto tipo “inganno”. Una parola che ci sta bene, visto che nelle altre lingue hanno lasciato questa parola, che non ha alcun significato per chi non conosce il russo. In realtà si tratta di una riproduzione in scala dell’intera Russia, in questo senso il più piccolo grande paese del mondo. Si tratta della seconda riproduzione in scala più grande del mondo, dopo la Miniatur Wunderland di Amburgo.

È un posto unico, incredibile, davvero divertente. Da fuori sembra nulla di che, un edificio piccolo e piuttosto anonimo, ma dentro… Mamma mia! È come il TARDIS di Doctor Who. Una riproduzione in scala assolutamente spettacolare, un mega giocattolo per bambini (e adulti). Sì, lo sappiamo, non è un giocattolo perché non si può toccare. 🙂

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Meraviglie su rotaia a San Pietroburgo

Ci sono tanti tipi di musei.

Ci sono i musei veri e propri (nel senso più classico del termine), poi ci sono mostre, esposizioni, installazioni… ci sono altre parole per descrivere eventi di questo tipo? Ah, sì, e poi ci sono i graffiti! Alcuni graffiti sono di una bellezza notevole, le consideriamo installazioni artistiche o il risultato della creatività di qualche hooligan? Eliminiamo quest’ultima idea, perché, a mio modesto parere, ci sono alcuni graffiti che sono delle vere opere d’arte. Ma non voglio divagare, come faccio solitamente, ritorniamo all’argomento originario.

Dicevamo, i musei…

A San Pietroburgo ce ne sono di tantissimi. È come se fosse la capitale mondiale dei musei.

Capisco che se confrontiamo i musei di San Pietroburgo con, ad esempio, il Louvre o il British Museum, i primi perdono d’importanza. Tuttavia, considerando il difficile passato di San Pietroburgo, i suoi musei possono essere considerati dei veri e propri miracoli. Nell’epoca post-imperiale non è che ci si preoccupasse molto dei musei, e lo stesso è stato negli oltre 70 anni di Comunismo. Ovviamente la Seconda Guerra Mondiale è stato un grande impedimento e poi c’è stato il periodo successivo alla caduta del Comunismo… Insomma, in tutti questi anni i musei non hanno ricevuto generosi finanziamenti statali o privati così come è avvenuto nel mondo occidentale. Forse mi sbaglio ma questa è la mia impressione, correggetemi pure se sbaglio.

Ok, sto divagando di nuovo. Ritorniamo all’argomento principale.

A San Pietroburgo ci sono i “soliti sospetti”: i musei dove i bambini vanno in gita, quelli tradizionali. E noi invece abbiamo deciso, come sempre, di essere alternativi, di mescolare un po’ le carte in tavola. Siamo andati al… Museo dei treni! piter-muzey-parovozy-1Vado dritto al punto, lo consiglio vivamente, soprattutto ai maschietti (spero di non sembrare sessista). Nel negozio di giocattoli del museo ovviamente ci sono soprattutto treni, ragazzi, è il paradiso dei treni! Tantissimi esemplari in mostra per raccontare la storia di questo mezzo di trasporto così unico, chic e romantico, da pezzi meravigliosi ad alcuni spaventosi, da alcuni che passano inosservati ad altri assolutamente incredibili (ovviamente questi ultimi sono i più interessanti).

Basta chiacchiere, lascio parlare le immagini. Se volete maggiori informazioni, c’è una cosa che si chiama Internet, ne avrete sentito parlare. 🙂 Oppure potete fare zoom sulle foto e leggere le info scritte sulle placche.

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San Pietroburgo dall’alto

Ciao a tutti!

È sempre bello recarsi in un posto dove poter ammirare il paesaggio circostante dall’alto. Ma è ancora meglio volare per godere della migliore vista. Il massimo, poi, è prendere un elicottero e ammirare una città meravigliosa e unica come San Pietroburgo.
Ebbene, eccoci sull’elicottero…

L’itinerario: Pulkovo – Petergof – Bolshaya (affluente del Neva) – fiume Neva – Malaya Nevka – Pulkovo.

Non ho nient’altro da aggiungere sinceramente, ma molto da farvi vedere…

Petergof:

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La complicata San Pietroburgo

San Pietroburgo d’estate, soprattutto tra giugno e luglio, è complicata. Probabilmente saprete già che quasi non c’è notte in tutta l’estate. E neanche il sole: nell’emisfero nord in questo periodo dell’anno il sole si fa vedere all’orizzonte per qualche ora per poi ricomparire direttamente il giorno successivo. Il risultato? I giorni sembrano non finire mai, beh, è così in effetti. In camera bisogna dotarsi di tende o di una mascherina per gli occhi per fare una bella dormita “notturna”.

C’è anche un’altra cosa: bisogna assicurarsi di trovarsi nel luogo desiderato prima che si alzino i ponti e non si possa più passare. Altrimenti…. oops! Comunque sia, questi ponti basculanti hanno i loro vantaggi: quale scusa migliore per non trovarsi dove si dovrebbe essere (e non si desidera andare)? “Non ce la faccio a venire, davvero. Non posso proprio materialmente. Hanno tirato su i ponti!”

Come dicevo, San Pietroburgo è complicata in questo periodo dell’anno.
Rimane comunque meravigliosa. Guardate queste foto, non ho ragione?

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Come aiutare i salmoni a riprodursi

Nel mondo ci sono tantissimi fenomeni, naturali e non, davvero curiosi.
Alcuni fenomeni sono belli da vedere e innocui, come le Horizontal Falls di Kimberley, Australia, le cascate artificiali della diga di Itaipú o gli indimenticabili tramonti di Santorini.
Altri, invece, sono terribili e distruttivi, come le eruzioni vulcaniche, i terremoti e gli tsunami.

Esiste la simmetria statica di montagne e vulcani, il movimento lento e costante della tettonica delle placche, dei ghiacciai e delle nevi. Esistono fenomeni imprevedibili e preoccupanti come le valanghe e altri cataclismi di ogni sorta. E poi ci sono le inondazioni improvvise e disastrose che avvengono con intermittente regolarità. Le inondazioni avvengono quando gli dei si dimenticano di mettere il tappo quando si concedono un bel bagno. Così l’uomo tiene che intervenire, progettando e costruendo grandi strumenti di protezione per drenare l’acqua delle inondazioni, per ovviare alla sbadataggine divina.
Una zona in cui questa specie di “amnesia” avviene con maggiore frequenza è la regione europea della Russia, accanto al Golfo di Finlandia, soprattutto attorno al delta del fiume Neva. Per una sfortunata coincidenza, è proprio qui che è situata la città di San Pietroburgo. Una città conosciuta per il suo spirito eroico, per le vittorie ottenute, per l’eredità culturale imperiale e, purtroppo, anche per le catastrofi naturali legate all’acqua. Per chi fosse interessato all’argomento, consiglio di cliccare su questo link.

Volete approfondire ancora? Leggete “Il cavaliere di bronzo“, è bellissimo. Qui il link, con tutta una serie di commenti.

Vi racconto la versione breve:
San Pietroburgo ovviamente doveva fare qualcosa per il problema delle inondazioni, e così è stato. Ne ho sentito parlare in passato, ma solo da poco sono riuscito a vederla: la città di San Pietroburgo è protetta tutto intorno da una grande diga. Le descrizioni di Pushking delle inondazioni per fortuna ora sono solo un brutto ricordo.

Gli ingegneri e i tecnici hanno completamente sconvolto il concetto di diga per questo capolavoro della mente umana. Hanno optato per un “complesso di impianti protettivi contro le inondazioni”. E come dare loro torto?

Un po’ di dettagli tecnici…

C’era bisogno di una costruzione in grado di far passare grandi quantità di acqua dal Golfo di Finlandia alla Baia della Neva ma, all’occorrenza, quando le alte onde del Mar Baltico diventavano minacciose, doveva creare una barriera molto alta per evitare che inondassero la città. L’impianto doveva inoltre consentire il passaggio giornaliero delle navi e non interferire, ovviamente, con il delicato ecosistema marino della zona.
I primi progetti per la “diga” risalgono al XIX secolo, ma i lavori sono iniziati solo nel 1979 (link per maggiori informazioni). Poi è arrivato il Comunismo e alla fine degli anni ’80 i lavori si sono fermati. Passiamo direttamente agli anni 2000, quando è stato ripreso il progetto, che è poi stato completato nel 2011. Il risultato è un’autentica meraviglia!
Ho cercato su Internet delle dighe simili ma non è che abbia trovato molto, le altre sono più piccole. Ce n’è una a Londra, un’altra in Olanda, un’altra ancora sul fiume Elba. Ma tutte piccole in confronto al nostro colosso da 25 chilometri. Sono rimasto davvero colpito.
C’è un altro impianto anti-inondazioni che sta per essere costruito a New Orleans e, quando verrà completato, sarà addirittura più grande. Per il momento, la diga di San Pietroburgo è la numero uno!

Per i non addetti ai lavori, si tratta di una sorta di autostrada di 25 km che attraversa il Golfo di Finlandia da lato a lato, simile a quella che si vede in Miami Vice che collega Miami a Keys (ma è più lunga e non si tratta di un impianto anti-inondazioni). Catrame liscio, segnali ben definiti, strade di entrate e di uscita. Spettacolo.
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S(oleggiata) Pietroburgo*

[vedere il penultimo paragrafo]

Gli ultimi post di questo blog facevano parte di una serie. Ho trattato l’argomento Kimberley in 7 puntate, sarà la volta dei luoghi più belli (lo vedrete a breve) e ora vi propongo il primo post di un’altra serie, quella su San Pietroburgo, la finestra d’Europa.

Eccoci qua!

Prima una bella introduzione… Mi dilungo mai io? 🙂

Per ragioni sconosciute, di recente ho deciso di ricordare tutte le città della Russia in cui sono stato. Parlo di città dai 100 mila abitanti in su, città in cui sono stato per qualche giorno e non di passaggio. Non ho considerato quelle città in cui sono state poche ore aspettando il volo successivo.

Bene, risulta che della Russia ho visitato 14 città in totale, passando per i 4 punti cardinali da ovest, a sud, da nord a est sono stato a: Kaliningrad, Pskov, Velikiy Novgorod, San Pietroburgo, Mosca Rostov sul Don, Novorossiysk, Kazan, Saratov, Volgograd, Sochi, Jacuzia, Novosibirsk, Petropavlovsk-Kamchatski.

Ovviamente ci sono altre città e cittadine in cui sono stato ma che non ho incluso per le regole che vi ho menzionato prima. Le altre città “visitate” non incluse nella lista sono:

Uriupinsk, Kozmodemyansk, Dmitrov, Dubna, Kolomna, Torzhok, Kozelsk, Kem, Belomorsk, Kholmsk, Yuzhno-Sakhalinsk, Lukhovitsi e tante, tante altre…

Mi sono chiesto poi come sarebbe stata la mia lista delle città negli Stati Uniti. Wow… 16! Due in più rispetto alla Russia:

Anchorage, Seattle, San Francisco, Los Angeles, Las Vegas, Minneapolis, Chicago, Louisville, Dallas, Austin, Boston, New York, Washington D.C., Atlanta, Orlando, Miami.

Le città non incluse nella lista originaria sono: Honolulu (Hawaii), Valdez (Alaska), Sedona (Arizona), Palo Alto & San Jose (California), El Paso (Texas), Page (Arizona), Key West (Florida) e altre (ho lasciato fuori anche Woburm, una delle nostre sedi).

Vediamo… gli abitanti statunitensi sono praticamente il doppio dei russi (320 milioni contro 140 milioni). Ciò vuol dire che una città della Russia dovrebbe avere un doppio coefficiente in questa classifica. No, non funziona così, allora non so cosa dovrei dire di Singapore! (popolazione di 5,5 milioni di abitanti, 25 volte meno della Russia).

Diamo un’occhiata alle popolazioni delle città (e dei paesi) che ho visitato…

Norvegia, cinque milioni di anime e ho visitato due città: Oslo, la capitale e Bergen, il doppio di Singapore. Cos’altro?

Nuova Zelanda! 4,4 milioni di persone. Ci siamo acclimatati e abbiamo girovagato per Auckland, trascorso una notte a Christchurch e visitato i luoghi d’interesse il giorno successivo. Poi è stata la volta di Wellington e Dunedin, una notte in ogni posto ma non abbiamo visto nulla per cui non contano.

Abbiamo nella lista un paese con meno di due milioni di abitanti? Ebbene sì!

Gabon! 1,6 milioni di abitanti, sono stato a Libreville per qualche giorno solo sei settimane fa. E poi c’è Cipro con Limisso, Nicosia e Pathos (solo di passaggio), insomma Cipro non fa concorrenza (anche se contiamo 1 milione di abitanti). Ad Andorra ho fatto un giretto, ho sciato anche (85 mila abitanti). Chi è il vincitore? Principato di Monaco, Monte Carlo! Vince il premio con i suoi 30 mila abitanti (e ci sono stato molte, molte volte).

Se bisogna prendere in considerazione il coefficiente “handicap” allora arriviamo a Monte Carlo. Eguaglia 4500 città in Russia o 10 mila città negli Stati Uniti. Qui c’è qualcosa che non va, questo metodo non funziona. Dobbiamo considerare anche i coefficienti economici, geografici, da zona… Mmmm, mi sono stufato, ho già scritto a sufficienza sull’argomento….

Ok, basta parlare di numeri 🙂

Mettiamo un attimo da parte elucubrazioni su confronti sperimentali e ripartiamo dall’inizio… sono stato a San Pietroburgo (nota per i lettori statunitensi, parlo di quella vera!)

La meravigliosa, spirituale, seduttrice, sensuale, monumentale San Pietroburgo. L’ultima volta ci sono stato 7 anni fa, nell’estate del 2008, durante una conferenza con i partner. E da allora ogni anno mi riprometto di tornarci; purtroppo fino ad ora non c’è stata occasione.

Sette anni di promesse. Nel frattempo, a San Pietroburgo abbiamo aperto una sede, siamo cresciuti e ora vi lavorano 80 dipendenti per il bene dell’azienda e del mondo intero. Molte cose sono cambiate e ho sempre dovuto rimandare la visita, ma alla fine ce l’ho fatta! Urrà! E devo dire che San Pietroburgo è una delle città più belle del mondo.

Cosa non è cambiato dall’ultima volta? Il fiume Neva continua ad attraversare la città, c’è ancora la Prospettiva Nevskij, la Cattedrale di Sant’Isacco, l’Ammiragliato, la Fortezza di Pietro e Paolo e l’Astoria. I ponti sono ancora aperti e Peterhof è ancora strapiena di gente.

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