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Onekotan: non c’è nulla di meglio

Non so il perché, ma per una strana ragione i vulcani sono il mio fenomeno naturale preferito. Ne ho scalati molti in tutto il mondo, tanti altri ne ho visti in elicottero e  di tanti altri ancora ne ho visto i versanti. In ogni caso, i panorami che ho ammirato sono assolutamente spettacolari. Santorini, il Monte Fuji, Gorely (prima di un’eruzione), Mutnovka, Ksudach… Potrei stare qui a parlarne per ore.  Tutti i vulcani hanno delle caratteristiche uniche e ognuno ha una bellezza particolare, per questo non è affatto facile stilare una classifica.

Comunque sia, ora so qual è il miglior vulcano in assoluto per me.

Si tratta del vulcano Krenitsyn dell’isola di Onekotan, appartenente alle Curili. È un vulcano per veri intenditori, solo i migliori esperti di vulcanismo lo conoscono… non ha neanche una sua pagina Wikipedia in inglese! 🙂

Tuttavia, il panorama che offre è incredibilmente magico.

La caldera, quasi perfettamente sferica, è enorme, con 7 chilometri (sette) di diametro. All’interno della caldera si trova un lago altrettanto grande, dal quale emerge il cono di un nuovo vulcano (alto 1324 metri). Il vulcano è circondato dal mare, il lago si trova a circa 400 metri sul livello del mare ed è profondo circa 200 metri. Queste sono le caratteristiche principali di questo incredibile fenomeno della natura.

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Atsonupuri, l’Aston Martin dei vulcani

Le Curili sono isole vulcaniche. Sulle 56 isole che compongono l’arcipelago ci sono 68 vulcani, 36 dei quali ancora attivi.

Ci sono alcuni piccoli vulcani alti fino a due chilometri situati proprio al di sotto dei vulcani “veri”. Durante la nostra spedizione abbiamo scalato e attraversato sette vulcani, macinando circa sei chilometri spostandoci sull’asse x e un centinaio sull’asse y. Abbiamo conquistato la cima dei seguenti vulcani: Ebeko, Krenitsina, UshishirZavaritskovoAtsonupuriTyatya, e Mendeleyeva.

Per fortuna erano vette che si potevano scalare facilmente; a volte erano necessari tempi lunghi ed erano scalate a tratti noiose, ma mai troppo difficoltose. Bisognava solo prendersela con calma e senza preoccupazioni, fare lavorare i polmoni a pieno regime , sudare un pochettino  e, senza neanche accorgersene, eravamo in cima dopo neanche tre o quattro ore.  E ne valeva davvero la pena: la bellezza del paesaggio, la natura selvaggio e la felicità allo stato puro. Meraviglia interna ed esterna della caldera o del cratere. Poi si trattava di fare qualche foto e riscendere. Era questa la rotuine la maggiorn parte delle volte, eccetto nel caso del vulcano Atsonupuri, sull’isola di Iturup.

Atsonupuri volcano

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