Ho usato per la prima volta la parola “Internet-INTERPOL”, o ad associare i due termini, all’inizio del 2000. La prima volta che l’ho utilizzata a livello scritto è stato nel 2003. Quest’anno, il 2015, quasi 12 mesi dopo, ho iniziato finalmente a promuovere questo termine, usandolo in un sacco di occasioni come in questo caso:
Una divisione dell’INTERPOL dedicata esclusivamente a combattere il lato oscuro di Internet!
Ebbene sì, la scorsa settimana, nella solare Singapore, l’INTERPOL ha ufficialmente aperto la sua nuova cyber-divisione, l’IGCI, la cui missione è ripulire lo cyberspazio da tutti i criminali e i truffatori del Web. Questa nuova sede sarà il centro da cui si coordineranno tutte le azioni delle forze dell’ordine dei paesi membri che hanno aderito (quasi 200!). In poche parole hacker e cyber-criminali fate attenzione! CYBERPOL è qui per acciuffarvi! Oltre alle indagini che verrano gestite e coordinate dal di qui, verranno organizzati training per gli specialisti del settore, verrà promossa la lotta al cybercrimine e un sacco di altre iniziative per un “www più sicuro”.
La nascita di questa cyber-division rappresenta un grande passo in avanti! Fino ad ora i cyber-criminali sono riusciti a farla franca soprattutto grazie alla poca unione e coordinazione tra le forze dell’ordine nazionali (per esempio giurisdizioni o corpi di polizia che non comunicano bene tra loro…). Come nei film hollywoodiani l’FBI non va d’accordo con la CIA e la CIA non comunica con la polizia normale. Il punto è che questo non avviene solo nei film: è tutto vero! Un esempio:
Alla fine dello scorso anno un poliziotto ci stava chiedendo i dati di contatto di un altro poliziotto. A noi lo viene a chiedere!? Le cose dovrebbero funzionare al contrario: tutti i poliziotti si conoscono tra loro e normalmente si scambiano i nostri dati per poterci contattare quando hanno bisogno dei consigli di un esperto di sicurezza informatica! La convivenza di queste due realtà (i cybercriminali con un campo d’azione pressoché illimitato e la polizia chiusa entro la sua giurisdizione nazionale, o nella migliore delle ipotesi, europea) è da sempre un grande problema. E le cose non hanno fatto altro che peggiorare durante gli ultimi 15 anni, periodo in cui i criminali hanno portuto fare quello che volevano senza pericolo di essere beccati. Alcuni sono stati catturati e puniti, ma in linea generale quelli arrestati sono solo la punta dell’iceberg.
Quello che, dal nostro punto di vista, ha reso ancora più significativo l’evento della scorsa settimana a Singapore è che l’IGCI è stato aperto anche grazie alla nostra partecipazione, nonché a quella di molti altri entità finanziarie, agenzie di consulenza o di risorse umane. Per esempio, uno nei nostri migliori esperti di sicurezza, V.K., è ora il nostro uomo assegnato a Singapore, dato che ha vissuto qui e ha lavorato con l’INTERPOL per vari mesi e continuerà a farlo per altri ancora. Sta aiutando i suoi colleghi dell’INTERPOL a sviluppare e approfondire le loro conoscenze sulla cyber-sicurezza e ha persino aiutato durante le indagini – ed è felice come una pasqua!
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