Gli occhi della terra

Il Pianeta Terra come osserva la terra [sic.]; voglio dire, dove sono i suoi occhi?

Eccoli qui, i suoi occhi sono i telescopi!

Di telescopi ce ne sono di tanti tipi, forme, misure e usi: esistono i radiotelescopi, i telescopi gamma, i telescopi in orbita nello spazio e anche i telescopi ottici che misurano più di un metro di diametro. Di questo ultimo tipo ce ne sono pochi in giro per il mondo, forse un centinaio in tutto. Le località adatte a questi telescopi sono infatti molto poche, solo 3: le Hawaii (ci sono stato), il Deserto di Atacama nel nord del Cile (non ci sono ancora stato) e le Isole Canarie (ci sono stato proprio la settimana scorsa). Questi 3 luoghi si caratterizzano tutti e tre per un clima secco ed un’aria pulita, condizioni climatiche stabili e sono lontane anni luce dalle metropoli affollate. Tutte queste condizioni sono perfette per lo studio degli astri.

Mentre ero a Tenerife, la scorsa settimana, dopo la conferenza SAS-2016 abbiamo deciso di andare a dare un’occhiata ai grandi telescopi. Sapevamo che volevamo vederli fin dal primo momento in cui abbiamo messo piede a Tenerife, e per fortuna abbiamo potuto fare una chiacchierata con alcuni astronomi ed astrofisici, vedere le apparecchiature e scattare come sempre tantissime foto (dove era permesso, e per fortuna era permesso un po’ ovunque).


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È uno sporco lavoro, ma qualcuno doveva pur farlo

A febbraio di ogni anno, centinaia tra i migliori esperti di sicurezza informatica del mondo si riuniscono in un resort sulla spiaggia, sia esso nelle Americhe, in Europa, Asia o al largo della costa occidentale dell’Africa. Ma non per il sole in sé. O per la spiaggia. O per i cocktail. Ci vanno per… combattere le malefatte del mondo cyber! Per lo meno, questo è quello che raccontano ai loro cari quando scompaiono per una settimana alla volta di un paradiso idilliaco. Il paradiso in questione erano le isole Canarie, scelte per, l’avrete capito, il Security Analyst Summit (SAS), il nostro raduno speciale rivolto ai guru della sicurezza IT.

Il SAS riunisce i pezzi grossi di differenti compagnie, con diverse specializzazioni, da ogni parte del globo: in sostanza, per fare quattro chiacchiere, a volte formali, ma per lo più informali, in sale conferenze seminterrate con aria condizionata, e su lettini sulla spiaggia (oops, è stato svelato il segreto:) Il fine è aiutare più gente possibile a comprendere il dove, il come e il perché delle minacce informatiche, scambiando esperienze e un valido know-how.


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3 in 1: storia, innovazione e affari

Per quanto mi ritrovi nei luoghi più disparati del pianeta, molto spesso sono… prevedibili: capitali, centri direzionali, “da non perdere”

Ebbene, di tanto in tanto finisco in posti meno ovvi, per esempio Sviyazhsk. Mai sentito? Probabilmente no!

È un’antica città, adesso un villaggio, posto alla confluenza dei fiumi Volga e Sviyaga.
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Secondo la nostra eccellente guida (in genere mi fido più di loro che di Wikipedia), la breve storia della cittadina è la seguente:
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LA DOCCIA SEXY

La scorsa settimana ho soggiornato presso l’hotel Déjà Vu, vicino il complesso sciistico di Sviyaga, a Kazan, definita la terza capitale di Russia dopo Mosca e San Pietroburgo. E sebbene in camera ci fossi solo io, la doccia era stata progettata sicuramente per due persone. Sono stato in molti hotel, ma quella era la prima “doccia erotica” che avessi mai visto. Molto innovativa, buona idea!


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Un attimo di respiro a Berlino

Uffaaaaaaaaaaaaa. È stata una settimana tosta, e la prossima sarà altrettanto dura. Perciò, tra le due si è stabilita per un po’ una buona dose di pausa e di riposo.

In quei giorni mi trovavo comodamente a Berlino. Che bello, assolutamente senza alcun impegno di lavoro: ancora più bello. Sono stato qui molte volte, ma sempre troppo occupato per potermi godere un bel giro turistico.

Quindi ecco un sacco di foto della capitale tedesca, con il mio solito commento ridotto al minimo. Un po’ come su Euronews: No Comment.


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Meravigliosa Zanzibar!

Meravigliosa Zanzibar!

Il nostro viaggio attraverso la Tanzania comprendeva tre tappe:

1. La scalata al Kilimangiaro
2. Il safari nella savana
3. Zanzibar

Coloro che stanno seguendo questa mini serie sulla Tanzania sapranno che non vi ho ancora parlato dell’ultima: Zanzibar. Quindi eccola qui: i racconti della tappa finale della nostra avventura africana, a gennaio del 2016.

Appena arrivati, abbiamo subito immortalato questo splendido tramonto:


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#Tanzania #Zanzibar #sunset #Занзибар #Закат #Танзания

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Devo ammettere che non avevo idea di dove fosse Zanzibar. O meglio, sapevo che fosse da qualche parte nell’Oceano Indiano, nient’altro. Ma è stata una vera sorpresa scoprire che l’arcipelago di Zanzibar appartiene alla Tanzania!

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Uno sguardo ai Masai

I Masai sono una tribù semi-nomade dell’Africa che ha rifiutato quasi del tutto la civiltà moderna a favore del loro stile di vita tradizionale. Per maggiori informazioni al riguardo, date un’occhiata su Internet: il testo a seguire è quello di un “osservatore curioso” che si trovava a passare da quelle parti.


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Per soli 50 dollari da ogni auto, gli uomini Masai si riuniscono per esibirsi nel loro tradizionale saluto.
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L’habitat ostile della Tanzania

Ciao a tutti!

Quest’oggi parliamo di dove soggiornare durante un safari. Nella savana africana ci sono due opzioni, le tende o un hotel.

Dicono che trascorrere la notte in tenda durante un safari sia una bellissima esperienza. Non si tratta di uno degli habitat più confortevoli, soprattutto per i rumori notturni degli animali, tra rigni, latrati, miagolii, grugniti che ogni tanto interrompono il sottofondo costante di sibili e mugugni di tutte le creature, piccole e grandi, che mangiano, cacciano, si accoppiano o fanno quant’altro di notte.

Noi siamo andati in hotel.

Cosa ci si può aspettare da un hotel nel bel mezzo della savana in Tanzania, a decine se non a centinaia di chilometri dalla civiltà più vicina? Ci si aspetta qualcosa di grandioso! Gli hotel in cui abbiamo soggiornato erano davvero carini, tutti avevano la piscina e tante altre comodità. Ovviamente ci sono particolarità “locali” a cui bisogna abituarsi, ma è qualcosa che succede quando si va in qualsiasi posto (a tavola a Londra non troverai tovaglioli di carta, ma sto divagando) 🙂

Parliamo di queste particolarità locali…

Ngorongoro Sopa Lodge: Abbiamo trascorso la prima notte al bordo del cratere Ngorongoro.


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#Ngorongoro #sunset #Tanzania

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SAFARI!

Solo due settimane in Tasmania durante la pausa di Capodanno, ma taaaaante impressioni! E voi, cari lettori del blog, ne conoscete soltanto la metà.

Dopo essere scesi dal Kilimangiaro alle pianure, prima che avessimo il tempo di proferire la parola “acclimatamento”, siamo stati condotti in fretta e furia a… un safari africano!

Al principio, il significato coloniale del termine “safari” era “andare a sparare ad animali selvaggi in Africa”, non necessariamente per poi mangiarli o neanche usare a qualche scopo le loro pelli. Proprio come se fosse un tiro a segno, ma con bersagli vivi. Il tempo è trascorso e le usanze sono cambiate in meglio, e adesso il termine significa “osservare gli animali selvaggi in Africa (da un’auto o una jeep)” e scattargli foto in tutte le loro pose spontanee.


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Tre domande per gli esperti di fisica

Durante la spedizione sul Kilimangiaro, Tanzania, ho camminato un bel po’, per una settimana intera. Ciò vuol dire che ho avuto molto tempo a disposizione non solo per chiacchierare con i miei compagni di viaggio ma anche per pensare e riflettere.

Non ho pensato al lavoro neanche per un secondo, in effetti era questo uno degli scopi di questo viaggio. Mi sono concentrato su altro che esula dal lavoro, come la vita, l’eternità, la natura, l’uomo, l’universo e quanto è insignificante l’essere umano rispetto al resto. Su quest’ultimo aspetto ci ho riflettuto soprattutto di notte quando mi capitava di ammirare quelle stelle così splendenti, che lo sono ancor di più quando ci si trova in montagna (molto meglio ammirarle da qui e non a livello del mare).

Come dicevo, molto tempo camminando = molto tempo per parlare… anche con se stessi! Dalle mie celluline grigie sono venuti fuori tanti pensieri diversi, tra cui i seguenti:

Ogni anno la Luna si allontana di tre centimetri dalla Terra (dato scientifico). A un certo punto la Terra perderà la sua “attrazione gravitazionale” nei confronti della Luna, che diventerà un altro satellite del Sole. Può capitare che le traiettorie della Luna e della Terra tornino a incrociarsi in futuro e che la Luna torni a essere un nostro satellite. E se dovesse collidere con la Terra? Difficile da calcolare, tuttavie le domande in merito sono molto più semplici di questa.

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Ciò accadrebbe in maggiore e minor tempo se il Sole diventasse più grande, rosso e caldo di adesso, inglobando i pianeti vicini (Mercurio, Venere e la Terra)? In poche parole, la Luna tornerà a essere satellite della Terra o il Sole risolverà il problema per noi? Continua a leggere:Tre domande per gli esperti di fisica