Credo che il recente articolo del New York Times sul boom dell’ “intelligenza artificiale” nella Silicon Valley abbia fatto riflettere molte persone sul futuro della cybersicurezza (nel prossimo e nel lontano futuro).
Penso che ci si sia posti domande del genere:
- Dove andrà a parare la preoccupazione maniacale per l’ “IA”, che adesso esiste sono nelle fantasie dei futurologi?
- Quanti altri miliardi metteranno a rischio gli investitori, per “inventare”, nel migliore dei casi, qualcosa che era stata già inventata decenni fa, e che nel peggiore dei casi risulterà essere nient’altro che marketing inflazionato… stupidi?
- Quali sono le vere opportunità per lo sviluppo di tecnologie intelligenti sulla cybersicurezza?
- E quale sarà il ruolo degli esperti in questo mondo nuovo?
A VOLTE QUANDO FREQUENTO I FAN DELL'”IA” QUI NELLA VALLEY, MI SENTO COME UN ATEO AD UNA CONVENTION DI EVANGELICI.
Jerry Kaplan, informatico, autore, futurista e pluri-imprenditore (cofondatore di Symantec)
Quello che sta succedendo adesso nel settore dell’ “IA”, somiglia ad una bolla di sapone. Tutti sappiamo cosa succede ad una bolla di sapone se i clown del circo continuano a soffiarci (nessun gioco di parole): scoppiano.
Ovviamente, senza passi azzardati e investimenti rischiosi non sarà mai possibile un futuro fantastico. Ma oggi il problema è che insieme a quest’ondata di entusiasmo per l’ “IA” (ricordate, l’ “IA” oggi non esiste, per questo sto usando le virgolette), sono apparse le startup fittizie.
Qualche startup? Qual è il problema, vi starete chiedendo.
Il problema è che queste startup fittizie non attraggono milioni, ma miliardi di dollari di investimenti (cavalcando la nuova ondata d’euforia sull’apprendimento automatico). La questione è che l’apprendimento automatico esiste da decenni: è stato definito nel 1959, è iniziato negli anni 70, è diventato prospero negli anni 90 e sta ancora prosperando! Andando avanti fino ai giorni nostri, questa “nuova” tecnologia è stata ridefinita “intelligenza artificiale”; adotta un’aura di scienza all’avanguardia; ha i dépliant più patinati, ha le campagne di marketing più affascinanti. E tutto questo mira alla sempre presente debolezza umana nel credere ai miracoli (e alle teorie di cospirazione sulle cosiddette tecnologie “tradizionali”). Tristemente, il settore della cybersicurezza non è scampato a questa nuova bolla di “IA”…
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