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Londra – Tel Aviv con la British Airways: poco soddisfatto

Eccoci qui di nuovo…

Suona la sveglia: “Dove sono?”. Hotel, doccia, valigia, taxi, aeroporto, check-in, raggi X, colazione (se così si può chiamare, panino e succo di frutta). Poi gate e… posto lato finestrino. Questa è stata la prima nota dolente della giornata. Mi trovavo proprio sopra l’ala, tra l’altro una di quelle sporche e molto grandi (era un Boeing 777). Avevo già l’impressione che sarebbe stata una di quelle giornate in cui tutto va storto…

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Non si vede nulla dal finestrino? Non mi rimane che schiacciare un pisolino. Era un volo di quelli che partono presto, tipo alle 8:00 di mattina, ma prendere sonno con il ZZZ dell’aereo e dell’ala non sarebbe stato facile…

Sono riuscito ad addormentarmi proprio quando il pilota mi ha svegliato. Stava annunciando che per problemi tecnici non riuscivamo a decollare. Booo, comunque “meglio prevenire che curare!”. Ci hanno quindi rispediti al gate, tutti in massa, e poi indietro fino all’aeroporto fino a quando non hanno risolto il problema.

Siamo rimasti seduti lì per 2 ore mentre risolvevano il problema, rimuovevano la parte dell’aereo difettosa e la rimpiazzavano con una nuova. Almeno avevano la parte di scorta – ho pensato tra me e me.

Poi ci hanno rispediti in massa verso il Boeing, accompagnati da alcuni assistenti di volo della British dallo strano accento.

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Sorvolando le Alpi in elicottero

Alla mia ultima tappa, segue questo post in cui vi parlerò della mia gita in elicottero.

Speravo davvero che il nostro aeroplano potesse atterrare vicino alla nostra destinazione, che si trovava nascosta tra le montagne, ma le Alpi erano coperte di nuvole e non eravamo autorizzati a volare verso Samedan (sono l’unico a non aver mai sentito parlare di questo luogo?). Quindi siamo stati dirottati verso l’aeroporto di Malpensa, Milano. Nel frattempo un elicottero è venuto a prenderci a Malpensa.

Tutto questo mi è sembrato molto strano perché normalmente gli eliporti si trovano sempre lontani dagli aeroporti internazionali o a molti chilometri di distanza da terminali, piste e navette. Comunque sia, questa volte l’elicottero è atterrato vicino al terminale dell’aviazione civile. Nella foto qui sopra potete distingue l’aereo con il logo degli Emirati (A-380), Lufthansa, Alitalia, Swiss Air, ecc.

Qui è dove arriva il bello: il decollo.

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Internet a bordo

Sono di nuovo per strada… o meglio, in aria. Vi voglio parlare di uno dei miei argomenti preferiti: voli, aeroplani e tutto ciò che riguarda questo mondo.

Il 2015 è partito con grandi avvenimenti per me inerenti a questo settore: da quando è iniziato l’anno ho già preso 30 voli e ho accumulato oltre 130 tra i cieli di tutto il mondo. Non è che mi lamenti, mi piace volare.  In aereo ho il tempo per staccare la spina e rilassarmi completamente! Ho il telefono spento e non c’è Internet. In quelle ore ho il tempo di dare un’occhiata alle centinaia di mail di lavoro che ho accantonato nei giorni precedenti, leggere un libro o guardare un film (tutte cose che praticamente non faccio quando sono sulla terraferma).

Con il passare del tempo, però, sempre più compagnie aeree spingono per dotare i loro velivoli di connessione a Internet MA: “Per questioni di sicurezza invitiamo i signori passeggeri a tenere spento qualsiasi dispositivo elettronico portatile per tutta la durata del volo. Per quanto riguarda la nostra connessione a Internet a pagamento, non preoccupatevi, non correte nessun pericolo!”. Non voglio commentare questo controsenso…

Comunque sia, sebbene normalmente eviti di usare la connessione delle compagnie Internet, stavolta per cambiare voglio fare un tentativo…

L’esperimento è avvenuto sul volo Aeroflot da Shanghai a Mosca. Tutto bene come sempre (a parte delle code inaspettate al check in, più di un’ora di attesa!). Mi ha sorpreso che a bordo non ci fossero solo cinesi e russi, ma anche tanti italiani e spagnoli. Ho pensato “Che strano, stanno pagando un biglietto Aeroflot in rubli e passano per Mosca”. E invece questi passeggeri ci hanno sconsigliato di prendere Iberia o Alitalia, molto meglio  Aeroflot via Mosca. Se volete saperne di più sulle varie compagnie aeree e relative rotte, ho scritto tantissimi post a riguardo.

Ok, mi sono un po’ allontanato dall’argomento principale.

Ebbene, siamo saliti sull’aereo e siamo partiti. Ho accettato i termini e le condizioni del servizio e finalmente mi sono connesso alla rete Wi-Fi dell’aereo!

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Come ho perso l’aereo

Sono un matematico.

Ed è tutta una questione di numeri. Con i miei frequenti voli, prima o poi doveva succedere: ho perso l’aereo!

Era successo solo un’altra volta, nel maggio del 2010. Verso la fine di uno dei miei consueti (e lunghi) giri del mondo. Durante una conferenza, a Cipro, me la sono presa un po’ troppo comoda… le 20:00 sono diventate le 02:00 (credo, è tutto un po’ confuso) e sono arrivato in ritardo in aeroporto. Risultato? Ho perso il volo. Ero a Limassol e dovevo andare a Tokyo. Comunque, alla fine, sono riuscito a trovare un volo per partire il giorno dopo.

E così, al momento, ho accumulato 2 voli persi. Il che non è male data la quantità di voli che prendo annualmente!

Questa volta sono arrivato tardi al volo proveniente da Londra e diretto a Nizza, in Francia. Che è successo esattamente?

Beh, per una strana ragione mi sono distratto e ho letto male il numero del terminal. Al posto di dire al taxista di portarmi al terminal 5, gli ho detto di portarmi al terminal 4. Quando mi sono reso conto dell’errore, mi subito diretto verso l’Heathrow Express per raggiungere il terminal 5, ma ci ha messo 40 (!) minuti (sarebbe stato meglio prendere un’altro taxi).

Questo è successo dopo il viaggio dal centro all’aeroporto, della durata di 80 minuti (Londra + sabato = traffico assicurato). Avrei dovuto prendere la metropolitana! Il lunedì successivo era festivo a Londra, e forse è per questo che c’era più traffico del normale. Con l’errore del terminal, il gioco è fatto. Ritardo. Volo perso :-/ .

Ma che gioia! Risulta che, un’ora dopo, un secondo aereo sarebbe decollato con destinazione Nizza – solo per coloro che avevano perso il primo volo 🙂 . Dovevo correre per prenderlo, e per correrre non intendo camminare velocemente, ma un vero e proprio sprint. Ma non era necessario che corressi tanto! L’aereo è rimasto un’ora in più del previsto a terra. Sembra che non solo il centro, ma anche Heathrow stava risentendo del traffico. In definitiva, non era la mia giornata. Ma il giorno dopo, per fortuna, è andata molto meglio…

Ci vediamo domani… Au revoir!

Dove c’è neve c’è casa

Alla fine, il mio giro attorno al mondo si è rivelato divertente, ma impegnativo:

Mosca – DublinoAbu DhabiCanberra & Sydney – SingaporeAustin (via NYC e Dulles) – Riyadh – Tokyo/Osaka/Tokyo – e ora: casa!

Il viaggio nel suo complesso è stato una molto intenso, con un agenda fitta di impegni e poco tempo da poter dedicare a visite più rilassanti. Ad essere onesto, mi ha spremuto come un limone. Sono davvero esausto, distrutto, esaurito, a pezzi, k.o. e chi più ne ha più ne metta. Mentre stavo camminando verso il gate nell’Aeroporto Internazionale Narita di Tokyo, c’è stato un momento in cui mi sono quasi addormentato sul tapis roulant 🙂

Appunti:

Al di là dei programmi e dei film offerti a bordo che potevo vedere nella tv di fronte a me, spesso optavo per osservare lo schermo dove veniva mostrato l’itinerario di volo. È un po’ come nel gioco del cricket. Non succede mai nulla, tutto succede a passo di lumaca…

Tokyo-MoscowCricket aereo

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