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L’evoluzione del malware per OS X

Esiste un malware specifico che attacca il sistema OS X , ovvero il sistema operativo dei computer Macintosh?

Eh sì, purtroppo sì. E per qualche strana ragione è da un po’ che non ne parlo… Molto male!

L’ultima volta che ne ho parlato è stato circa 2 anni e mezzo fa. Sì, è passato un sacco di tempo dall’apparizione del worm Flashback che colpì circa 700 milla Mac in tutto il mondo. L’industria della sicurezza IT ne ha parlato ampiamente (ed ha velocemente disabilitato la botnet Flashback), ma da allora, silenzio; nessuno ha più parlato dei malware che attaccano i sistemi Mac, come se non esistesse nessun “iMalware” capace di attaccare la “fortezza dell’impero Apple”.

Ma si sbagliavano di grosso…

Mac malware is not amyth, they do exist

Certo, se comparate il livello di diffusione o pericolosità dei malware che attaccano altri sistemi, la piattaforma più vulnerabile è senza dubbio Microsoft Windows e al secondo posto, Android (il suo figlio minore in un certo senso). Durante gli ultimi 3 anni i “cyber-cattivoni” hanno iniziato a bombarbare spietatamente il piccolo e innocente robottino verde, facendo aumentare esponenzialmente il livello di attività malware su questa piattaforma. Nel frattempo, nel regno iPhone e iPad (ad esclusione di paio di casi isolati di cyber-spionaggio) regnava una relativa pace, nonostante i criminali abbiano usato varie metodologie. Poco a poco, però, le forze del male si sono avvicinate ai Mac: le cose andavano bene rispetto alle altre piattaforma, ma presto o tardi anche i Mac sarebbero stati attaccati… Ed è proprio di questo che vi parlerò oggi.

Iniziamo dando i numeri:

  • Il numero dei nuovi malware per Mac individuati negli ultimi anni ha raggiunto le migliaia;
  • Nei primi 8 mesi del 2014, sono state individuate 25 diverse famiglie di malware per Mac;
  • La probabilità che un Mac venga infettato da un malware specifico per Apple è aumentata di circa il 3%.

Nel 2013, @KasperskyLab ha individuato circa 1.700 campioni di malware per OS X Tweet
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Quando Apple “adotterà” il culto della sicurezza?

La mia recente menzione di Apple in un discorso in occasione del CEBIT Australia ha scatenato l’abituale raffica di chiacchiere e pubblicazioni in merito all’approccio della compagnia al tema della sicurezza. Considerato che l’approccio alla sicurezza di Apple sembra essere un tema scottante negli ultimi tempi  (da Flashfake), credo sia il momento opportuno per ragionare un po’ su questo problema.

Come saprete, oggi  si è manifestata  una crescente spaccatura tra, da un lato, la campagna di lungo corso “I Macs sono inattaccabili dai malware” e, dall’altro, la realtà, ovvero Apple sta.. perdendo credibilità, per dirla con un eufemismo. Avranno quindi gli utenti il buon senso necessario per comprendere il vero stato delle cose, nonostante ciò che Apple continua a dir loro? Cosa è sbagliato nell’approccio alla sicurezza di Apple? Apple può imparare qualcosa da Microsoft e da altri concorrenti sul tema della sicurezza? È davvero possibile che non ci sia bisogno di una speciale protezione antivirus per i Mac?

Una decina di anni fa, i worms di rete come Blaster e Sasser  hanno fatto una strage sulla piattaforma Windows di Microsoft, obbligando la compagnia a prendere alcune difficili – e costose – decisioni. La più importante è stata la creazione della iniziativa Trustworthy Computing, una direttiva esecutiva  che includeva una più grande riscrittura di Windows XP S2, delle misure di sicurezza perfezionate (Patch Tuesday, avvisi di sicurezza) ed il programma obbligatorio SDL (Security Development Lifecycle) che ha reso il sistema operativo più elastico e resistente agli attacchi degli hackers. Continua a leggere:Quando Apple “adotterà” il culto della sicurezza?