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La nostra storia di rebranding, e come Midori Kuma è quasi diventato il nostro logo

L’inizio di giugno del 2019 lo ricordiamo come piuttosto tranquillo, niente di speciale. Il mondo ruotava intorno al Sole come di consueto, mancavano 19 giorni all’estate astronomica, la “Corona” era un tipo di birra messicana e  la parola “COVID” non significava assolutamente nulla per nessuno. Insomma, era la vita come la conoscevamo prima della pandemia, e potevamo fare molto di più di quel che possiamo fare oggi.

Mentre, per quanto riguarda la nostra Kompagnia, avevamo i nostri orari e le nostre tempistiche, sempre come da programma. E l’inizio di giugno, 25 mesi fa sulla nostra tabella di marcia è stato per noi significativo: è stato il momento del nostro grande rebranding. Era arrivato il momento di dire addio al vecchio stile Korporativo (in termini di logo, oltre a un sacco di altre cose, compresi i caratteri , stili e colorazioni, immagini e quant’altro), che, con qualche ritocco nel corso degli anni, era stato con noi per ben 22 anni! Fuori il vecchio, dentro il nuovo, un rilancio, un aggiornamento, una Porsche, un ringiovanimento, un cambiamento d’immagine: Era arrivato il momento di qualcosa di diverso, più in linea con i tempi, e anche più raffinato; almeno questo è quello che mi è stato detto (scherzo). No, davvero, era necessario darci un nuovo stile aziendale per riflettere più accuratamente la prossima fase di sviluppo dell’azienda, una fase ambiziosa ma fiduciosa, e certamente futuristica dato il nostro settore (la cybersicurezza).

Ma mentre gli altri cambiano il loro logo (a malapena!) e poco più, noi avevamo molto di più in cantiere. Infatti, un rebranding completo è un processo lungo e complesso di messa a punto perfezionamento di tutti gli aspetti dell’identità e della vita dell’azienda, non solo l’aspetto esteriore, ma anche il modo in cui interagiamo con il pubblico, lo stile di comunicazione e molto altro.

Quindi sì, il post di oggi è tutto sul rebranding. Ed ora un po’ di dettagli…

Il lavoro sul nostro grande rebranding è iniziato nel 2018. Sapevamo da un po’ come il nostro buon vecchio logo/marchio e la nostra comunicazione fossero più orientati alla fine degli anni ’90/inizi 2000 e non proprio al 2019. Per anni avevamo percepito una certa dissonanza tra le nostre tecnologie/nostri prodotti, che erano sempre veramente all’avanguardia, e l’immagine dell’azienda per i nostri utenti. Già da diversi anni non eravamo “solo un’azienda di antivirus” ma sviluppavamo soluzioni di cybersicurezza ad ampio raggio. Eppure il nostro logo era ancora abbastanza antiquato con le sue lettere pseudo-greche. Era come se ancorasse l’azienda al passato, ai tempi dei floppy-disk ormai dimenticati.

Per quasi un anno abbiamo fatto brainstorming, pensato, confrontato, immaginato, soppesato, discusso, argomentato, consultato, concordato e poi dissentito, considerato, dibattuto, deliberato… il tutto per trovare il migliore modello perfetto per il nostro rebranding. Una stima approssimativa del numero di varianti di logo che il nostro team di design ha proposto è  stato più o meno di… 300! Poi, per quanto riguarda l’ultimo paio di versioni sono state respinte da moi. Non perché fossi ostinato, sono stato super ostinato ma semplicemente perché non vedevo nemmeno in quei pochi prototipi finali uno che rispecchiasse al 100% gli obiettivi e i valori dell’azienda.

Oh, ed ecco le varianti rifiutate! ->
Durante l’anno del dibattito si sono verificati alcuni curiosi quasi-successi (?!)
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